Bologna FC
Umarells rossoblu – Vicenza Bologna – 4 Ottobre
Sono a Vicenza. Ho compiuto gli anni da una settimana, circa. La scorsa partita l’ho seguita in Svezia, a Stoccolma, fra una renna, un salmone e qualche migliaio di chilometri di boschi. Ho pensato ai grandi giocatori svedesi del nostro Bologna: Andersson e Ingesson. Pensando a Klas mi sono commosso e il Bologna ha segnato. Battuto il Cittadella. evviva, bel regalo di compleanno.
Oggi mi sono regalato un biglietto in tribuna nella città veneta. Volevo farmi un’ultima coccola prima della fine di queste ferie autunnali. Mi accomodo in tribuna. Mi guardo attorno. Vedo Morandi. Vedo Guaraldi. Vedo Trombetti. Vedo Zanetti. Accendo una sigaretta e mangio una scatola di Maalox e una di Lansox.
A Vicenza c’è un esodo rossoblu. Ieri il Bologna ha festeggiato 105 anni, oggi ci si aspetta un regalo.
Il Vicenza è stato ripescato. Ha avuto un quarto d’ora scarso per fare mercato e un sacchetto di monetine da 20 cent. Ha fatto una bella squadra. Non spettacolare, ma concreta e si vede. Dopo un buon avvio i nostri faticano.
Laribi e Acquafresca confezionano una bella occasione, con l’ex Sassuolo che manda di poco a lato. Mi alzo in piedi e sputo qualche improperio. Mezza tribuna si volta. Avevo dimenticato di essere fra i VIP e non in curva. Mi siedo buono buono, al prossimo segno di intemperanza mi hanno informato che dovrò ascoltare il nuovo album di Morandi per penitenza.
Acquafresca sbaglia un gol che neanche Babbo Natale a Ferragosto. Mi rialzo dimenticandomi della penitenza, appare Morandi con la chitarra sulla traversa della porta di Coppola. Ho già le allucinazioni.
Si rompe Maietta. Entra Ferrari. In difesa si vola a vista con una piantina appena stampata.
Passa qualche minuto di noia totale in cui tento di attaccare bottone con un ottantenne vicentino. Lui risponde con gioia in una lingua a me sconosciuta, fingo di essere straniero. Canadese.
Si rompe Morleo. Si accascia come una pernice colpita da un cacciatore.
Entra Abero. Mentre vengo colto da un collasso mi volto e guardo il board dirigenziale. Il dubbio è che qualcuno qui porti male. Solo un dubbio, non voglio essere di certo cattivo e sputare nel caffè. Vivrei di caffeina.
Il primo tempo è stato vivace come un convegno sulla devianza statistica.
Mi fumo la classica sigaretta d’ordinanza durante l’intervallo. Osservo il board dirigenziale preso d’assalto da ogni sorta di giornalista, pure l’inviato di riserva del Gazzettino di Mezzolara. Sorrisi. Pacche sulle spalle. Boh. Non so che dire. Mi viene in mente un vecchio proverbio, lo dice sempre mio nonno. Glielo insegnò un suo vecchio amico, un russo. “Hai conosciuto il nuovo padrone? E’ come quello vecchio!”.
Il secondo tempo inizia con un Vicenza arrembante. Matuzalem perde l’ottocentosettantesimo pallone da inizio campionato e si becca un giallo. L’arbitro espelle anche un componente della nostra panchina. Noia a badilate. Nulla.
In Serie B le partite le vinci col fisico, con un centrocampo messo bene e con una punta che segni. Gli ingredienti in questo Bologna secondo me ci sono, andrebbero cucinati meglio.
Cadono i giocatori rossoblu come le foglie degli alberi. Zuculini e Acquafresca. Pensavo che potremmo ingaggiare il Mago Otelma o Vanna Marchi per scacciare il malocchio. O, forse, cambiare preparatore atletico.
Si continua ad arrancare. Acquafresca annaspa in area come un bimbo in piscina al primo tuffo e infatti viene sostituito da Troianiello.
In campo non succede nulla, sembra un lunedì mattina nel mio cervello. Il vuoto assoluto.
Incredibile ma vero, un cross di Ceccarelli da destra, Troianiello manca l’appuntamento con il pallone in maniera quasi clamorosa. Sono sinceramente desolato. C’è chi dirà che oggi non è stata male. Io sono un po’ esigente. Mi aspettavo ben altro!
Quattro minuti di recupero. Non riesco a star seduto. sono agitato, un misto di rabbia e nervosismo. Cacia prende palla e la spara alta. Mi lascio andare a sproloqui irriferibili.
Finita. Zero a zero. Sbadigli a quintali.
Esco dallo stadio rapidamente.
Il Cellulare suona.
“Ciao nonno! Hai visto che spettacolo?”.
“Una delle pennichelle migliori della mia vita. A Vicenza non abbiamo mai raccolto molto, ma anche quando le abbiamo prese contro il mitico Vicenza di Guidolin non ci siamo annoiati.”.
“E’ vero.”.
“Dai torna a casa che ci facciamo una bella tazza di caffè che ci terrà svegli.”.
“Già, ci hanno rubato i sogni, meglio non dormire.”.
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