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Auguri Rossoblù: Gyula Lelovich – 29 ago

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Questa, avviso i naviganti prima che si immergano nella lettura, non è una storia come tutte le altre: contiene infatti collegamenti a racconti e avventure che si svilupperanno negli anni seguenti, ha in sé contraddizioni, ritorni, problemi, veri e propri maghi della tecnica, guerre ed uno splendido finale. Tutto inizia quando il leggendario Hermann Felsner decise di abbandonare la panchina del Bologna per trasferirsi alla Fiorentina, per confermare quella che era oramai diventata un’abitudine da quelle parti. La società emiliana, in previsione di un addio che effettivamente ci fu, decise di tutelarsi qualche anno prima ingaggiando un giovane aiuto allenatore che in Patria ( stiamo parlando dell’Ungheria ) si era distinto anche come giocatore e che era pronto a debuttare come tecnico sulla panchina dei Petroniani: Gyula Lelovics che, arrivato alla dogana, vide il suo nome trasformarsi in Lelovich. Tempo di imparare l’italiano si mise subito al lavoro e, nel 1931, conquistò il suo primo titolo europeo grazie ai gol e alle prodezze di un certo Sansone, oltre ad assicurarsi a fine stagione un ottimo secondo posto. Poi, come se nulla fosse, quando era ormai all’apice della sua carriera, decise di andarsene alla volta di Livorno dove, nei successivi anni, avrebbe allenato le due compagini più importanti della città toscana: la Livorno Sportiva, che militava in Seconda Divisione, e l’Unione Sportiva Livorno, con la quale tornò ad assaggiare la Massima Serie. Dopo qualche anno sul mare decise di tornare nell’entroterra, sempre a Bologna ma questa volta in veste di allenatore per le squadre giovanili. Al termine della Guerra, nel 1947, tornò nuovamente nella capitale emiliana dove si registrò, oltre al suo ritorno, anche quello di Felsner, chiamato a ricoprire il ruolo di Direttore Tecnico. Ottenuta una salvezza che sembrava oramai insperata; un paio di anni dopo, appena tornato da un’annata a Verona, si trovava affacciato al balcone della stanza presso la quale alloggiava e, insieme all’amico di sempre Istvan Mike Mayer, si mise, interessato, a guardare giovani ragazzi giocare a pallone in un cortile poco distante: catturato dalle abilità di uno di loro, decise di inserire nelle giovanili del Bologna un ragazzino di 14 anni, schierandolo ala, che da quel momento in poi non si toglierà mai più di dosso quei colori; quel bambino era Giacomo Bulgarelli e il resto della storia la sappiamo tutti noi. Gyula, nato oggi nel 1897, a Bologna fece tanto e questo è il nostro modo più giusto per ricordare una leggenda vera e propria come lui!

 

Consultazione Collezione Luca e Lamberto Bertozzi

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