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Ora tocca alla Virtus Segafredo confermare di meritare la finale di Coppa Italia

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Alle Final Eight di Coppa Italia, che per la Virtus Segafredo cominciano questa sera, la formazione di Sergio Scariolo dovrebbe presentarsi finalmente al completo. Uso il condizionale perché mi pare d’obbligo, vista la fortuna che le Vu Nere stanno avendo in questa stagione, momento che ha colpito pure il pullman, questa mattina, tamponato davanti all’albergo pesarese. E, per la verità, si potrà probabilmente dire al completo più per onor di firma che per altro, visto che, come ha giustamente sottolineato il coach bolognese, la coppia Milos Teodosic-Kevin Hervey presumibilmente sarà ben lontana da una forma accettabile, arrivando da un lungo stop senza aver avuto grandi possibilità di reintegro tecnico, in assenza, quindi, quasi totale di ritmo gara. Gli avversari al primo turno saranno spinosi, spigolosi, scomodi insomma: è quella Brindisi che domenica scorsa non ha certo fatto un figurone contro la Fortitudo, ma vietato ingannarsi, anche solo per la cabala: già due volte la squadra pugliese è giunta alle F8 in settima posizione e ha poi passato il turno. Di più, ricordiamo come ad avvio di stagione, prima del diffondersi del covid, stesse mantenendo un ruolino di marcia invidiabile e che nel roster ha giocatori come Nick Perkins e Jeremy Chappell capaci di qualsiasi sorpresa. I nuovi arrivi non ci pare l’abbiano rinforzata più di tanto: un sempre più calante Alessandro Gentile e Maxime De Zeeuw sono giocatori perfettamente controllabili dal sistema difensivo virtussino; semmai, potrebbero inventarsi qualcosa i vari Gaspardo, Redivo e Wes Clark, ma sì, fatti i debiti scongiuri per la Virtus questa sera vincere sarebbe d’obbligo, nonostante le semi-presenze di parte dei giocatori a referto. La Coppa Italia non è il primo obiettivo stagionale che si è posta la società di Massimo Zanetti, però vincere non fa mai male. Alla fine della corsa si potrebbe trovare, se non ci saranno inopinati inciampi prima, ancora una volta la Milano di Ettore Messina. Si sta ricreando uno di quei dualismi che piacciono tanto allo sport italiano, chissà se questo non possa contribuire a risollevare l’interesse per il basket in un’Italia che vive di fiammate di estemporaneo interesse per questo o quell’altro diversivo dal titano calcistico. Anche queste Finale Eight potrebbero servire, a tale scopo, ma occorrerebbe la collaborazione di tutti, a partire dalle sempre più spente e stereotipate Lega e Federazione. Poi, sarebbe bello vedere finalmente arbitraggi adeguati a un movimento che non può prescindere dalla presenza di direzioni di gara meno farraginose di quanto visto già ieri sera, in particolare nella partita dell’Armani. Queste, però, sono cose che non possono cambiare dall’oggi al domani, quindi non resta che sperare.

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