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Carl Fogarty, The King

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Leggenda delle due ruote, soprattutto se parliamo di derivate di serie e di Ducati. Con le moto stradali ha costruito una carriera, che numeri alla mano, è una delle migliori tra quelle nel motorsport. Carl Fogarty, anche conosciuto come “The King”, nell’ambiente del Mondiale SBK è stato uno dei piloti inglesi più forti e brillanti della sua epoca. Una passione derivante dalle sue radici paterne, perché anche George stesso fu un pilota motociclistico. Ai suoi tempi Foggy veniva paragonato parallelamente ad un altro “Signore delle moto” che stava dominando in MotoGP: Mick Doohan. Carl ha scritto la sua storia soprattutto con la Rossa di Borgo Panigale portandola più volte sul tetto del mondo e così rimanendo nei cuori di tutti gli appassionati e dei fan Ducati.

Da Padre a figlio

Foggy si appassionò alle gare fin da bambino ma solo da adulto si avvicinò alle grosse cilindrate, prediligendo le piccole nella prima parte della sua carriera. Oltre ai mondiali SBK, Fogarty può contare nel suo palmares tre campionati del Mondo TT F1, la vittoria del Tourist Trophy dell’Isola di Mann e vari successi nella Superbike inglese. Fece qualche apparizione nel Motomondiale soprattutto con Honda e Yamaha e con l’italiana Cagiva gli ultimi due anni, in cui ottenne anche il suo risultato migliore in 500cc con un quarto posto in casa sua, a Donington Park.

 

Colpo di fulmine con la Rossa

Ma il vero amore per una casa italiana scoppiò con Ducati. Nel Mondiale delle derivate di serie Foggy ci arrivò con Honda. Però con la squadra giapponese nelle prime apparizioni e poi nelle prime stagioni complete non raggiunse grandi risultati. Il cambio radicale avvenne nel 1992 quando Carl sposò il progetto della Rossa bolognese. Alla sua prima stagione con la Ducati 888 ottenne anche la prima vittoria, sempre in patria, a dimostrazione del feeling eccezionale con la pista inglese di Donington. La stagione successiva sorprese tutti con un ritmo incredibile. Undici vittorie di manche e quattro podi gli consentirono di ottenere il titolo di vice campione del mondo, che l’anno successivo migliorò definitivamente. È infatti il binomio 1996/94 che lo incoronò come Campione del Mondo SBK. Due titoli arrivati con la nuova Ducati 916, in due stagioni praticamente dominate, con numerose vittorie e podi. Eppure dopo un dominio quasi incontrastato, Carl decise di cambiare aria e cercare nuove motivazioni nella Honda, con la quale aveva debuttato. Ma la scommessa si rivela un flop e dopo solo una stagione lontano da “casa”, decide di tornare al suo vero amore, a Borgo Panigale. La fiamma tra lui e la Rossa non si spense mai e infatti nel 1997, di nuovo in sella alla 916, tornò a vincere e conquistò il secondo posto nel mondiale. Un test di competitività nei confronti delle due successive stagioni in cu si laureò nuovamente Campione del Mondo SBK.

 

The King

Un parallelo interessante con chi ora in sella alla Panigale V4 sta dominando in lungo e in largo. Anche Bautista dopo una prima stagione eccezionale, almeno fino a metà, decise di firmare un biennale con Honda, salvo poi tornare in Ducati e aprire il ciclo vincente di oggi. Con i due ultimi titoli conquistati Foggy è entrato di diritto nella storia e nella leggenda del motorsport, diventando il primo pilota per mondiali e gare (59) vinte nelle derivate di serie. Record che nessuno per moltissimi anni ha mai scalfito o nemmeno eguagliato, almeno fino all’arrivo di un altro inglese che sulla Kawasaki lo ha infranto: Jonathan Rea. Carl ancora oggi è amatissimo in tutto il mondo. Diventato un’icona legato a Ducati, per lui è stata fatta un’edizione speciale e limitata della 996 di cui ci sono solo pochi esemplari in tutto il mondo. Una rarità che porta la firma, il nome e il numero di uno dei piloti più leggendari della storia della casa italiana.

 

 

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