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Addio sogni di gloria, una sconfitta che sancisce la fine della Champions per il Bologna

Con la sconfitta di ieri sera i Rossoblù danno l’ultimo saluto alla Champions. Una campagna fin qui deludente sul campo, e ora le colpe vanno divise

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Bologna - Monaco (© Bologna FC 1909)
La sconfitta col Lille sa di addio alla Champions (© Bologna FC)

Ora è ormai ufficiale, les jeux sont fait. La sconfitta di ieri del Bologna contro il Lille rappresenta l’ufficioso addio alla Champions League. Vero, mancano ancora 3 partite, ma saranno più partite “di contesto” che partite da vincere per giocarsi qualcosa. La campagna Europea, che fin qui è passata da Liverpool e Birmingham, vedrà ora i tifosi Rossoblù prendere d’assalto Lisbona, prossima sede delle partite europee del Bologna.

Sugli spalti i tifosi non perdono mai, e dimostrano sempre grande attaccamento alla maglia, ma in campo la storia è ben diversa. La squadra fin qui ha fatto un solo risultato utile, qualche buona prestazione, e 1 gol, arrivato ieri sera grazie a John Lucumì. Il cammino Champions è stato assai deludente, ma ora che è ufficiosamente finito sarà necessario che ognuno si prenda le proprie responsabilità.

Saputo, Sartori & Co: si poteva costruire una squadra migliore?

Alla cima della piramide del Bologna F.C. 1909 ci sta ovviamente la dirigenza, capeggiata dal presidente Joey Saputo e dall’amministratore delegato Claudio Fenucci. Sotto di loro ecco che arriva la coppia Sartori-Di Vaio, possibile artefice del calciomercato estivo. Sì, possibile, perchè, anche se nelle foto ufficiali è Sartori in persona a figurare, è difficile pensare che degli acquisti fatti da un direttore sportivo del suo livello nessuno sia ancora riuscito ad incidere positivamente.

Ma in realtà errare humanum est, errare è umano, ed anche per Sartori e Di Vaio è possibile sbagliare. Perchè è facile ricordarsi delle cose belle, di Calafiori preso a due spicci e rivenduto per quasi 50 milioni di euro, ma pochi si ricorderanno i colpi falliti dal Cobra nel suo periodo all’Atalanta. Cosa, o chi, coprì alcuni di quei fallimenti fu Gasperini, lo zoccolo duro di quella squadra ed il presidente Percassi. Proprio questa è una grande differenza con il modello Atalanta, che ha da sempre avuto un presidente pronto a coprire la squadra e pronto ad investire su quest’ultima, come dimostrano i risultati sportivi degli ultimi anni, ad esempio la conquista dell’Europa League dello scorso anno. Un modello che il Bologna dovrà pian piano fare suo, a partire da una batosta come quella della Champions di quest’anno.

Fenucci, Sartori e Saputo - ©Bologna Fc 1909

Sartori con Fenucci e Saputo (©Bologna FC 1909)

Italiano, ora la confusione sembra regni solitaria

Altra figura che dovrà prendersi le proprie responsabilità è l’allenatore Vincenzo Italiano. Arrivato in estate, ha dovuto cominciare la stagione con la squadra che era ancora un cantiere a cielo aperto, e fino ad ora non ha ancora mai avuto la rosa al completo a disposizione. Queste non devono essere scusanti però, perchè la partita di ieri ha ufficializzato una preoccupante situazione: la squadra ha difficoltà nella costruzione di gioco, soprattutto quando si trova nella trequarti avversaria.

Un gioco al momento confusionario, che troppo spesso si affida a lanci lunghi dietro la difesa, e che rispecchia sempre meno quel gioco ultraoffensivo che si è visto nelle scorse stagioni a Firenze. Vero, sostituire un genio come Thiago Motta non deve essere facile, ma ora sembra veramente che la situazione stia diventando complessa. Sarà necessario ritrovare al più presto la tranquillità e la semplicità che ha permesso al Bologna di vincere 3 partite di fila, perchè la Champions ormai è andata, ma il campionato, e le zone alte della classifica sono ancora pienamente a portata di mano.

Vincenzo Italiano, nuovo allenatore del Bologna

Vincenzo Italiano, allenatore del Bologna (Fonte immagine: Bologna FC 1909)

Bologna-Lille: anche i giocatori hanno colpe sull’addio alla Champions?

In fondo alla piramide del Bologna ci sono i calciatori, che inevitabilmente hanno colpe pari a società e allenatore. Chi dirige è la società, chi sceglie la formazione è l’allenatore, ma alla fine chi va in campo sono i giocatori. Diversi di questi ultimi stanno sottoperformando rispetto alla scorsa stagione, mentre altri ragazzi arrivati in estate, Dallinga in primis, stanno facendo meglio delle scorse annate, senza però essere decisivi. L’olandese, ad esempio, è migliorato molto su diversi aspetti, ad esempio i passaggi riusciti (81,50% vs 69,50% dati SofaScore)

La partita di ieri ha dimostrato inoltre diverse ingenuità difensive e poca concretezza sotto porta, qualità mentali fondamentali, e che i giocatori devono avere per competere in una competizione europea, perchè come ha ben detto ieri Beukema «A questi livelli i dettagli fanno la differenza, non solo oggi. Ogni volta che facciamo mezzo errore veniamo punti, ma se li fanno loro noi non siamo così bravi ad approfittarne».

Ora è però arrivato il momento di voltare pagina, e ripartire tutti insieme, perchè il campionato è ancora lungo e c’è ancora la possibilità di conquistare un piazzamento europeo

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