Basket
Oggi è il centenario di Albino Bocciai, gloria virtussina negli anni ’40
Sono passati cent’anni dalla sua nascita. Albino Bocciai venne alla luce il 20 aprile 1920 a Trieste. Con la Ginnastica Triestina vinse due scudetti, nel 1939/40 e nel 1940/41. Nel 1942/43 lo troviamo alla Virtus Bologna, in un’annata in cui le V nere sfiorarono il loro primo scudetto. I bianconeri arrivarono all’ultima giornata in testa alla classifica, con un punto di vantaggio sulla Reyer Venezia. I bolognesi dovevano disputare la gara conclusiva del campionato proprio contro l’immediata inseguitrice, l’unica squadra capace di vincere in Santa Lucia, 19 a 22 nella partita d’andata. Non andò meglio nella trasferta in laguna: 28 a 24 e sogni tricolori rinviati al dopoguerra. Per la Virtus non fu sufficiente vincere 17 gare su 20; la terza sconfitta fu a Roma, 25 a 21 contro la Bruno Mussolini, ma Bocciai in quell’occasione non c’era; d’altronde, in quella stagione, collezionò solo nove presenze, segnando 60 punti, 25 dei quali, un’enormità per l’epoca, li mise a segno l’otto novembre 1942 nella gara vinta dalle V nere contro il GUF Pavia per 60 a 14. Fino ad allora nessuno in maglia Virtus era riuscito a fare meglio. Solo un altro giocatore aveva compiuto un’identica prestazione: Luigi Camosci, il 6 marzo 1938, nella gara vinta dalle V nere contro la Filotecnica Milano per 59 a 37. Dopo quel secondo posto la pallacanestro si fermò a causa del conflitto mondiale (solo nell’agosto del 1944 fu fatto il tentativo di mettere insieme un mini campionato concentrato in due giornate, ma poi il titolo non fu assegnato dopo un reclamo della Ginnastica Triestina riguardante la partita persa contro la Reyer Venezia, che si era aggiudicata quel torneo ridotto). Così finì anche la parentesi bolognese di Albino Bocciai. In nazionale otto incontri disputati e quarantuno punti realizzati. Partecipò anche agli europei del 1946 a Ginevra e proprio in una gara di quel torneo, Italia – Lussemburgo valida per il gruppo A, girone in cui gli azzurri giunsero primi a punteggio pieno, Albino fece registrare il suo maggiore bottino azzurro, 24 punti. L’Italia conquistò la medaglia d’argento: dopo avere battuto la Francia in semifinale, fu battuta in finale dalla Cecoslovacchia 34 a 32, superata in volata da tre tiri liberi di Krepela. Gli azzurri pagarono caro un fallo tecnico per avere rimesso sul terreno per la terza volta un giocatore, operazione non permessa dai regolamenti dell’epoca. In quell’avventura, che concluse la sua carriera in azzurro, Bocciai ebbe come compagni due vecchi amici della Virtus, Giancarlo Marinelli e Venzo Vannini, da pochi giorni qualificatisi con le V nere alle finali nazionali di Viareggio, dove in luglio avrebbero vinto il primo titolo tricolore dei bianconeri. Nel frattempo, nel 1945, Albino aveva fatto parte del gruppo di triestini che si unirono ai milanesi per fare ripartire la pallacanestro a Milano dopo il conflitto, ma poi era ritornato subito alla Ginnastica Triestina. Nel dopo pallacanestro fu docente universitario all’Università di Trieste. Morì tragicamente 1974: si lasciò inghiottire dal mare con la sua automobile lanciandosi dal Molo della Pescheria Grande di Trieste.
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