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Rugby Test Match – L’Italia va vicino all’impresa, ma alla fine vince l’Australia 40 a 27 – 26 Giu
Suncorp Stadium di Brisbane, Australia nord orientale. Davanti a 22 mila spettatori, l’Italia comincia il suo ultimo test match estivo su ritmi letteralmente indemoniati.
Dopo 120 secondi, fra lo stupore generale, Tommaso Allan centra i pali dalla piazzola portando gli azzurri sul 3 a 0.
Al 6’, l’equiparato Budd raccoglie un off-load lungo linea di Venditti e schiaccia in meta: Tutto buono?Ni. L’arbitro inglese Matthew Carley preferisce vederci chiaro chiamando in causa il collega addetto al controllo televisivo. Francamente le immagini non chiariscono gran che; in poche parole Venditti passa l’ovale contemporaneamente allo sconfinamento laterale. Il dubbio è amletico e purtroppo – al termine di un lungo conciliabolo fra gli ufficiali di gara- la truppa di giudici opta per l’annullamento.
Peccato.
Il pericolo scampato risveglia all’improvviso l’orgoglio dei canguri, che nel giro di 3 minuti s’infilano per ben due volte oltre la nostra ultima trincea . Prima con la progressione di Naivalu, poi con quella di Folau. Entrambe sull’out sinistro. Entrambe trasformate dal calibrato piede destro di Bernard Foley.
Bravi loro, distratti noi.
Al 27’, l’ Italia torna a limare leggermente le distanze grazie al piazzato di Allan, ma l’ondata Wallabies è tanto strafottente quanto sagace nello sfruttare le nostre sbavature. Al 29esimo è ancora Folau, stavolta sulla grande apertura “alla mano” di Hunt, a timbrare un severissimo 19 a 6. Neanche a dirlo, il destro di Foley aggiunge i due supplementari scaraventando bruscamente gli ospiti ad un pesante -15.
Match in freezer e fine della discussione? No, non oggi.
Minuto 38. Boni rompe brutalmente il primo placcaggio per poi consegnare l’ovale a Venditti, che a sua volta è straordinario nell’offrire un clamoroso riciclo per l’accorrente Campagnaro. Il trequarti veneto brucia l’erba, semina gli avversari e sigla la meta che manda in estasi tutto lo stivale rugbystico (d’altronde non è diventato campione d’Inghilterra per caso). Allan è preciso anche in questa trasformazione e adesso sì, che si va negli spogliatoi col sorprendente punteggio di 21 a 13.
Come non detto. Alla faccia della fiammella della speranza rimasta accesa, la ripresa comincia come peggio non potrebbe. Van Schalkwik combina un pasticcio sulla ricezione del calcio d’avvio regalando una mischia pericolosa agli avversari. Dalla fase statica di partenza, i padroni di casa roteano meravigliosamente il fronte d’attacco trovando il pertugio giusto in cui spedire nuovamente Naivalu. Foley condisce il tutto con i soliti due punti aggiuntivi, inchiodando il tabellone sul 28 a 13. Stavolta è finita davvero? No, non ancora.
Al 63’, Padovani sfrutta un fortunoso rimpallo sul campanile esplorativo di Allan ed insacca la seconda meta tricolore. Lo stesso italo-scozzese (oggi infallibile dalla piazzola) infagotta anche la conversion da posizione defilata, riportando gli azzurri in linea di galleggiamento. Bene, l’Italia c’è. Anzi, ha persino una gran voglia di ribaltare il pronostico. Al 68’ – ad appena cinque giri di lancette dall’ultima segnatura- Tommy Benvenuti intercetta un borioso fraseggio australiano e s’invola per la terza volta in “Try Zone”. L’implacabile diligenza di Allan nel gioco al piede fa il resto, ricamando il punteggio sul 28 a 27. Nel Queensland. In casa loro. Roba da cinema.
Una visione mistica, dal valore inestimabile. Un abbaglio collettivo, purtroppo costretto troppo presto a fare i conti con la cruda realtà. Foley (si, ancora lui)ad un minuto dal termine trova un malefico spiraglio per premere l’ovale oltre l’ultima linea, decapitando inesorabilmente le speranze del XV dell’alloro. A certificare il funerale del sogno azzurro, il tombale piazzato conseguente alla meta dello stesso mediano originario di Sidney. Italia rispedita a -8 e tanti saluti alla gloria.
In realtà, con la clessidra ormai agli sgoccioli e la frustrazione alle stelle, l’Italia molla definitivamente la presa regalando ad Hodge lo spazio per siglare addirittura la quinta ed ultima meta dell’incontro.
40 a 27 il finale. Amaro, amarissimo. Un punteggio conclusivo ingiusto, che non rende minimamente giustizia all’ardore ed al coraggio italico .
La delusione è cocente, ma l’impressione è che le scelte effettuate dal CT Irlandese siano servite per far crescere l’autostima di alcuni giocatori chiave( Allan, Mbanda e Padovani su tutti), rimarcando contestualmente la leadership galoppante di Michele Campagnaro.
La chiusura di questa tournee nel continente oceanico è sen non altro risultata in crescita . Al netto del grande mondiale disputato dalla nostra selezione Under 20 in Georgia, l’impressione è che quest’ultima partita schiarisca leggermente un futuro apparso troppo spesso opaco. Certo, adesso non bastano più le pacche sulle spalle e nei test match autunnali servirà uno scalpo importante: Argentina, Fiji e Sud Africa sono avvisate!
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