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Una gara da mito – GP Canada 1985, Alboreto e Johansson, doppietta da primato

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Gli anni ‘80 sono universalmente conosciuti, insieme agli anni ‘90, come uno dei periodi più complicati della storia della Scuderia Ferrari. Negli anni ‘90 fu la crisi tecnica di inizio decennio a complicare la vita agli uomini e alle donne di Maranello, mentre nella decade precedente le problematiche derivarono soprattutto da gravi incidenti, come il 1982, nel quale nonostante la morte di Villeneuve e l’incidente di Pironi arrivò il titolo costruttori, da rivalità aspre e manovre al limite del regolamento o da scelte di forniture sbagliate.

A dire il vero nel 1983, con la coppia Tambay-Arnoux, arrivò il bis iridato per quanto riguardava i team, ma da quell’anno cominciò un digiuno interrotto nel 1999 con il trionfo tra i costruttori e terminato definitivamente l’anno dopo, quando Schumacher riportò nella Motor Valley il Campionato del Mondo piloti, che mancava da 21 anni. Ci fu un anno nel quale però la Ferrari andò vicinissima a veder trionfare un pilota italico su una propria vettura: il 1985, l’anno del quale il Drake, Enzo Ferrari, diceva: “Ad Alboreto dobbiamo un mondiale”.

Circuit Gilles Villeneuve, Montréal. Giugno 1985: lo strano destino delle corse

Sarà un segno del destino, ma proprio nel circuito intitolato all’indimenticato Gilles Villeneuve la Ferrari mise a segno un colpo importante in ottica campionato, che permise a Michele Alboreto di guadagnare la testa della classifica.

A Montréal, sabato 15 giugno le temibili Lotus del duo italo-brasiliano Senna-De Angelis furono le più veloci, monopolizzando la prima fila. Il pilota romano, primo in classifica generale, fece registrare il giro più veloce, seguito poco meno di tre decimi dal compagno. Terzo si classificò Michele Alboreto, completava la seconda fila Stefan Johansson. La terza fila fu appannaggio di Prost sulla sua McLaren motorizzata TAG Porsche e di Derek Warwick su Renault, settimo Boutsen, ottavo Rosberg, nono Piquet e decimo Tambay. Il campione in carica Niki Lauda si qualificò solamente diciassettesimo alla guida dell’altra McLaren.

Al via Senna scattò più rapido di tutti e guadagnò la prima posizione, seguito a ruota dal compagno De Angelis. Terze e quarte le due Ferrari. Al quinto giro Senna si fermò ai box per cercare di riparare la sua Lotus nera-oro, vittima di un guasto alla turbina, mentre Alboreto superò abilmente De Angelis conquistando la testa della corsa.

 

Le immagini della partenza con De Angelis primo seguito da Ayrton Senna (Source: F1world, copyright to the owners)

Consumo e Surer, le variabili “impazzite”

Nell’epoca della cosiddetta “formula consumo” non era così scontato staccare gli avversari senza rischiare di rimanere a secco. Il serbatoio era di capienza ridotta rispetto al necessario, quindi i piloti erano chiamati ad amministrare la potenza del proprio propulsore, cercando di evitare di finire le gomme prima della bandiera a scacchi. Ad Imola, nello stesso anno, si era visto una rappresentazione chiara della difficoltà di riuscire ad andare più veloci degli altri avendo in auto poco più del carburante necessario per percorrere la distanza di gara senza poter contare sulla possibilità di far rifornimento o cambio gomme.

La guida di Alboreto fu però parsimoniosa quel tanto che bastava per mettere qualche secondo tra lui e la Lotus di De Angelis quando, in fase di doppiaggio, Marc Surer non si avvide della manovra del pilota milanese: la Ferrari numero 27 dell’italiano e la Brabham numero 8 di Marc Surer si toccarono. “Ho avuto paura quando ho dovuto passare Surer, per poco non succedeva il passaggio. Lui non mi aveva visto, poi tutto è andato per il meglio”, disse a fine gara Alboreto.

 La sintesi del GP del Canada 1985 (Source: YouTube – Andreas Strømmen, copyright to the owners)

Andreas Strømme

“Slow” tre anni dopo, ma pericolo G.P. San Marino 1982 scongiurato

Quando si tratta di andare forti utilizzando poco carburante, la coperta spesso può risultare corta. Alboreto, solo al comando, si vide nuovamente ridurre il vantaggio sul compagno di squadra Johansson, nel frattempo salito in seconda posizione a causa di problemi agli pneumatici e al motore a De Angelis. Lo svedese si portò attaccato agli scarichi del suo compagno di squadra, ma questa volta a differenza di tre anni prima, il cartello con la scritta “slow” sortì l’effetto sperato. Johansson rallentò e Alboreto riuscì a vincere la sua prima gara della stagione.

Dirà Johansson su questo episodio: “Non ho accelerato, forse Michele ha rallentato e io l’ho potuto raggiungere. Dai box mi hanno dato il segnale di arrivare secondo e il cartello “slow”: non importava, lo avrei fatto lo stesso”.

Furono tante le recriminazioni per Senna ed Elio De Angelis, vittime di problematiche tecniche che hanno loro fatto perdere “una corsa incredibile”, a detta del romano.

Alboreto salì quindi a quota 27 nella classifica piloti, seguito da  De Angelis e Alain Prost a 22. Autosprint titolò “TRIONFO” sulla sua copertina, con la prestazione delle rosse modenesi che oscurò anche la vittoria di Paolo Barilla su Porsche alla 24 Ore di Le Mans, avvenuto poche ore prima.

Sembrava che potesse essere un buon punto di partenza per la vittoria finale di Alboreto nel 1985, ma alcune scelte tecniche, come quella di sostituire da metà campionato le turbine prodotte dalla tedesca KKK, che forniva anche la McLaren contendente all’iride, con le Garrett privarono l’Italia e Michele Alboreto di una vittoria storica, che avrebbe meritato e che tanti rimpianti ha lasciato ad Enzo Ferrari, alla sua Scuderia e a tutto il popolo italiano.

Alboreto festeggia insieme a Johansson e Prost la sua prima vittoria del 1985 (Source: f1ingenerale.com, copyright to the owners)

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