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Bologna FC

EDITORIALE – Coerenza e salti di qualità – 11 gen

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 Rigore Mattia Destro

Questione di centimetri.
Se la palla calciata da Mattia Destro al trentasettesimo minuto del primo tempo di Bologna-Chievo fosse andata 5 o 6 centimetri più a sinistra i commenti sarebbero molto diversi. Rigore calciato non benissimo, ma molto simile ad altri che invece sono stati realizzati su altri campi. Ma il calcio è questo.

Interessante, pertanto, guardarsi in giro e leggere (ascoltare) i più diversi commenti, dei tifosi-leoni da tastiera (come definiti da Michele Bettini nella striscia quotidiana in onda su Radio Sportiva) o delle firme sui quotidiani locali.

Giorgio Burreddu su Stadio cita Diego Armando Maradona (“I rigori li sbaglia chi ha il coraggio di tirarli”) suggerendo al bomber rossoblù la stessa grinta dimostrata nei giorni successivi all’esonero di Delio Rossi.

Sempre sullo stesso giornale Matteo Fogacci pone una riflessione sui numeri del Dall’Ara: solo tre vittorie per i rossoblu in casa (seconda consecutiva) e presenze di pubblico poco incoraggianti nonostante un tifo (di curva ndr) che non ha mai fischiato la squadra.

Simone Monari sulle pagine di Repubblica auspica che l’arrivo di Floccari sollevi Destro da troppe responsabilità e che un ulteriore attaccante in rosa possa alzare il livello della manovra. Alex Frosio sulla “rosea” sostiene che alla fine la differenza tra le due squadre l’abbia fatta la conta degli errori. Frey da una parte (che commette il fallo da rigore) e dall’altra il penalty di Destro e l’aver concessa facile ripartenza sul gol di Simone Pepe.

Se l’Assessore Luca Rizzo Nervo si consola con la maglia numero 38 (come gli anni compiuti proprio ieri, auguri ndr) donatagli dalla squadra e da una intensa serata ai microfoni di Ugo Mencherini e Vittorio Longo Vaschetto a Tempi Supplementari su Radio Nettuno, incalzato da Manuel Gulmanelli (il “Saiano” del Forum Rossoblu) concludo le citazioni con il Resto del Carlino che a firma del caporedattore sport Franco Caniato pubblica un editoriale che con realismo (che lo scrivente condivide ndr) sottolinea come i 22 punti alla fine del girone di andata restino per il Bologna attuale un “bicchiere mezzo pieno”.

Ci vorrebbe coerenza nell’analizzare 19 giornate di campionato. Coerenza con noi stessi e con quanto abbiamo sostenuto sin dal principio sulle nostre pagine.

In casa 1000 Cuori Rossoblu abbiamo sempre pensato che la squadra sia stata costruita per raggiungere l’obiettivo permanenza in A. Lecito sognare e spingersi un po’ più in là perchè quando vinci contro Napoli e Milan è lecito poter pensare a quel salto di qualità che fatica un po’ ad arrivare. E rimanere un po’ delusi. Empoli e Chievo sono state due occasioni perse. Per di più giocate sotto gli occhi dei propri tifosi, in quel tempio Dall’Ara che ieri l’Assessore Rizzo Nervo commentava a livello di “concept”. Positivo pensare che dopo tanti anni di dibattimenti la vicenda stia giungendo (forse) ad un epilogo.

Noi non stiamo dalla parte di chi accusa per una sconfitta o chi si deprime. Girare a metà campionato in questa posizione non può non soddisfare.

E le prospettive ci sono tutte.

Quindi non mettiamo sulla graticola nessuno, come non siamo soliti “salire e scendere dai carri”. Un atteggiamento che non vuole essere compiacente, ma (lo scrivevo prima) coerente con la nostra filosofia e con il nostro essere osservatori interessati.

Pretendere una rosa come quella di una corazzata da scudetto non ci pare realistico, Gennaio servirà proprio per cercare di coprire qualche falla e verificare dopo alcuni mesi l’andamento di alcuni elementi.

Ma se siamo contenti di scommettere su una squadra giovane allora la pazienza è d’obbligo, averla avuta sino ad oggi ha significato ad esempio vedere esplodere Mattia Destro (che ancora ha strada da fare vista anche la giovane età, ma che non può avere 38 partite sulle spalle giocando da solo là davanti senza commettere mai un errore). E come stiamo vedendo la società si sta cercando di regolare di conseguenza.

Passando al salto di qualità è innegabile constatare come la storia rossoblu (scudetti a parte) insegni questa grande difficoltà. Donadoni dovrà lavorare parecchio, perchè mentalità e testa sono alla base di tutto questo. Ed è solo lì il problema.

Vincere grandi partite paradossalmente è un problema, per quella successiva.

Ieri Sarri ai microfoni Sky, dopo aver preso la testa della classifica, si mostrava preoccupato perchè molto spesso è più complesso mantenere la posizione che raggiungerla.

Una squadra giovane e spesso inesperta ha bisogno di acquisire mentalità vincente e di lottare sempre con lo stesso ardore, oltre ad avere una rosa adeguata.

Ma non incolpiamo Mbaye (tra i flop di giornata) come capro espiatorio o il Falco che ha fatto infuriare il mister per la palla persa. C’è bisogno di maturare.

In fondo, per diventare grandi bisogna imparare ad esserlo!

Il Direttore

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