Seguici su

Bologna FC

Mihajlovic: ”Il mio sogno era tornare alla normalità. La malattia ti insegna che niente è scontato”

Pubblicato

il

 

 

Questa mattina, vigilia di Venezia-Bologna, ha parlato in conferenza stampa Sinisa Mihajlovic, per presentare la gara di domani.

Ti siamo mancati?
”Siete un male necessario, quando non ci siete mancate, diventa tutto nella normalità, quando dai le cose per scontate poi ti accorgi che a volte non lo sono più e ti mancano. Ritornare alla normalità e parlare con voi mi mancava”.

In questi tre giorni che sei uscito, che Bologna hai trovato? Sarai a Venezia?
”Si. Come ho detto ai ragazzi, quando sono venuti Lorenzo e Roberto il mio sogno era quello di tornare alla normalità, nel giorno in cui sarei uscito. L’obiettivo era tornare in campo. Dopo 30 giorni, tornare in campo è stato bellissimo, sono emozioni che ho già vissuto. La salute ti fa godere la vita, ma la malattia ti fa comprendere il significato e non ti fa dare nulla per scontato, come anche una passeggiata. La vita bisogna godersela giorno per giorno. Questa è la legge della natura, solo quando ti ammali comprendi certi valori nella vita e non dai nulla per scontato, e dai a tutto un altro significato. Questa volta dal punto di vista mentale è stato più pesante, perché ero sempre da solo per via del Covid, mia moglie è stata con me solo tre ore. Durante il primo ricovero ho ricevuto tante visite, come Morandi e Ferrero. Sono cose che ti facilitano la permanenza in ospedale. Stando sempre da solo è stato veramente duro anche per uno forte come me, è stata dura. Per fortuna con le tecnologie ci si può sentire. Ai giocatori ho detto che mi hanno reso orgoglioso. Cercavo di passarmi il tempo perché tutti i giorni era uguale, era una tortura, però lo dovevamo fare, era importante arrivare all’obiettivo. Ringrazio il mio staff, la società, i dirigenti, i giocatori, i medici e gli infermieri del Sant’Orsola, ormai sono di casa e posso fare la guida turistica dell’ospedale. E’ stato brutto ma siamo qua”.

Hai capito quanto è forte il gruppo che hai creato.
”Nelle motivazioni del premio della Lega si menzionava la coesione. Spesso si dimentica che dietro un allenatore c’è uno staff, come accade ai medici. Lo staff aiuta a raggiungere i risultati, fare bene anche la seconda volta non era scontato, dal momento che certi senatori sono andati via. Quelli che sono rimasti e che sono arrivati, i più esperti, insieme agli altri hanno dimostrato che nelle difficoltà ci sono. E’ vero che sono dovuto andare in ospedale per fargli fare le cose come volevo, meglio tardi che mai. Rimangono tre partite, tutte alla nostra portata ma complicate. Siamo ancora in corsa per il nostro obiettivo. Il merito è dei giocatori e dello staff. Abbiamo fatto ottime prestazioni e risultati. Mi farebbe piacere finire bene la stagione per prenderci qualche piccola rivincita verso chi non aveva fiducia. Vogliamo avere la coscienza pulita di aver dato tutto, nonostante abbiamo passato alcuni momenti difficili come per esempio il periodo di Covid. C’è sempre stato equilibrio. Possiamo ancora toglierci qualche soddisfazione. Non è un caso che all’andata abbiamo fatto 27 punti, non potevamo pensare di essere quelli dell’inizio del girone di ritorno. Una volta ripresa la condizione fisica e una volta recuperati i giocatori stiamo facendo ciò che dobbiamo fare, non dobbiamo fermarci sul più bello”.

Cosa le è piaciuto di più dei ragazzi in queste partite?
”La squadra è serena, tranquilla, si prende le responsabilità, giocano e si divertono, sono liberi di mente. Rispetto a qualche mese fa dove mancava fiducia e risultati non arrivavano, adesso entriamo in campo sapendo cosa dobbiamo fare ma tranquillo. Questa è la differenza. Noi abbiamo sempre giocato a viso aperto. Io guardando dall’ospedale non ho capito quanto avrei capito essendo sul campo. Dal campo vedi che la palla canta e questa è la più grande soddisfazione. Vedi dal linguaggio dei giocatori che sono tranquilli”.

In questo momento di difficoltà i ragazzi le hanno trasmesso tranquillità mentale? Ha avuto in mente un sogno per il suo futuro?
”Io ho tanti difetti, ma di testa sono forte, dipende dal momento che vivi. Quando ti trovi in una situazione così ti concentri è di rimanere nella vita. Poi dopo ci pensi anche ad altre cose, ma la cosa importante è darsi obiettivi giorno per giorno, darsi forza con piccole vittorie che ti fanno crescere il morale. Il tutto accompagnato dal contorno. Devi sfruttare il tempo a disposizione, il tutto sta nel come lo sfrutti. Le distrazioni ti aiutano a sopportare meglio il tutto, e loro mi hanno aiutato in questo. Però tutto deve partire dalla testa, è importante non mollare mai. Ci sono stati momenti pesanti anche per me, grazie a loro e alla famiglia sai che li devi superare e li superi. Prima si pensa alla cosa più importante, poi si pensa anche ad altre cose. Una volta risolta una cosa, si pensa ad un’altra”.

