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Il Resto del Carlino – La sfida dei Balcani, Mihajlovic affronta Juric
Sabato pomeriggio, ad aprire la diciottesima giornata di Serie A, sarà Bologna contro Hellas Verona. Mihajlovic contro Juric, Serbia contro Croazia. Un Verona tranquillo che si trova a 10 punti in classifica dai rossoblu che al contrario si trovano in una zona pericolosa a soli 5 punti dalla retrocessione.
Tecnici diversi, il serbo fa della qualità di gioco la sua arma migliore, mentre il croato predilige prestazioni con una intensità altissima, ma entrambi sono accomunati dalla guerra dei Balcani.
Era il novembre del 1991 quando i serbi invasero la Croazia e più nello specifico la città di Vukovar, dove risiedeva Ivan Juric. L’attuale allenatore degli scaligeri ricorda ancora le immagini dei giorni in cui vide “donne, vecchi e bambini scappare dalla città con le poche cose che erano riusciti a recuperare. Mentre gli uomini erano quasi tutti stati uccisi”. Invece, sempre nello stesso anno ma qualche mese prima, il 29 maggio, la città di Vukovar vedeva un giovane Mihajlovic alzare al cielo la coppa dei campioni vinta dalla sua Stella Rossa. Una guerra inaspettata, una guerra fratricidia, quella che travolse le due nazioni dei Balcani e che prima di essa, al contrario, vedeva i due popoli convidere sotto gli stessi tetti.
Separati dalla guerra, ora il mondo del calcio unisce i due allenatori che sono legati anche da un rapporto di stima reciproca, come nel giorno in cui Mihajlovic si presentò inaspettatamente al Bentegodi affetto dalla Leucemia e Juric gli si inchinò davanti. “Vedere il modo in cui Sinisa non si fa piegare dalla sofferenza dà coraggio a tutti” disse il croato dopo la partita.
I due allenatori, come scrive Massimo Vitali nel suo articolo, hanno trascorso momenti terribili che nulla hanno a che vedere con il mondo del calcio, una partita di calcio non ha nulla di drammatico e una lotta per non retrocedere non fa la minima paura rispetto alla vista di un tiratore scelto.
Fonte: il Resto del Carlino, articolo di Massimo Vitali
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