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Rugby- Nazionale Femminile: intervista al CT Andrea Di Giandomenico

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Mercoledì 6 Marzo. Sul verde prato del campo 1 del centro sportivo “Dozza”, la nazionale femminile si allena agli ordini del commissario tecnico Andrea Di Giandomenico per l’ultima volta sul territorio italiano prima della partenza verso l’Inghilterra.

Vista l’occasione, non ci siamo fatti sfuggire una piacevole chiacchierata proprio con il selezionatore azzurro a pochi giorni dal “big match” contro il XV della Rosa.

 

Ciao Andrea, bentornati a Bologna.

«Ciao a te. Bentrovato».

Partiamo da questo insolito mercoledì di Marzo: come mai proprio sotto le Due Torri l’ultimo allenamento italiano prima del volo verso l’Inghilterra?

«Intanto per motivi logistici dovuti al trasferimento in Inghilterra e poi, avendo già giocato a Bologna contro la Scozia in un 6 Nazioni di qualche anno fa, conosco  bene l’ambiente. Senza dimenticare la grande ospitalità del presidente Paolini, di Lucio e di tutto lo staff emiliano».

Quel match si giocò all’Arcoveggio, come hai trovato la “nuova casa” qui alla Dozza?

«Conoscevo già il centro sportivo. Vivendo a Reggio, qualche volta passo da queste parti …».

Vero, ci siamo visti su queste tribune non tanto tempo fa. Andiamo al sodo: sei alla guida della nazionale da 10 anni, ma questo è un momento storico senza precedenti …

«Indubbiamente …».

Intendiamoci: tre risultati utili consecutivi, una vittoria clamorosa contro l’Irlanda e il momentaneo secondo posto nel 6 Nazioni. Adesso, persino la possibilità di sfidare la corazzata inglese senza nulla da perdere: chi poteva immaginarselo? 

«Sì, riguardo all’ultima partita lasciami dire che le ragazze hanno reagito alla grande dopo il 3 a 3calcistico” contro il Galles. Al termine della sfida con le gallesi, si è persino parlato di un’occasione sprecata, ma tant’è. C’è stata una risposta importante contro l’Irlanda e questo è stato un grande merito delle ragazze».

L’Inghilterra, finora, ha segnato 143 punti subendone “solo” 45. Come prepari un match del genere?

«Sarà dura, indubbiamente. Focus sulla difesa innanzitutto. Poi tanta pressione, per cercare di non farle giocare altrimenti è finita. Ci vorrà più attenzione rispetto al match giocato contro l’Irlanda, soprattutto sui nostri possessi, limitando al minimo gli errori offensivi».

Senti, nell’ultima settimana, dopo il successo del “Lanfranchi” contro l’Irlanda, le ragazze si sono giustamente guadagnate le pagine di diversi quotidiani nazionali. Da qualche parte – non ricordo dove – ho letto l’intrigante idea di far giocare la femminile all’Olimpico prima o dopo un match dei maschietti: che ne pensi?

Potrebbe esser utile al movimento oppure rischierebbe di trasformarsi in un’arma a doppio taglio in caso di sconfitta?

«Beh, in realtà abbiamo giocato due volte al “Millenium Stadiumdi Cardiff e una all’Aviva di Dublino. Due stadi d’importanza mondiale. Il rischio però è quello di giocare in una cattedrale vuota. La dimensione adeguata forse è quella del “Lanfranchi” di Parma, con il pubblico più raccolto e vicino al campo.

Ad ogni modo, correrei il rischio dei 60 mila …».

A proposito: Conor O’Shea ti ha chiamato?

«Assolutamente no. Maschile e femminile sono due cose diverse. Sarebbe ingiusto fare un paragone. Sono quasi due sport diversi. Spirito diverso, con in comune il gioco del rugby».

Ormai che ci sei dimmi due, ma proprio due parole sul torneo maschile

«Discorso complesso. È la strada giusta, anche se con tante cose di sistemare. Possiamo migliorare e stanno lavorando sulle criticità».

Chiudiamo tornando a noi: Inghilterra sabato, poi la sfida conclusiva del torneo con la Francia al Plebiscito. Verosimilmente, quanti punti dovrebbe fare l’Italia per riscrivere la storia e passare così da un buon 6 Nazioni ad un grande 6 Nazioni?

«Almeno 8. Scherzi a parte, il calendario ci ha regalato il gran finale. Siamo contenti di quello che abbiamo fatto fino ad oggi ma, anche in previsione della coppa del mondo 2021, sarà importante misurarsi con le prime della classe focalizzandosi soprattutto sulla prestazione e non solo sul risultato».

Va bene Andrea, ti lascio tornare sul pullman assieme alle tue giocatrici. A presto e grazie per la disponibilità.

«Figurati, è stato un piacere».

 

 

 

 

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