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Sinisa Mihajlovic è il nuovo allenatore del Bologna FC: la carriera

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Dopo una carriera ricca di successi, capita spesso che un ex giocatore decida di fare “il salto”, passando dal campo di gioco alla panchina. È il caso di Sinisa Mihajlovic, calciatore dal palmares ricco di trionfi, sia nazionali che internazionali.

Dopo un iniziale periodo come vice di Roberto Mancini all’Inter, la sua prima chance da capo allenatore l’ha avuta proprio qui, a Bologna. Alla guida dei felsinei ha esordito l’8 Novembre 2008, ottenendo un pareggio per 1-1 contro la Roma, con la prima vittoria arrivata il 13 Dicembre (Bologna-Torino 5-2). Ma ad Aprile è già tempo di fare le valigie: dopo quattro sconfitte consecutive e numerosi pareggi (tanti da valergli l’appellativo di “Mister X”), giunge per lui l’esonero, in favore di Giuseppe Papadopulo. Il periodo di inattività non dura a lungo: nel Dicembre del 2009 rileva Gianluca Atzori alla guida del Catania, debuttando il 13 dello stesso mese con una sconfitta (Catania-Livorno 0-1). Dopo un inizio non brillante, arrivano le soddisfazioni: la settimana successiva allo scontro con i toscani, la banda di Sinisa batte a Torino la Juventus per 1-2, fregiandosi anche qualche mese dopo della vittoria contro l’Inter per 3-1 (per la cronaca, vittoria ottenuta nell’anno del “triplete” nerazzurro). A fine stagione il bilancio è roseo: record di punti in Serie A per il Catania (45 totali, di cui 36 in 22 gare ottenuti da Mihajlovic) e 13° posto in classifica. Dopo i risultati convincenti ottenuti in Sicilia, per l’allenatore serbo arriva la chiamata della Fiorentina, che gli concede la panchina del “dopo Prandelli”. La sua esperienza in viola non lascerà particolari ricordi: dopo una prima stagione chiusasi con un 9° posto e ben quindici pareggi, il 7 Novembre 2011, dopo la sconfitta esterna contro il Chievo, arriva per lui l’esonero, con Delio Rossi scelto come suo sostituto. Dopo una breve esperienza sulla panchina della Serbia, il ritorno in Italia: nel Novembre del 2013 è la Sampdoria a puntare su di lui, ex giocatore blucerchiato, affidandogli la guida tecnica della squadra. La prima annata è più che sufficiente, con un piazzamento finale a ridosso del decimo posto, mentre la seconda si rivelerà molto soddisfacente: nonostante l’assenza di scalpi importanti, la Sampdoria a fine anno agguanterà il settimo posto, dopo aver chiuso il girone d’andata al terzo posto, risultato che varrà al tecnico di Vukovar il premio di Football Leader come “Allenatore dell’anno”. Il 1° Giugno, con una lettera pubblicata sul sito della società blucerchiata, Mihajlovic rassegna le sue dimissioni, accasandosi poco dopo sulla panchina del Milan al posto di Filippo Inzaghi. Con i rossoneri trascorrerà dieci mesi, venendo esonerato il 12 Aprile 2016 in seguito alla sconfitta 1-2 con la Juventus, arrivata dopo cinque partite consecutive senza vittorie. Dopo la parentesi milanese, è il Torino ad accoglierlo alla sua corte: presso la società di Urbano Cairo resterà per due stagioni, fra gioie e dolori, chiudendo la sua esperienza in granata il 4 Gennaio 2018, fatale per lui risulterà la sconfitta per 2-0 contro la Juventus in Coppa Italia. La storia recente parla del suo mancato impiego allo Sporting Lisbona, che non rende onore a un tecnico il quale, nonostante la carriera fatta di alti e bassi, ha all’attivo 268 panchine in Serie A con una media punti di 1.41 a partita. La storia si ripete a Bologna: il ritorno di Mihajlovic che, come sulla panchina del Milan nel 2015, andrà a sostituire Filippo Inzaghi. Che sia questa la volta buona?

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