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Fortitudo Bologna

Il ritorno di Caja, l’eredità di Cagnardi, l’obiettivo A1: come cambia la Fortitudo

La nuova Effe che Caja ritrova non è quella di giugno: il gruppo nelle ultime uscite è apparso demotivato e deconcentrato. Per cambiare rotta, probabilmente, servirà tempo.

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Coach Attilio Caja (©Valentino Orsini - Fortitudo Flats Service Bologna)
Attilio Caja (©Valentino Orsini - Fortitudo Flats Service Bologna)

Dove eravamo rimasti?“. Si è presentato così il nuovo coach biancoblu, in un clima, finalmente, tra il disteso ed il sognante. La Fortitudo cambia, in panchina e, molto probabilmente, in campo. Dopo un periodo, neanche troppo lontano, distante dalle scene, Attilio Caja torna a Bologna. E non è il solo cambiamento che in questa lunghissima settimana ha radicalmente cambiato le prospettive dei tifosi: dal rammarico per l’ennesima sconfitta, passando per il tracollo di Cantù e le dimissioni di Tedeschi, sembra passata un’era.

Nuove/vecchie conoscenze in casa Fortitudo

All’alba della passata stagione, in quell’estate caldissima del 2023 in cui la Effe cambiò la maggior parte degli interpreti, si sedette Attilio Caja. Dopo un ottobre da favola, la squadra perse la vetta in favore di Forlì nella stagione regolare, condannando i biancoblu a dover affrontare Trapani in finale Playoff.

Un cammino quasi perfetto fino all’ultima serie, poi ci si misero di mezzo anche le sfortune degli infortuni e, a fine stagione, l’addio dell’allenatore. Nonostante il saluto, un pò a sorpresa, del coach, la tifoseria ricorda ancora con gioia il percorso di un gruppo affiatato, grintoso, determinato e in grado di portare a casa vittorie pesantissime.

L’eredità di Cagnardi

Tuttavia, la Fortitudo che oggi Caja ritrova non è la stessa che ha lasciato a giugno. La Effe è reduce da 4 sconfitte consecutive, 7 complessive, da inizio stagione. In campo fatica a trovare soluzioni offensive, e soprattutto in difesa lascia lacune enormi che lo scorso anno si erano viste molto raramente.

Il problema più evidente però, è la rassegnazione della squadra in momenti chiave del match, che vedendo le qualità tecniche dei singoli hanno lasciato inevitabilmente alcune perplessità. La sfida più grande per l’allenatore, al momento, non sarà soltanto quella di ritrovare gioco quindi, ma anche di riprendere in mano le redini di un gruppo demotivato e moralmente in evidente difficoltà.

Gli obiettivi, questa volta, ben definiti della Fortitudo

C’è però una sostanziale differenza rispetto allo scorso anno, in questo nuovo corso biancoblu. Dall’obiettivo minimo playoff, centrato senza troppe difficoltà, della passata stagione, la nuova avventura di Caja riparte con una sfida precisa, e questa volta dichiarata: portare la Fortitudo ai playoff, e, possibilmente, ritentare la scalata verso la Serie A. Una missione non semplice, soprattutto considerando il ritardo accumulato in classifica, ma che non appare impossibile, anche grazie alle 27 partite ancora da disputare in regular season. Aspettative più alte, giustificate però da un roster che, specialmente considerando gli elementi della panchina, ha tutte le carte in regola per provare a realizzare.

Il nodo mercato

Tra le prime priorità della nuova era Caja, c’è il riassestamento del roster, soprattutto a causa dell’infortunio del playmaker Sabatini. Una perdita pesante, considerando che il tecnico aveva espresso il suo interesse per il giocatore già ai tempi della sua esperienza in Serie A con Varese. L’assenza del regista mette in evidenza la necessità di rinforzare il reparto esterni, dove sia Giordano sia Panni hanno mostrato difficoltà e lacune piuttosto evidenti nel gestire il ruolo con continuità.

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