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Calcio

Champions League, ha vinto il migliore – 25 mag

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Spesso nel calcio finisce per vincere il migliore. Non sempre, ovviamente, e meno spesso di quanto accada in altri sport. Ma senz’altro è quello che è successo ieri sera a Lisbona, quando il Real Madrid ha superato i “cugini” dell’Atletico e conquistato la Champions League, la “Decima”, inseguita per più di un decennio. Già, hanno vinto i migliori, nonostante un Atletico Madrid da applausi, guidato dalla panchina con grinta e acume da un Diego Simeone riscopertosi grande allenatore e che ha comunque vinto: conquistare la Liga in barba a Real e Barcelona non è certo un successo da poco, così come vedere sfumare una clamorosa vittoria in Champions a 120” dalla fine.
Quando Sergio Ramos, grandioso difensore forse sottovalutato nel panorama calcistico mondiale, ha incornato la palla del pareggio, in pochi potevano avere dubbi sull’esito finale: l’Atletico, partito a mille, aveva ormai speso tutto, tra i suoi figuravano tantissimi ammoniti, il gol del vantaggio era arrivato in modo fortunoso e per il resto della gara si era percepita netta la differenza tecnica tra le due squadre. Il gol di Sergio Ramos ha distrutto la grinta, l’energia mentale, che ancora faceva girare le gambe ai ‘Colchoneros’, che infatti nei supplementari sono stati sbriciolati da un goal di Bale conseguenza di una grandissima azione operata da Di Maria (altro giocatore, come Ramos, decisamente sottovalutato), da un gol di Marcelo che ha reso evidente quanto l’Atletico fosse ormai con la lingua per terra e da un rigore forse un po generoso ma che è difficile dire non ci fosse.


Lode agli sconfitti: ad un Atletico Madrid come detto capace di vincere la Liga e al contempo di rigenerare scarti del grande calcio come Diego, Thiago, David Villa e Juanfran. Di scoprire ed esaltare uno come Diego Costa, la cui assenza ieri sera (ha giocato appena 9′) ha senz’altro inciso. Capace di tenere testa a squadre con budget e giro d’affari di molto superiori grazie a grinta, carattere, unità di squadra. E’ naturale che qualsiasi spettatore neutrale tifasse per loro, ieri sera: una favola, Davide che batte Golia, sempre valida. Perché checché se ne dica, alle persone piace ancora sognare, ed era bello pensarla come una sfida tra ricchi milionari con la pancia piena e poveri guerrieri affamati.
Ed è stato un grande Atletico, nonostante tutto. Grintoso, aggressivo, resistente e attentissimo in fase difensiva: una capacità di pressing maestosa che non faceva fiatare ne riflettere i ‘blancos’ e che alla fine, come detto, stava per portare addirittura la vittoria.

E se grande Atletico è stato, questo rende ancora più bello e importante il trionfo del Real Madrid. Il trionfo di Carlo Ancelotti, uomo pacato e perbene che è riuscito laddove persino l’incendiario ‘Special One’ Mourinho aveva fallito. Lo ha fatto dando ai suoi campioni libertà di giocare, affidando loro poche ma precise direttive e preferendo che fosse il loro estro a fare il resto. Il Real Madrid è sembrato molto ‘sacchiano’ in fase difensiva, mentre in fase offensiva è parso sciolto, libero. E del resto quando hai i giocatori che hanno i ‘blancos’, che direttive vuoi dare?
E’ stato il trionfo di un allenatore serio e preparato e di una persona mai sopra le righe, mai dentro alle polemiche e decisamente sottovalutata (come del resto Simeone) dal nostro calcio che esalta solo chi vince e non chi magari perde per un inezia. La storia dice che Ancelotti ha vinto molto, e quando non lo ha fatto raramente è stato per colpa sua. Bravo il Real a crederci, ad individuare in lui l’uomo giusto per ottenere questo ambito, maledetto, trionfo. Non un santone, non un profeta, ma un tecnico capace e realista, quello che serviva.
E’ stato così il trionfo di Casillas, segato da Mourinho più per imposizione che per vera scelta tecnica e riabilitato da Ancelotti, che ha capito del portiere due cose fondamentali: non si gioca nel Real, titolare, da un decennio senza essere bravi in quel che si fa ed esperienza e carisma hanno sempre un certo peso.
Il trionfo di Sergio Ramos, come detto in apertura decisamente sottovalutato considerato che si parla di uno dei difensori più forti e completi visti all’opera negli ultimi anni, un altro punto fermo di una squadra di campioni, e non può certo essere un caso. Il trionfo di Di Maria, ala maestosa ed interno fantastico, classe e sostanza, corsa e tecnica, imprescindibile con la sua versatilità per il gioco di questo Real. E c’era chi ne ventilava la cessione, prima dell’arrivo di Ancelotti…


E’ stato il trionfo anche di Benzema, Cristiano Ronaldo e Bale. Certo, tutti e tre hanno deluso ieri, ma non si può che parlare di loro in termini entusiasti quando si giudicano nel complessivo. Benzema ha mandato via dal Real un certo Higuain, segno evidente che il giocatore tecnicamente c’è: con Ancelotti si è anche molto affinato nel muoversi per la squadra, per i tagli a turno dei compagni di attacco, favoriti senz’altro dai suoi movimenti. Non è un centravanti nel vero senso della parola, ma a questo serve.
Ronaldo ha giocato male ed ha segnato solo su rigore quando i giochi erano fatti, lasciandosi poi andare a gesti certamente non belli pur se capibili nel contesto di una gara che ha visto i suoi detrattori attendere ogni passo falso per criticarlo, per dire “e questo sarebbe il miglior giocatore al mondo?”
Si, Ronaldo è al momento il migliore, e per lui parlano i numeri: solo in Champions, 17 gol in 11 gare. In campionato, da quando è al Real, 177 gol in 165 gare, più di uno a partita. E non è nemmeno una punta tradizionale.


Di Bale che dire? Tenendo presente che il prezzo lo fanno il mercato e le situazioni che questo crea, in troppi da quest’estate si sono affannati a sottolineare che ‘non vale i 100 milioni che è costato’, anche perché ‘nessuno vale 100 milioni’, dimenticando però che si parla dello stesso mercato dove uno Jovetic o un Lamela sono costati 30 milioni, un Pogba viene valutato sui 60-70 ed un Cavani è stato pagato 65. 
Ora teniamo presente che si parla di un quasi 25enne, tra i giocatori più veloci e resistenti sul pianeta e dotato di una tecnica notevole, capace di giocare su tutti i fronti dal centrocampo all’attacco. Il gol di ieri è sembrato facile, forse lo era, ma bisognava essere lì. Colpire quel pallone di testa, infilarlo in rete. Poteva esserci chiunque, hanno detto in tanti. Vero? Falso? Chi lo sa.
Ma c’era Bale.


Che con il gol di ieri, con quello che ha deciso la Coppa del Re, con i gol oltre che con gli assist e la grande professionalità dimostrata, ha cominciato a ripagare quei 100 milioni che è costato.
E che con 25 anni ha ancora un bel pò di tempo per finire di saldare il conto. 

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