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RS-STADIO: Mbaye, Cacia, Acquafresca, Rossi: le voci rossoblù del dopo-gara – 03 giu

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“Bisogna sapere bene una cosa, se uno non sta lì con il coltello tra i denti rischia sempre di cedere e prendere qualche gol di più. Se non reagivamo subito rischiavamo di incassare qualche gol in più. È così, sono partite molto difficili. Ma tutti insieme possiamo davvero arrivare dove vogliamo. Stiamo crescendo tutti insieme, dobbiamo continuare a lavorare come facciamo ogni giorno, con grande attenzione.” Saggezza made-in Mbaye, un ragazzo che però ha chiaro, nel dopo-gara, cosa è andato e cosa non nel Bologna capace di agguantare per la coda la finale dei play-off: “Stadio” riporta le sue parole, il suo stress e la sua voglia di riposare, perché partite così ti portano via tante energie. È stata una sofferenza: “è ovvio, eravamo una difesa molto giovane”. E su dove può arrivare questo Bologna è chiaro: “La Serie A? Noi ci crediamo.”

Daniele Cacia ha segnato il gol decisivo, a cui ha fatto seguito una polemica esultanza, liberatoria per chi da mesi è convinto di vivere una situazione che non si merita. “Le chiacchiere le fa qualcun altro, perché qualcuno di voi ne ha fatte fin troppe in questo periodo, mancando anche di rispetto a me e a qualche mio compagno di squadra. Le critiche calcistiche ci stanno, e mai nessuno le contesta. Però quando si va sul personale ed escono cose alluncinanti… Cosa contesto? Le chiacchiere stanno a zero, contano i fatti e numeri.” E i numeri dicono che pur andando a strappi, pur con tante panchine, nessuno ha fatto meglio di lui in quanto a gol nella squadra che ora è un passo dalla A: sarà anche merito suo, o no? Cacia si divide, togliendosi da una parte diversi sassolini (“Perché non gioco? Questa è una domanda che non dovete fare a me: non faccio io le formazioni e non prendo io le decisioni. Mi sono sempre allenato, non ho mai saltato un allenamento anche sapendo di non giocare. Sono sempre stato lì, per la squadra e per i tifosi”) ma che ha anche parole al miele: per Acquafresca (“Del suo gol sono più contento io di lui perché è un ragazzo che merita rispetto, merita questa grandissima gioia. Quest’anno lo sto conoscendo bene fuori dal campo, so quanto sta soffrendo e quanta ne ha mangiata come ne sto mangiando io. Le cose belle del calcio sono queste”) per il pubblico e per l’avversario sconfitto: “Bologna non la scopro certamente io oggi, è una piazza importante. Il pubblico è stato fantastico ed è veramente bello giocare in questo stadio quando la gente ti viene dietro. Forse li abbiamo fatti soffrire un pochino ma la serie B è anche questa. Il calcio in serie B a volte ti regala delusioni e mi dispiace per l’Avellino.” Chiude sulla finale con parole sagge: “E’ importante che arriviamo tutti preparati, con la testa giusta: non c’è mai niente di scritto e bisogna sempre dimostrare.”

Acquafresca e Bologna, storia di un amore mai nato ma che forse va rivista in positivo. In fondo il gol che tiene tutto vivo lo ha segnato lui, rintuzzando subito un Avellino carico dopo il vantaggio al pronti-via. Eppure Robert sceglie il basso profilo, si concentra sulla squadra e non su se stesso, atteggiamento lodevole visto che potrebbe invece rivendicare molte cose, tutto sommato. Parla della squadra, di una prestazione non convincente che ha rischiato di vanificare mesi e mesi di duro lavoro e di sofferenza: “Non siamo entrati con l’atteggiamento giusto, dobbiamo essere più attenti e cattivi, aspetti che non dovranno mancare venerdì.” L’umore comunque non è pessimo, anzi: la A è a un passo. “Sono contentissimo, gli aspetti personali li metto da una parte dopo mesi trascorsi fuori dal campo.”

“Ma sapete quante volte ho sbattuto io sulla traversa?” Lo dice subito, Delio Rossi. Fortuna? Ok, ma tutte le volte in cui la fortuna ha girato in modo contrario? Il calcio è anche questo, e Rossi lo dice senza peli sulla lingua. Del resto il calcio è anche sofferenza, e chi non lo accetta si dia al golf: “L’Avellino mi ha sorpreso con la difesa a tre. Ci hanno messo subito in difficioltà e sono andati meritatamente in vantaggio. Abbiamo sofferto soprattutto sul lato destro sia con Casarini che con Mbaye. faticavano tutti e due a scalare le posizioni. Il gol del vantaggio dell’Avellino è nato proprio per questa nostra difficoltà.” E quando gli riferiscono che Rastelli ha detto che nei 180 minuti avrebbero meritato i suoi risponde da uomo di mondo: “Fossi stato lui avrei detto la stessa cosa”. E del resto ci sta: la squadra che merita poi non sempre vince. È il calcio, bellezza.

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