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“Caro” Coronavirus ti scrivo…

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Caro Coronavirus ti scrivo, 

ed è giunto anche il momento, no? Oramai sono circa tre mesi che hai deciso di scombussolarci i piani. E quella che qualche tempo fa era la nostra quotidianità, ora ci sembra la novità più eclatante. Nulla di speciale, prima. Un senso di libertà e leggerezza, ora. Anche un semplice caffè. Anche una litigata con il vicino, che magari prima non vedevi. E adesso, pensa un pò, fa un certo effetto anche scannarti nuovamente con chi abita al tuo fianco.

Caro Coronavirus ti scrivo, 

ti scrivo perché in questo periodo abbiamo capito, chi si e chi no, diverse cose. Ci siamo accorti che nulla è scontato, nella vita. Poco di filosofico, niente citazioni da “vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo”, ma il concetto è quello, in questo momento. Ora abbiamo un’altra concezione anche del nostro supereroe. Sia chiaro, Batman, Superman e compagnia bella resteranno sempre gli idoli dei ragazzini, ma ora al loro fianco c’è anche qualcun altro. C’è qualcuno che si è ritrovato catapultato ad affrontare tante battaglie, tra corse in ospedale e assistenza in terapia intensiva. E, spesso e volentieri, dietro la tuta da infermiere e medico c’era qualche cognome di calciatore. Un altro tipo di supereroe.

E in tutto questo delirio nemmeno il calcio, come tutte le altre facce di questa medaglia, se la sta passando bene. Che poi, caro Coronavirus, questa tua entrata in scena in un’opera che non vogliamo vivere non ha fatto altro che alimentare problemi già esistenti. Vincenzo Spadafora, Gabriele Gravina, Damiano Tommasi e chi più ne ha più ne metta continuano a darsi battaglia. Oggi l’ennesimo consiglio di Lega: in palio i Diritti Tv che nessuno vuole perdere. Non sia mai. Ora si sta ragionando a una diretta gol per creare i famosi assembramenti: sarà mai possibile? Andando avanti, questa Serie A non s’ha da farsi? Macché. Ancora una volta, il calcio italiano e i suoi protagonisti hanno saputo far prevalere i propri interessi sul collettivo. Si gioca, non si gioca, playoff, magari ci si può giocare un campionato con la monetina. Chissà. Tra un Claudio Lotito che già si vede con lo Scudetto cucito in petto, e un Daniele Gastadello che preferirebbe retrocedere, siamo sempre più immischiati in un film che una trama precisa non ha. 

E proprio Gastadello sembra uno di quelli che a scuola, quando la maestra invitava qualcuno alla lavagna, era l’unico ad alzare la mano. “Io, signora maestra”. Perché ora, così come a scuola, c’è qualcun altro che vorrebbe alzare la mano, ora vai a capire i motivi che lo tengono bloccato sulla sedia.

Caro Coronavirus ti scrivo,

si, ti scrivo per dirti basta. Perché hai così stufato che perfino a una donna mancano le litigate con il proprio uomo la domenica. “Andiamo a fare shopping?”, “ma sei pazza, c’è la Serie A”. Quanto manca per esultare per un gol al fantacalcio, quanto manca perdere una schedina al 90′ per un autogol.

Fino ad arrivare al calciomercato, sei riuscito a scombussolare qualcosa che già in sé era difficile da appesantire. I famosi scambi alla Nba, prestito secco, con diritto, con obbligo. Il sentiero è troppo stretto per contenere tutto ciò. Ma le voci continuano comunque a muoversi, come un valzer. Che poi di valzer ne stiamo già vedendo tanti. C’è quello sull’asse Milano-Barcellona-Manchester, che vede coinvolti Lautaro Martinez, Arturo Vidal, Antoine Griezmann, João Cancelo e chissà chi altro. C’è quello Torino-Barcellona, con protagonisti Arthur e Miralem Pjanic. E poi Paul Pogba riaccostato alla Juventus, Timo Werner al Milan, Ralf Rangnick che continua a studiare l’italiano e “le buone maniere” cit.

Caro Coronavirus ti scrivo,

ti scrivo perché ieri si è capito, per l’ennesima volta, che questo periodo è davvero un flop, anche nel calcio. Perché se uno come Zlatan Ibrahimović, immortale per definizione, crolla, vuol dire che la cosa è seria. E ora? Per maggiori info chiedere al Milan, a cui non bastava già la grandissima dose di problemi, ora ci si doveva mettere anche lo svedese ad aggravare ancora di più la situazione rossonera.

Per concludere, tornando al discorso Serie A, giovedì pare essere la data cruciale. Arrivata dopo un’attesa spasmodica. Come quando attendi l’ultima puntata di Game of Thrones. Ma ora non aspettatela troppo, perché ogni qualvolta che in questo periodo abbiamo atteso una data, una decisione, siamo poi rimasti delusi. Ma quella delusione ormai è superata, perché ora c’è solo la voglia di ricominciare. Ricominciare cosa? Ricominciare. Sicuramente tornare a sorridere, a prendere un caffè senza paura di sporcarsi la mascherina e a litigare con il vicino, muso a muso, per la macchina in doppia fila.

Si dice che per fare del bene bisogna fare un passo indietro. E tu, caro ma non troppo Coronavirus, a chi aspetti?

 

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