C’è stata una partita che le ha fatto vedere come stava la squadra?
”Quella più importante è stata quella con l’Inter, sentivo da tempo che poteva essere scontata, l’Inter voleva vincere a tavolino, ciò mi faceva arrabbiare. Ai ragazzi ho detto: ‘’fanno bene a volere la vittoria a tavolino, perché non vinceranno’’. Questo mi ha dato fastidio ma non perché è l’Inter, poteva esserci chiunque. Si erano già messi i tre punti in tasca all’Inter, e nonostante io ami e rispetti l’Inter, ma ciò non mi faceva dormire di notte. Ho cercato di trasmettere tutta la rabbia che avevo, volevo che non si avverasse ciò che tutti dicevano. Mi dava molto fastidio il dare per scontata la vittoria dell’Inter”.

 Il Bologna è stato arbitro dello scudetto, cosa provi? Chi vince lo scudetto secondo te?
”Io tifavo Napoli, e mi dispiace. Tra il Milan e l’Inter non ho preferenze, sono stato in entrambe. Ho detto Napoli perché mi piace la gente napoletana, i tifosi, è gente di cuore, sarebbe stato molto bello per tutti, ma anche per tanti italiani”.

Nella tua camera hai visto Real-City? In Italia torneremo mai a questi livelli?
”Ho sentito Sacchi l’altro giorno, abbiamo parlato un po’. Noi come mentalità siamo molto lontani da quel tipo di gioco, c’è un’altra intensità, c’è anche qualità. si gioca per fare un gol in più non per prenderne uno in meno, si rischia, ci sono errori individuali, c’è meno tattica. Anche in Inghilterra vedi errori che in Italia non vedi, gli arbitri sono di un altro livello. Io ho visto arbitrare Orsato l’altro giorno, spesso ci parlo e gli dico: ‘’perché non fai così anche in Italia?’’. In Italia c’è un gioco molto spezzettato, in Inghilterra l’arbitro neanche lo vedi. In Italia il campionato dal punto di vista tattico è molto più difficile, quando alleni o giochi in Italia poi se vai all’estero è più semplice, viceversa se giochi all’estero e poi vieni in Italia è più difficili. Ci sono cose che devi imporre come allenatore, ma devi anche lasciare liberi i giocatori.
Ancelotti? Ogni allenatore ha il suo modo di lavorare, ci sono tanti modi per vincere. Lui porta coesione. Una volta Lavezzi ha detto: ”Ho litigato con Ancelotti, ma ho l’impressione che chiunque litighi con Ancelotti sbagli’’. Ognuno sceglie il modo con cui tirare fuori il massimo dai giocatori.

Ti è piaciuto Kasius? In mezzo al campo hai tante soluzioni, cambierete qualcosa?
”Qualcosa cambieremo, Kasius ha fatto bene. stiamo lavorando con lui, perché ha qualità e carattere, deve migliorare e lo farà. Deve migliorare nella fase difensiva, deve avere più coraggio quando attacca. Può essere anche titolare. Se non avessi avuto fiducia non lo avrei messo. 
A centrocampo possiamo cambiare, siamo in tanti. Quando arrivi al momento che hai tante scelte, cerchi di ruotare. E’ più stimolante avere diversi giocatori che ti possono coprire i ruoli. Devi cercare di indovinare e scegliere la soluzione migliore. Ogni allenatore cerca di fare il meglio per la squadra e mettere in campo i giocatori più adatti a quel tipo di partita. Ci sono anche i cinque cambi, quindi c’è possibilità di cambiare e giocare le partite in un altro modo”.

Domani se il Venezia perde è retrocesso, se li aspettava così in difficoltà?
”Loro vengono da dieci sconfitte consecutive, se dovessero perdere con noi sarebbero in Serie B, ma giocano in casa. Sarà una partita di orgoglio, sono disperati, sarà una partita di nervi. Anche noi a volte siamo stati disperati quindi sappiamo cosa significa. Noi dovremo essere molto equilibrati, fiduciosi, lucidi e tranquilli. Non dobbiamo cadere nelle provocazioni, se giochiamo con il giusto atteggiamento, possiamo fare bene. Dobbiamo usare la testa e pensare solo a noi, domani ci saranno 2000 tifosi del Bologna, li ringrazio. Dobbiamo riscattare la sconfitta dell’andata, ma se l’avessimo giocata altre 10 volte non l’avremmo mai persa. Bisogna essere liberi di testa e mettere in campo ciò che sappiamo fare”.

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *