Bologna FC
Umarells rossoblu – Questa trattativa…è…una barzelletta pazzesca! – 8 Settembre
Il Bologna è in vendita. Più o meno lo è dal 1910.
Ogni volta le trattative generano una ridda di voci allucinanti e allucinogene. Vi ricordate quando eravamo bambini? Il gioco del “telefono senza fili”?
Si iniziava con una frase del tipo “Marco ha comprato una bella cravatta!” e dopo un po’ si finiva con “La Mongolia ha invaso la Kamchatka!”.
Ecco, le trattative legate alle cessioni vere o presunte del nostro amato Bologna, mi piace fantasticare che avvengano più o meno così.
Il nostro presidente vestito di tutto punto è seduto dentro un bellissimo garage mansardato, soppalcato, atticato. Scrivania in radica, piante di ficus, segretario in babydoll.
Fuori dal prestigioso garage un amichevole tabellone in stile bancone del pesce della Coop. Sotto a chi tocca.
Si comincia di buon mattino. Tipo alle 9.30, fuso di Zola. In centro a Bologna sono ancora le 8.
Il primo è un romano-austroungarico con un cugino laterale con ascendenze turcomanne. Arriva accompagnato da elefanti impiumati, odalische senza denti e carico di diamanti di dubbia origine.
Abbigliamento dell’austroungarico: sandalo in simil cuoio della Coin, toga ricavata dalle tende del salone di una zia benestante, daga romana in cinta, l’alloro era finito allora in testa si è messo una corona di salvia.
Offerta: la maggioranza relativa più uno del BFC per sette datteri usati, un paio di dozzine di cammelli in ritardo di preparazione, un’oasi esausta, un diamante da settantamila carati Fahrenheit due giocatori usati del Rapid Vienna.
Responso dirigenziale: anche no, troveremo di meglio!
Arriva il secondo, è uno svizzero-emiliano con ascendenze sunnite. Arriva accompagnato da ex giocatori scudettati, ballerini di tip tap in infradito e con un carico di cioccolata sciolta originale e sfizzzzera.
Abbigliamento dello svizzero-emiliano: campanaccio bovino arrugginito, vestito simil tirolese imitato ad hoc comprato al Lidl e baffi finti in stile Quinto Reich.
Offerta: il pacchetto di quasi maggioranza qualificata del BFC per un milione di obbligazioni convertibili di una finanziaria dell’Isola di Man, dieci mucche da latte, ottanta forme di grana padano quasi DOP e un trequartista dell’under 65 del Malawi.
Responso dirigenziale: anche no, troveremo di meglio!
Arriva il terzo, è un siculo-americano con ascendenze del Donbass. Arriva accompagnato da suonatori di scacciapensieri, artigiani della lupara e una nave carica di sogni quasi realizzabili.
Abbigliamento del siculo-americano: triplopetto in frescolana, cravatta ascellare, scarpa in vernice presa e smaltata direttamente al Bricoman.
Offerta: il 99,99% del BFC per un’imitazione cartonata della Statua della Libertà, due raccattapalle di dodgeball, uno stadio da costruirsi su terreni di proprietà circa sull’equatore di Nettuno e un quarterback in pensione.
Responso dirigenziale: anche no, troveremo di meglio!
Arriva il quarto, è un kazako-toscoligure con ascendenze merovinge. Arriva accompagnato da una squadra dell’Eni che si occupa di carotaggi ad Almaty, da una colonna di autoblindo della Ansaldo e da un circo equestre.
Abbigliamento del kazako-toscoligure: abito originale della steppa con spalline anni ottanta, sigaro cubano contraffatto nel taschino e stivalazzo da ex corpo scelto dell’Armata Rossa.
Offerta: il dominio totale del BFC per qualche metro cubo di gas serra, una rampa di lancio per missili Scud, uno stadio di legno nella steppa fra Molinella e Santa Maria Codifiume e il portiere titolare del Turkmenistan.
Responso dirigenziale: anche no, troveremo di meglio!
Alchè il segretario in babydoll si avvicina al presidente.
“Scusi, ci sarebbe solo un tizio con la barba che le chiede se ha due euro perchè lui è messo male!”.
Il presidente sbianca.
“Ah. Accidenti.”.
Il presidente prova a fare chiamate con l’addebito a tutti i soci, ma nessuno gli risponde.
Si toglie la cravatta preoccupato.
“Auanagana, mi piacciono gli ammmmerigani, mi richiami quello dei terreni su Nettuno!”.
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