Basket
Punter spegne i sogni virtussini: a Bologna vince l’AX Milano, 68-73 sulla Virtus Segafredo
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – A|X ARMANI EXCHANGE OLIMPIA MILANO 68 – 73 (24-23; 38-46; 58-58)
Virtus Segafredo: Tessitori, Deri n.e., Belinelli 9, Alibegovic, Markovic 6, Ricci 5, Adams 5, Hunter 12, Weems 3, Teodosic 12, Gamble 12, Abass 4. All. Djordjevic
E|X Armani Exchange Olimpia: Punter 18, Leday 16, Moretti n.e., Moraschini, Rodriguez 10, Biligha 1, Cianciarini n.e., Delaney 4, Shields 16, Brooks, Hines 2, Datome 6. All. Messina
Arbitri: Sahin, Rossi, Paglialunga
Tiri liberi: BO 15/23; MI 12/16
Rimbalzi: BO 37; MI 37
Falli: BO 22; MI 21
Tiri da 2: BO 13/32 ; MI 17/33
Tiri da tre: BO 9/27; MI 9/28
Chi si aspettava, ingiustificatamente, un Marco Beinelli versione Michael Jordan sarà rimasto deluso: il campione ex-NBA non poteva fare i miracoli dopo tanti mesi senza gare sulle spalle, e così è stato. Però Milano in conclusione non ha vinto agilmente su una Virtus che si è arresa solo nel finale e con alcuni errori distribuiti fra quelli che avrebbero dovuto essere i suoi eroi, mentre l’Olimpia trovava le giocate giuste proprio dai suoi. Il canestro che ha chiuso l’incontro è venuto dall’ex, Kevin Punter, e penso che nessuno dei virtussini si sia troppo meravigliato. Nel complesso peraltro la gara ha nobilitato l’appuntamento televisivo sulle reti nazionali in chiaro, ed ha così rispettato le aspettative di chi sperava in uno spot promozionale per uno sport che non sta vivendo i propri tempi migliori.
Subito la sorpresa nel quintetto Virtus, con Belinelli assieme a Markovic, Weems, Ricci e Gamble; Milano propone invece Delaney, Punter, Shields, Brooks e Hines. L’avvio per il Beli non è entusiasmante: dopo pochi secondi già un tiro forzato e sbagliato, poi la palla persa che causa il contropiede di Shields. Ci pensa però Gamble a replicare con un personale 5-0 che porta al pareggio. Da qui inizia la partita punto a punto e anche la prima tripla di Belinelli, che dà un primo – temporaneo, perché di là c’è il killer Punter a replicare – vantaggio virtussino. Comunque Milano sbaglia meno, e cerca un primo allungo in coincidenza con le prime rotazioni sul parquet, ma soprattutto mette in campo l’intensità giusta. Come cambia atteggiamento in difesa, infatti, anche la Virtus riemerge, grazie ai recuperi di Hunter e Teodosic. Un po’ inaspettatamente, così, la Segafredo termina avanti il primo quarto: 24-23, nonostante il grande avvio in particolare di Shields e Leday.
Adams e Teodosic infiammano i giochi al rientro in campo, Rodriguez non è da meno e la partita si fa proprio bella. A turni cambiano i protagonisti – ora anche Datome e Belinelli vanno sotto i riflettori – fra i quali non riesce ad inserirsi un Markovic per ora in difficoltà. Leday invece è la solita macchina da canestri ed è lui a scavare un nuovo solco. Piuttosto, Teodosic entra in una personale diatriba con i fischietti che ora non gli perdonano più alcunché, anzi, lo puniscono oltre ogni misura con un “flopping” discutibilissimo. Si va pertanto all’intervallo lungo sul 38-46. Leday e Shields sono già in doppia cifra, come pure Teodosic, che tuttavia dopo un grande inizio si è intestardito in solipsismi che non hanno fatto bene al gioco bianconero.
Il ritorno sul parquet riporta la partita in parità, per la determinazione con la quale i bolognesi rientrano in campo. Pareggio e vantaggio Virtus arrivano in meno di cinque minuti di una partita sempre bella. Teodosic è tornato il giocatore dei primi momenti, utile soprattutto alla squadra; Markovic è un po’ più incisivo, pure Ricci si mette in ritmo. Di là il Chacho dice “ci sono anch’io”, nei panni del regista, mentre Punter fa il Punter. E allora Abass lo imita con la tripla dell’ex. In un finale del quarto concitato accadono diverse brutture, alla sirena è 58-58. Però Teodosic ha confermato che è anche un rischio affidare per forza a lui l’ultima palla da giocare.
Si inizia con un tecnico alla panchina bianconera che conferma con quale tensione si sia in campo. Poi momenti di difesa bolognese ballerina potrebbero costare caro, visto che Milano è abituata ad avere la meglio nei punto a punto finali mentre la Segafredo butta via punti anche ai liberi. A 6’20 dal termine così è +5 Milano, dopo che la Virtus ha gettato alle ortiche la possibilità di tornare avanti. Djordjevic insiste a tenere in campo Belinelli (perché non Adams, piuttosto?) ma il giocatore non ha ancora il ritmo partita adeguato. A ciò si aggiungono incertezze diffuse che dicono come mai Milano sia in Eurolega e Bologna solo in Eurocup. Un po’ tutti gli uomini di Messina infatti a questo punto sbagliano davvero poco, mentre giungono un paio di perse velenosissime di Teodosic e Belinelli. Anche Datome perde in verità una brutta palla, ma Belinelli non riesce a punire i milanesi. E allora Punter mette la tripla che chiude la gara: 66-73 a 1’13” dalla sirena. Dal time out che segue giungono solo gesti disperati simil-campetto. Finisce 68-73. Vince meritatamente l’Armani, la Segafredo non ha però sfigurato, sebbene ci siano diverse cose da sistemare in una squadra ancora in costruzione, soprattutto dopo l’avvento di Marco Belinelli. Le è mancato l’istinto assassino che ha viceversa avuto la squadra di Messina, più rodata, in questo senso. Però i margini di crescita ci sono tutti e non è detto che i prossimi incontri debbano per forza finire in questo modo
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