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Cresce una Virtus Segafredo sempre più “magica”. L’editoriale del lunedì

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È vero che ieri alla UNAHOTELS mancavano Frank Elegar e Justin Johnson, giocatori importantissimi per i suoi equilibri di squadra; è altrettanto vero, però, che nella trasferta di ottobre, quando Reggio maramaldeggiò sulla più brutta Virtus Segafredo vista fin qui, a referto entrambi avevano messo solo 3 miseri punticini e poco altro, risultando ben altro che decisivi in quell’incontro. Per cui la Virtus di ieri, ancorché priva di Belinelli e Pajola, demolendo i reggiani in quel modo (+27) ha dato una dimostrazione di forza non proprio per lei consueta, visto l’esito della maggior parte degli incontri casalinghi di questo campionato. Anche ieri raggiunto una prima volta un certo vantaggio ha dato l’impressione di potersi appisolare, come era poi accaduto all’andata. Ben guidata dal suo coach, viceversa, si è questa volta rapidamente ripresa e non ha pressoché più smesso di giocare fino a 11” dalla fine.

È stata, ieri, anche la gara in cui Abass ha ritrovato il minutaggio di inizio stagione, quando ancora non c’era Belinelli, e non si può dire che non si sia fatto trovare pronto, anzi; l’altro neo acquisto costantemente sotto esame da parte di stampa e tifosi, Josh Adams, è entrato sul parquet che sembrava, inizialmente, affaticato, un po’ in confusione, molto meglio in difesa che in attacco, poi poco alla volta è cresciuto, si è immerso nella gara tanto da accumulare un plus/minus di +28 (il secondo, Markovic, è a +18, Teodosic +8, Weems +9) che è un dato controverso ma che chiaramente indica come con la sua presenza in campo la Virtus sia letteralmente decollata. Provate a chiedere a Taylor quanto si sia divertito, ieri, rispetto all’andata (quando aveva segnato 19 punti, top scorer con oltre il 60% al tiro complessivo).

Un briciolo di ruggine emerge ancora a tratti su Ricci ed Alibegovic, ma la squadra sta crescendo nel fisico e nel gioco, dove la sensazione che dà è quella di divertirsi davvero tanto. Ora arriva il primo test dell’anno, le F8 di Coppa Italia, subito in salita con la “rivincita” con Venezia ed eventualmente la semifinale con Milano. Due partite diverse, ugualmente insidiosissime: nella prima, si tratta di misurarsi con la squadra più continua ad alto livello espressa dal movimento italiano negli ultimi anni (campione uscente sia in Coppa che in Campionato, che ha vinto due volte nelle ultime tre edizioni completate) e con la squadra almeno in teoria più forte d’Italia (ma sarà poi tutto da vedere). La Virtus potrà affrontare l’impegno con la necessaria serenità, o dovrà considerarla come una prima ultima spiaggia? Dipenderà molto, credo, dalla società, che in effetti sta investendo tantissimo, ma occorre che sappia gestire le aspettative. Vincere questa Coppa Italia porterebbe in casa un trofeo per nulla disprezzabile, anzi, sarebbe il ritorno ad una vittoria in Italia che manca da quasi vent’anni, ma sappiamo che l’obiettivo primario è un altro, e dunque occorre che il giocattolo continui la propria crescita in armonia, senza tensioni che non siano quelle positive che servono per scendere in campo con lo spirito giusto.

Due parole, in conclusione, sulla “magata” di Santeodosic: è l’ennesima azione divenuta virale sul web, con ululati di stupore e compiacimento che arrivano da ogni dove, USA compresi. Solo in Italia accade che sia oggetto di censura da parte di alcuni che considerano il gesto ”irriverente”. Dispiace leggere certe cose, perché qui i veri antisportivi sono coloro che non sanno apprezzare l’aspetto spettacolare dell’azione, che ha raccolto i complimenti della sua stessa vittima, Leo Candi. A parte il fatto che tutto è parso fuorché una cosa preordinata, quanto piuttosto un’improvvisazione per non perdere la palla dopo che si era reso impossibile concludere con l’assist inizialmente immaginato verso Tessitori, il gesto del dio Milos rappresenta una ennesima prova di come anche lo sport possa sconfinare nell’arte, quando raggiunge questi livelli. Peccato per chi non riesce ad afferrarne il valore. Ma c’è anche a chi non piacciono Picasso e Charlie Parker.

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