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Diritti TV: come cambiano le entrate dei Club con il nuovo decreto – 5 mar
Il ministro dello sport Luca Lotti lo aveva annunciato già qualche giorno fa: “Firmeremo il decreto sulla riorganizzazione dei diritti televisivi del calcio, la cosiddetta legge Melandri”, e così giovedì è stato, Lotti come dichiarato da lui stesso, ha firmato, “dando così attuazione a un’altra norma contenuta nel pacchetto sport inserito in legge di bilancio”.
Cosa cambia?
“A partire dal prossimo campionato la quota da dividere in parti uguali viene innalzata dal 40% al 50% e la parte restante verrà assegnata sulla base di criteri certi e misurabili“.
Questo innalzamento della percentuale porterà un incremento stimato di circa 10 milioni di euro per ogni singolo club.
In cosa consistono i criteri certi e misurabili?
Oltre alla grande fetta (50%) da dividere in parti uguali, c’è un 50% da riempire. Il 30% sarà rappresentato dai risultati sportivi, mentre il restante 20% dal cosiddetto “radicamento sociale”, che in seguito spiegheremo meglio.
All’interno del capitolo risultati sportivi, c’è la più grande novità della riforma. Rispetto al passato aumenterà l’importanza dell’ultimo campionato, in cui peserà su un totale del 15%, un 3% per i punti finali, e 12% per la posizione in classifica. L’obiettivo lo spiega lo stesso ministro Lotti: “Non esisteranno più le partite inutili di fine stagione perchè i punti raccolti avranno la loro importanza”.
Da aggiungere alla performance nella stagione precedente, ci sono i risultati negli ultimi 5 campionati e nelle competizioni nazionali e internazionali dal 1946/47 ad oggi.
Per quanto riguarda invece il radicamento sociale, è doveroso citare le sottovoci di questa sezione: gli spettatori paganti allo stadio negli ultimi 3 campionati e l’audience tv, certificata dall’Auditel.
Serie A che segue il modello Premier League?
Nì!. Per adesso non si può ancora affermare che il massimo campionato italiano sia al pari di quello inglese in termini di diritti televisivi, anche a causa di un valore di vendita dei diritti fortemente squilibrato.
Nonostante questo però un passo è stato fatto, prosegue Lotti: “Si stima che grazie a questa modifica il cosiddetto ‘first lo last’, cioè il rapporto tra quanto prende la prima e quanto prende l’ultima, si ridurrà dall’attuale 4:1 a un più equo 3:1. Questa -prosegue Lotti- la spiegazione tecnica, magari un po’ complicata. Per dirla semplicemente, avremo un campionato più equilibrato e quindi più bello“.
L’ultima frase è sicuramente vera, anche perchè le squadre di alta fascia, come la Juventus ad esempio, perderanno dopo tale riforma circa 15 milioni di euro all’anno, mentre squadre come il Bologna arriveranno a riceverne sicuramente più di 10.
Ricapitolando.
VECCHIO SISTEMA:
Parti uguali 40%
Risultati sportivi 30%:
5% – risultati ultimo anno
15% – risultati ultimi 5 anni
10% – storia del Club
Radicamento sociale 30%:
5% – popolazione
25% – indagini
NUOVO SISTEMA:
Parti uguali 50%
Risultati sportivi 30%:
12% – posizione in classifica nell’ultimo anno
3% – punti conquistati nell’ultimo anno
10% – risultati ultimi 5 anni
5% – Risultati nazionali e internazionali dal 1946/47 ad oggi
Radicamento sociale 20%:
12% – spettatori paganti negli ultimi 3 campionati
8% – Audience Tv certificata dall’Auditel.
In pratica come cambierà la ridistribuzione?.
Dirlo con certezza e con cifre esatte è molto complicato, soprattutto in questo momento. Noi per ora ci limitiamo a citare due fonti attendibili, ma che forniscono proiezioni abbastanza diverse:
La Stampa ipotizza che il Bologna, avrebbe un guadagno annuo di circa 11 milioni (da 36 a 47,2), allontanando e non poco squadre come il Cagliari, che si trovano subito sotto a quota 39 milioni.
Secondo il quotidiano torinese la Juventus perderebbe una ventina di milioni, mentre Samp e Atalanta crescerebbero entrambe di 20 milioni.
Eurosport invece, che prende le cifre di Calcio e Finanza, calcola una crescita molto più consistente per il Club di Saputo: dagli attuali 34,8 milioni annui, a ben 55,7 con una crescita quasi di 21 milioni: un’enormità.
Perde un po’ meno la Juventus, mentre rimangono altissime le cifre per Sampdoria e Atalanta, che prenderebbero rispettivamente 65,5 e 62,4 milioni all’anno.
Anche qui, inoltre, si può notare un grande solco dal 12esimo posto in giù.
Insomma la nuova ripartizione non stravolgerà incredibilmente il modo pallonaro italiano, ma sicuramente lo renderà più equilibrato e divertente.
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