Altri Sport
Carspillar – Ferrari 288 GTO, l’eccellenza veste Rosso
Oggi parliamo di Ferrari 288 GTO, supersportiva prodotta per volere di Enzo Ferrari con l’intento di gareggiare in competizioni aperte al Gruppo B.
Ci riferiamo quindi a una vettura a motore centrale che vanta dati prestazionali elevati: un’auto nervosa e impegnativa che – a causa di un’erogazione poco lineare e dell’assenza di controlli elettronici – richiede un certo manico.
I fanali a scomparsa di 288 GTO tra i tornanti svizzeri (© wsupercars.com)
Il Gruppo B
La categoria Gruppo B – esclusivamente rivolta ai grandi costruttori – venne istituita quasi quarant’anni fa dalla Federazione Internazionale dell’Automobile, nell’ormai lontano 1982. Si tratta di una divisione dedicata a competizioni (su pista e fuori), diventata famosa per via del regolamento tecnico molto flessibile, senza limitazioni di potenza, massa o tecnologia.
Per l’omologazione di un determinato modello era sufficiente che fosse prodotto in appena 200 esemplari, proprio come 288 GTO.
Infatti, la Gran Turismo Omologata venne realizzata in 200 unità (successivamente 272). Grazie all’ing. Nicola Materazzi, la base del progetto – sviluppato a partire da 308 GTB – ha subìto sostanziali ritocchi, sia estetici che meccanici.
Una costituzione armonica
La carrozzeria – proposta in un’unica colorazione Rosso Corsa – è in fibra aramidica (kevlar), un materiale sintetico caratterizzato da una notevole resistenza alla trazione e al calore.
Concentrando l’occhio sull’estetica, è possibile notare i tipici gruppi ottici a scomparsa e, nella parte inferiore della calandra, uno splitter con fanaleria fendinebbia integrata. Le forme dei parafanghi sono state allargate per ospitare nuovi pneumatici, 225/55 all’anteriore e 265/50 al posteriore. A completare le nuove proporzioni ci pensa il posteriore, anch’esso più largo ed imponente rispetto alla sorella 308 GTB.
Il posteriore di Ferrari 288 GTO: la doppia fanaleria che distingue le Rosse del passato (© wsupercars.com)
8 cilindri da 400 CV
Il propulsore DOHC montato longitudinalmente è lo stesso che successivamente equipaggerà F40, un 2,8 litri V8 (da cui il nome 288) sovralimentato da due turbocompressori IHI raffreddati da intercooler rispettivamente assegnati: la potenza disponibile è di 400 CV e oltre 490 Nm di coppia, valori che avveravano uno 0-100 km/h in soli 4,9”.
288 GTO fu la prima Rossa ad adottare un’iniezione elettronica derivata dalla Formula 1, la Weber-Marelli IAW. Quest’ultima, è provvista di un’unica centralina il cui scopo è volto al controllo di accensione e iniezione: calcola il peso del volume dell’aria aspirata, rilevandone temperatura e pressione ed integrandolo con l’angolo di apertura farfalla.
Il cambio manuale a 5 marce – a cui è dato il compito di gestire tutta la potenza – è “a sbalzo”, montato quindi subito dietro l’asse posteriore.
Il vano motore: ecco il V8 2,8L (© wsupercars.com)
Il propulsore made in Maranello e le linee disegnate da Leonardo Fioravanti compongono una vera opera d’arte dal peso di 1.160 kg. Il matrimonio tra competenze ingegneristiche e aerodinamiche ha permesso a 288 GTO di aggiudicarsi l’ormai datato record di vettura di serie più veloce al mondo (303 km/h), sfondando per la prima volta il muro dei 300.
Curiosità
L’importante richiesta di Ferrari 288 GTO portò ad aumentarne la produzione. Inizialmente si parlava di 200 unità, numero che poi venne portato a 272, di cui le ultime due realizzate per un magnate del Medio Oriente e per il grande Niki Lauda.
Un Cavallo imbizzarrito
Come detto, allo scopo di partecipare a competizioni rivolte al Gruppo B, nel 1985 vennero prodotti 5 esemplari di 288 GTO Evoluzione; queste unità beneficiavano di un’aerodinamica rinnovata e di un telaio rinforzato – qualità che accompagnate da varie migliorie meccaniche – hanno permesso di far scendere il peso a 940 kg e alzare la potenza a 650 CV.
Le 288 GTO Evoluzione – però – non parteciparono mai alle gare, le quali dal 1987 vennero abolite per motivi legati alla scarsa sicurezza rilevata.
Un esemplare di 288 GTO Evoluzione nel suo habitat naturale, la pista (© classicdriver.com)
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook