Basket
29 Ottobre, il punto su Basket City: prove caparbie di resilienza (al virus e alla sfortuna)
Non cci sarebbe molto da dire, in questo momento, se non che si va verso un possibile dramma anche sportivo: niente di che, sotto certi aspetti, in confronto a quello che potrebbe capitare all’intera nazione in conseguenza della pandemia, ma come è stato rimarcato oggi in sede di assemblea della Lega Basket le ingenti spese da sostenere mensilmente per l’attività di screening, i costi dei versamenti e delle contribuzioni in materia fiscale e previdenziale, la mancanza di liquidità conseguente al fatto di dover giocare a porte chiuse, con le ovvie conseguenze dei mancati ricavi, rischiano di mettere totalmente in ginocchio l’intero movimento cestistico, per cui non è semplice fermarsi, ora, sul solo dato tecnico-agonistico, anche se per adesso una serrata dei club parrebbe scongiurata. In attesa, penso, delle risposte che darà il governo all’interpellanza che è stato delegato a portare il presidente Gandini. Ma francamente non tira un’aria proprio bella, per il campionato italiano. E in Europa? Molte squadre hanno cominciato a giocare rimaneggiate, in diversi paesi si fa complicato trasferirsi, dove la situazione risulta particolarmente grave, per cui anche lì è poi tutto da vedere.
Resta il fatto, tuttavia, che nel frattempo la Virtus Segafredo ha cominciato a ritrovarsi, a crescere sotto l’aspetto fisico on l’ovvio risultato che anche quello tecnico ha iniziato a lievitare. Ad Anversa è finalmente esploso l’estro di Josh Adams, ma pure Abass ha trovato quella presenza in attacco che fin qui pareva essere il suo tallone d’Achille. La Virtus macina un gioco divertente, grazie alle invenzioni di un pacchetto di genietti mica da ridere ma pure per le scelte tattiche professate da un team tecnico che ha fatto della spettacolarità un elemento fondamentale del gioco, naturalmente dopo che si sia registrata al meglio la difesa. A pochi giorni, in definitiva, dalla doppia débacle in campionato contro Cremona e Reggio Emilia la Segafredo ha dimostrato che quelli potrebbero essere stati solo incidenti di percorso dovuti alla particolarità di una stagione assolutamente fuori dagli schemi. Domenica a Venezia potrebbe esserci una sorta di prova del nove, per gli uomini di Dj, ma anche qui aspetterei a caricare di troppi significati un incontro che per ora vale davvero solo i due punti, che non dovrebbe, quindi, generare chissà quali strascichi in caso di sconfitta. Senza Daye, la Reyer viene da una bella vittoria in campionato contro Sassari e una battaglia vincente contro il Bahcesehir in Eurocup; rimane, pertanto, un avversario tostissimo, nonostante l’incidente di percorso interno con Pesaro di un paio di settimane fa. Ora la Virtus dovrebbe cominciare a distribuire il più possibile le responsabilità offensive anche nei momenti topici delle gare più combattute, per il solito problema di non permettere alle difese avversarie di concentrarsi tutte su Santeodosic in quei frangenti, finendo per neutralizzarlo, e partite come questa potrebbero rivelarsi un buon test. Con la consapevolezza che a questo punto della stagione vale quasi di più il modo in cui si è giocato che il risultato finale. Per cui si evitino tragedie greche tra i tifosi nel caso dovesse tornare dalla laguna con le pive nel sacco.
In casa Fortitudo Lavoropiù invece ora comincia ad aleggiare una certa paura; la sfortuna si è aggiunta a perseguitare una compagine che sta realizzando probabilmente di essere più fragile di quanto prevedesse, per cui sembra stia cominciando a correre ai ripari e, stando alle voci, parrebbero in arrivo un Mario Cusin a cottimo e quel Wensley Saunders che ha già fatto assai bene alla corte cremonese di Sacchetti nell’ultimo biennio. A lui spetterebbe portare fisicità e difesa nel settore degli esterni, e magari nel giro di poco il nuovo quintetto potrebbe schierarsi con Fantinelli, Banks, Saunders, Withers e Cusin: formazione più operaia ma più solida di quella originariamente prevista in casa biancoblu, con l’inevitabile allungamento pure della panchina. Aradori potrebbe così non essere in quintetto, a meno che non ci sia lui al posto di Banks, che rimarrebbe sesto uomo tattico più che interessante. Potrebbero nascere problemi di ego tra i giocatori? Nel basket attuale sarebbe ridicolo anche solo pensarlo. Pure il dio Milos entra dalla panchina.
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