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EDITORIALE – Provaci ancora, Delio! – 26 mag

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Iniziano oggi i Playoff del campionato cadetto. Dal turno preliminare fra Spezia e Avellino, verrà fuori l’avversario che affronterà il Bologna nelle semifinali. Delio Rossi di promozioni in A ne sa qualcosa, le ha centrate con Salernitana e Lecce e ne ha sfiorata una con il Pescara. Adesso ci riprova con il Bologna.

Provate a chiedere dalle parti di Salerno cosa pensino di Delio Rossi. Ai più, forse scapperà anche qualche lacrima al solo pensiero di quelle annate memorabili con lui in panchina. Arrivò a Salerno nel 1993 e quello fu il suo primo anno da capo allenatore tra i Pro, poi se ne andò da eroe di un’intera città, dopo aver sfiorato il doppio salto dalla C alla Serie A. Alla sua prima stagione, dopo aver chiuso il campionato al secondo posto alle spalle del Perugia ed essersi qualificato per playoff, la Salernitana venne promossa dopo le vittorie in post season con Lodigiani e Juve Stabia. L’anno dopo nel campionato cadetto Delio Rossi provò anche a fare il bis, arrivando ad un passo dalla promozione in Serie A. Fatale fu la sconfitta a Bergamo contro l’Atalanta per 2-1 che vide salire proprio i nerazzurri ai danni della squadra di Delio Rossi. In entrambe le stagione con l’attuale allenatore del Bologna, a Salerno c’era anche un altro ex rossoblu: Salvatore Fresi. Dopo le due annate a Salerno, dal 1993 al 1995, Delio Rossi andò ad allenare prima il Foggia e poi il Pescara. Nel 1997, poi, il ritorno in Campania per completare l’impresa lasciata in sospeso due anni prima. Stagione 1997-98, con un’annata strepitosa che vide il suo culmine nel mese di Dicembre, con il sorpasso ai danni del Venezia capolista, la Salernitana di Delio Rossi centrò la promozione in Serie A. Quella promozione gli valse il soprannome di “Profeta”. Anche in quella squadra c’erano ex rossoblu e oltre a Fresi, tornato in prestito dall’Inter, c’era anche Marco Di Vaio, attuale club manager rossoblu. L’attaccante era appena arrivato dalla Lazio per la cifra record di 5 miliardi di lire e in quella stagione si laureò capocannoniere del torneo con 21 reti. L’annata dopo non fu altrettanto esaltante per la Salernitana che non riuscì a salvarsi. Delio Rossi venne esonerato per due volte nel corso della stagione, prima dopo la sconfitta con il Vicenza e poi dopo la sconfitta con il Perugia, squadre che, per ironia della sorte, potrebbe ritrovarsi davanti in un’ipotetica finale dei playoff con il Bologna. Salerno lo ha eletto “Profeta”, gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Quella doppia promozione dalla C1 alla A porta la sua firma e proprio in  questa stagione la Salernitana è tornata nel campionato cadetto.

La promozione arrivò anche con il Lecce nel 2002-2003, in un campionato che vide la squadra di Delio Rossi chiudere al terzo posto in classifica. Quell’anno nell’organigramma dei giallorossi il Ds era Pantaleo Corvino, mentre l’Ad era Claudio Fenucci. Dunque due precedenti che fanno ben sperare per un allenatore che da quando è arrivato sulla panchina rossoblu ha già dato la sua impronta alla squadra, certo non ha la bacchetta magica e non può fare miracoli in tre solo partite, ma con l’Avellino, per la prima volta dopo tempo immemore, si è avuta davvero la sensazione di stare assistendo a una partita di calcio. L’atteggiamento della squadra sembrava diverso da quello rinunciatario e per nulla combattivo della gestione lopeziana delle ultime gare (e non solo). Dopo essere andato in svantaggio, il Bologna ha rimontato gli avversari e si è fermata a 11 metri dai 3 punti e pensare che nelle precedenti gare casalinghe era già un miracolo vedere un goal.

Delio Rossi è un allenatore preparato, un grande lavoratore, uno di quelli che cerca di trarre il meglio da ognuno dei suoi giocatori e a differenza di Lopez lui, si che l’ha fatta la gavetta. Arrivare a tre giornate dalla fine e prendere in mano una squadra da rivoltare come un calzino non è facile per nessuno, ma Rossi ha tutte le carte in regola per fare bene e portare i rossoblu fino in fondo. Se la squadra si fiderà di lui scrollandosi di dosso anche gli ultimi residui del non gioco di Lopez, allora c’è davvero speranza di riconquistare la Serie A. Perché la base per ritornare su è la mentalità, lottare su ogni pallone come se ognuno di essi potesse essere quello decisivo. Bologna merita ben altri palcoscenici e i suoi tifosi meritano una gioia dopo un’annata di sofferenze come quella dello scorso anno. “Per avere un futuro bisogna vivere intensamente il presente”, disse l’allenatore rossoblu il giorno della sua presentazione e, forse, non avrebbe potuto trovare parole più giuste. Perché in caso di A il Bologna, oltre che tornare dove le compete, potrebbe iniziare anche a parlare del discorso stadio e non sarebbe roba da poco.

Direi che per i precedenti e per tutti i punti sopra elencati, ho piena fiducia in Delio Rossi. Un allenatore che ha risposto sempre presente quando si è trovato ad affrontare le difficoltà è quello che in questo momento fa al caso del Bologna. Perché in fondo una soddisfazione la merita la piazza, la meritano i tifosi, la merita la società e, in fondo, la merita anche Delio Rossi dopo anni non semplici della sua carriera. Ho potuto constatare come lavora al tempo della Lazio, la passione che mette nel suo lavoro e la maniacalità nell’organizzare gli allenamenti e le partite. I precedenti e il curriculum fanno ben sperare. E allora…

Adelante, Delio, adelante!

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