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Alé Bulåggna – Vtéss ‘na cuntadénna, la pèr ónna regénna

La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. Ancora una volta siamo alle prese col problema della forma e della sostanza

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Nuovo capitolo della rubrica dialettale Alé Bulåggna e nuovo detto petroniano da riscoprire e magari da portare con sé al Dall’Ara.

La frase di oggi è tanto provocatoria quanto realistica, se non addirittura vera in gran parte dei casi, e ci ricorda che siamo fondamentalmente tutti uguali,  ricordandoci che chiunque possa poi sembrare meglio o “migliore” di altri, a seconda delle circostanze. Così una persona agghindata in una certa maniera, potrebbe risultare più importante, più ricca, o più bella di quanto non sia.

Vtéss ‘na cuntadénna, la pèr ónna regénna

La frase di oggi in italiano suona “vesti una contadina, sembra una regina”, ma come abbiamo detto, può essere presa non solo come una constatazione sulla bellezza di una donna vestita meglio che si trasforma da contadina a regina, ma il significato può essere esteso un po’ ad ogni campo.

L’emergenza del Covid-19 ci ha insegnato quanto sia vero questo detto, infatti tante piccole cose che prima erano normali fino ad apparire banali, ora ci sembrano speciali e ci rendono felici. Il petroniano a riguardo potrebbe dire “vtéss ‘na cuntadénna, la pèr ónna regénna”…

Proviamo a riportare questa frase anche nell’ambito calcistico che più si addice a 1000 Cuori Rossoblù. La prima indicazione che potrebbe darci è un avvertimento: un giocatore che apparentemente sembra scarso o che comunque non abbia un rendimento accettabile, inserito in un differente contesto potrebbe invece tornare a rendere al massimo, perché “vtéss ‘na cuntadénna, la pèr ónna regénna”.

L’altra indicazione è quella opposta a quella appena segnalata: se è vero che “vtéss ‘na cuntadénna, la pèr ónna regénna”, è altrettanto vero che un DS poco attento potrebbe acquistare una “regénna”, che però poi si riveli una “cuntadénna”… con la conseguenza di aver sperperato denaro.

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