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6 Nazioni 2017 – Italia v. Galles 7-33 – 06 Feb
In una grigia domenica d’inizio febbraio, tocca agli azzurri di Conor O’Shea chiudere il palinsesto della prima giornata di questo 6 Nazioni 2017, ospitando a Roma il Galles guidato da Rob Howley. Il tecnico ad interim dei dragoni rossi -l’indiscusso proprietario della panchina, Warren Gatland, è momentaneamente impegnato a progettare il tour dei British&Irish Lions – convoca ben 5 esordienti, ma li confina tutti oltre l’ultima linea del terreno di gioco, temendo una “trappola latina” tanto auspicata al di sotto delle Alpi. Dall’altra parte, l’Italia, si presenta con un XV (comunicato addirittura di giovedì) abbastanza singolare. Ad ogni modo, la sorprendente scelta di tenere inizialmente fuori sia Campagnaro che Ghiraldini, ha un suo senso tattico strategico: avendo una panchina corta, l’uomo venuto da Limerick ha tentato di “nascondere” due pedine di qualità per poi poterle inserire durante il corso del match. Per ridurre le distanze tra un paese che vive per il rugby ed uno che lo considera uno sport di nicchia, servono anche tante novità coraggiose.
La partita. Sul campo, l’Italia si batte con grande ardore e generosità sin dai secondi iniziali. D’altronde siamo di fronte alla quinta forza del ranking mondiale e non si può molllare nemmeno un ciuffo d’erba.
Al 3’, i padroni di casa concedono il primo piazzato agli ospiti, ma il generalmente infallibile Halfpenny deve ancora prendere le misure e spara a lato. Al 6’, una “collapsign scrum” fischiata dal signor JP Doyle, concede ai rossi una seconda chance. Questa volta Biggar e compagni optano per il bersaglio grosso sprecando l’occasione.
Al 18’, Lovotti salva disperatamente una meta ormai fatta dalle furie rosse iniettando morale nelle vene degli azzurri.
Al 29’, la moul italica spinge a tal punto da rompere l’argine gallese, scaraventando il piccolo Ugo Gori dentro la “try zone”. Dalla piazzola Carlo Canna arrotonda il punteggio e tutta la penisola dall’animo ovale festeggia un meritato 7 a 0.
Prima del fischio finale di primo tempo, c’è anche spazio per un’altra occasione non concretizzata dagli azzurri e soprattutto per i tre punti raccolti dal piede del meticoloso Halfpenny. All’intervallo si gira sul risultato di 7 a 3 in favore degli italiani.
Pessima ripresa. Quando tutta la penisola si aspetta una seconda frazione di gara tutta cuore ed intelligenza, ecco riaffiorare la vecchia Italia. Quella degli errori. Tanti e banali. Troppi calci di punizioni regalati ad una squadra che schiera un cecchino come Halfpenny. L’estremo nativo di Swansea infila tre piazzati consecutivi nel giro di 9 minuti, trascinando i suoi dal 7 a 3 al 7 a 12.
Con l’Italia tramortita dalla rimonta fulminea (e costretta in 14 dal giallo a carico di Lovotti), il Galles sferra il colpo del K.O. Al 62’ Davis raccoglie la bella giocata di Scott Williams e s’infila oltre l’ultima linea. Quattro minuti più tardi, tocca a Liam Williams schiacciare in meta all’altezza della bandierina. Il solito Halfpenny centra entrambe le traforazioni obbligando la banda di Parisse a scivolare da + 4 a -19 nel giro di mezz’ora.
Con la squadra azzurra ormai definitivamente fuori dal duello, i dragoni rossi infilzano persino la terza lancia nel costato della retroguardia italica grazie alla gran corsa di North, tentando addirittura di arpionare il punto di bonus che gli permetterebbe di volare in testa alla classifica. Solo spinta dal grande orgoglio, la trincea italiana riesce a respingere gli ultimi assedi della nazionale del porro evitando così il completamento dell’opera.
Finisce con un sonoro e forse ingiusto 7 a 33 in favore dei britannici, con un Italia che si lascia dietro i rimpianti per un ottimo primo tempo a cui ha fatto seguito una pessima ripresa.
“Protocollo” e prime volte. È stata la partita delle tante prime volte. Intanto, in 17 anni di partecipazione italica a questo torneo, mai un Presidente della Repubblica era sceso a conoscere i giocatori di ambo le formazione a pochi istanti dal fischio d’inizio. Quello che in Scozia è un “protocollo” obbligatorio ad ogni incontro, dalle nostre parti non si era mai visto. Un tabù sdoganato da Sergio Mattarella che, scortato da capitan Parisse, si è prodigato nel stringere la mano a tutti i trenta protagonisti schierati sotto una pioggia battente.
È stata la prima di Conor da capo allenatore di una squadra che partecipa al torneo più vecchio del mondo (nel 2000 giocò a Twickenham contro l’Inghilterra la sua ultima partita da estremo con la maglia del trifoglio irlandese) e la prima volta che sento commentare acidamente le decisioni dell’arbitro da parte di un allenatore. “Il problema non sono i 16 calci fischiati contro di noi, il problema sono stati soltanto i 5 fischiati contro il Galles”.
Infine, è stata la prima volta con il nuovo punteggio, lo stesso che si utilizza anche nei campionati nazionali di riferimento. 4 punti a vittoria, 1 di bonus in caso di 4 o più mete segnate e 1 di bonus difensivo in caso di sconfitta con meno di 8 punti.
Purtroppo per noi, l’Italia è rimasta inchiodata a zero, ma se non altro ha costretto il Galles ad accontentarsi di una semplice vittoria senza bonus aggiuntivi. Guardiamo avanti. Sabato scenderà a Roma un’Irlanda ferita dalla sconfitta in terra scozzese; la rappresaglia verde sarà furiosa, ma di sicuro gli venderemo cara la pelle.
Gli altri risultati. Scozia v. Irlanda 27- 22; Inghilterra v. Francia 19-16.
Classifica. 4 Galles – Scozia – Inghilterra, 1 Francia – Irlanda, 0 Italia.
Prossimo Turno. Italia v. Irlanda; Galles v. Inghilterra; Francia v. Scozia
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