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Si sappia aspettare una Virtus che scopre le carte. L’editoriale del lunedì

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L’attività preferita dai tifosi virtussini oggi come oggi parrebbe quella di fermarsi a discutere sulla reale opportunità degli arrivi in squadra di Abass e Adams. La loro mediocre prestazione di ieri a Venezia ha rinvigorito gli ipercritici che insistono nel considerarli inadeguati a questa Virtus. A mio parere, sbagliando clamorosamente. Il bello è che questa diatriba finisce per mettere in sottordine una vittoria che andrebbe invece celebrata a dovere: vero è che Venezia era rimaneggiata, priva di Watt e con Daye al rientro un po’ forzato, tuttavia la personalità con la quale la Virtus ha saputo reindirizzare la gara nel secondo tempo è stata davvero notevole. Questa Segafredo ha gli attributi, insomma, ma soprattutto ha dimostrato che il roster è finalmente lungo, perché ieri l’hanno portata a casa non i soliti nomi, bensì gli imprevedibili (per chi si ferma alle apparenze) Pajola e Tessitori, oltre al redivivo Kyle Weems: il play autore di una prestazione di enorme spessore, dimostrata da un plus/minus di +28, una valutazione di 17 (con 7 punti segnati), un OER di 1,75, di gran lunga il migliore della partita; Tex vigoroso e concreto nei momenti più importanti della gara; Weems letale per gli avversari come lui sa decisamente essere. Meno male, perché Santeodosic ieri si è preso una piccola pausa, anche se è stato in campo 30 minuti, più di ogni altro. La qualità del suo gioco sarebbe parsa più che buona fosse stato chiunque altro, ma parecchie scelte sbagliate, qualche forzatura di troppo, diverse amnesie difensive ne hanno abbattuto la ipotetica valutazione e forse non sarebbe stato sufficiente per vincere; maggiore era il contributo di Markovic, bruscamente interrotto dallo sfortunato infortunio al gomito, ma paradossalmente questo ha consentito il maggior minutaggio di Pajola che alla fine è stato l’MVP. Più in sordina gli altri, anche se in verità Hunter ha sbagliato pochissimo, Gamble è stato tenuto a parziale riposo, Ricci ha sgobbato con un certo costrutto. Adams, Abass e Alibegivic, invece, sono stati quasi ectoplasmatici, ma qui occorre chiarire una cosa: un roster profondo serve proprio anche per sopperire agli inevitabili alti e bassi di rendimento dei singoli. Ad Anversa la settimana scorsa si celebravano un enorme Adams e il redivivo Abass, Alibegovic è stato protagonista varie volte nel recente passato, è quasi fisiologico che capiti una giornata affrontata in riserva. Continuo a ritenere Adams la scelta giusta per questa Virtus Segafredo, per come sa attaccare il ferro creando dal palleggio e potendo rappresentare una spina nel fianco delle difese, per come sa difendere sulle guardie veloci, per come sa essere importante nei momenti clou della gara. Non ha ancora messo in luce tutto il suo potenziale, deve finire un complicato inserimento nel gioco di Dj e del duo serbo, ma continuo a ritenere che possa essere l’uomo giusto. Abass deve ritrovarsi, certo, ma i tempi per poterlo fare con efficacia ci sono ancora tutti, a mio parere, e segnali confortanti si sono già visti in diverse occasioni, vedi appunto Anversa. E allora viene da invitare i tifosi di godere di ogni vittoria, soprattutto se è una piccola impresa come quella di ieri, accontentandosi di registrare i miglioramenti deòòa squadra e dei giocatori, senza elevare strazianti lamentazioni ad ogni inciampo. La stagione sarà lunga (almeno si spera, coi tempi che corrono) e le premesse perché la Virtus possa fare bene ci sono tutte. Con l’augurio che la dea bendata sia sempre girata dalla parte giusta. A proposito, Markovic non pare grave: enorme sospiro di sollievo, perché abbiamo visto tutti quanto pesi la sua presenza o meno in questa squadra.

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