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Modena, la capitale della Motor Valley

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Modena è la città che ha dato i natali ad Enzo Ferrari e alla sua Scuderia, ha dato una nuova sede alla Maserati ed è patria di brillanti ingegneri e talentuosi piloti. Sembra quindi inevitabile attribuire al capoluogo emiliano il titolo di “capitale” della Motor Valley.

Scuderie

La scuderia più importante nata a Modena è sicuramente la Scuderia Ferrari. Il fondatore Enzo nasce a Villa Santa Caterina (oggi museo Enzo Ferrari) alle 3:00 del 18 febbraio 1898. Trascorre i suoi primi anni a Modena frequentando la scuola elementare di via Camurri, appassionandosi all’operetta al Teatro Storchi e scrivendo per il quotidiano “Provincia di Modena”.

Dopo una breve, promettente carriera da pilota, Enzo decide di fondare una propria scuderia per gestire le Alfa Romeo da corsa. Il nome da lui desiderato sarebbe “Scuderia Mutina”, dal nome latino di Modena, ma i fratelli Caniato, azionisti di maggioranza della nuova società, spingono per il nome “Scuderia Ferrari”. Il nuovo team nasce ufficialmente il 16 novembre 1929 e si stabilisce in viale Ciro Menotti, a Villa Sant’Agnese. Nel corso degli anni sono stati numerosi i modenesi che hanno contribuito alla leggenda del Cavallino Rampante, primo su tutti il geniale progettista Mauro Forghieri. Altri nomi importanti sono Dino Ferrari, brillante ingegnere e figlio del Drake, Franco Gozzi, storico assistente di Ferrari, e Paolo Martinelli, capo dei motoristi nell’era Schumacher.

Otto anni dopo la Scuderia, uno storico marchio decide di aprire il proprio reparto corse: la Stanguellini era attiva a Modena come officina dal 1900, ma è solo con Vittorio Stanguellini, figlio del fondatore, che comincia a partecipare alle corse. Vittorie alla Mille Miglia e in qualche Gran Premio pre-F1 negli anni quaranta aumentano il prestigio del marchio. Grazie al prezioso feedback di Juan Manuel Fangio, Stanguellini domina la scena della Formula Junior negli anni sessanta, prima di abbandonare definitivamente le corse. Oggi il mito viene preservato e tramandato attraverso il Museo Stanguellini.

Parlando di Juan Manuel Fangio non si può non pensare alla Maserati, la seconda scuderia più importante della capitale della Motor Valley. Sebbene fondata a Bologna, il cuore della Motor Valley, la storia del tridente si unisce presto a quella di Modena, quando, nel 1940, il modenese Adolfo Orsi compra la società dei fratelli Maserati trasferendola nella propria città. La scuderia si rivela subito vincente, trionfando in quell’anno nella 500 Miglia di Indianapolis per la seconda volta consecutiva. 

Quando nasce il Campionato Mondiale di F1, Maserati è presto protagonista. Dal 1954 al 1957 la leggendaria 250F vince otto Gran Premi nelle mani di Juan Manuel Fangio e Stirling Moss, regalando all’asso argentino il secondo e il quinto titolo piloti. Nel 1958 la casa del tridente decide di ritirarsi dalla Formula 1, portando l’ingegnere Valerio Colotti a lasciare il team e fondarne uno proprio, l’effimera Tec-Mec. Alcune Maserati continuarono a correre in F1 grazie alla modenese Scuderia Centro Sud, mentre la casa ufficiale gareggia, e vince, anche nel Mondiale Endurance e altre gare di durata. 

La Maserati è tornata alla vittoria nelle monoposto dopo 66 anni (source: maserati.com)

Dopo il ritiro dalle corse nel 1969, Maserati torna a competere nel 2004 nel FIA GT, vincendo tre volte la prestigiosa 24 Ore di Spa. Dopo un’ulteriore pausa di tredici anni, la scuderia modenese si iscrive al mondiale di Formula E 2022-23, conquistando la prima vittoria elettrica nell’ePrix di Jakarta 2023.  

Poco dopo il ritiro della Maserati dalla F1, entra in scena la De Tomaso. Fondata dall’omonimo argentino nel 1959, esordisce nella massima serie nel 1961, ma senza risultati. Il contributo più importante lo dà senza dubbio fornendo i telai alla neonata Frank Williams Racing Cars nella stagione 1970. Seppur priva di piazzamenti, la collaborazione tra Williams e l’argentino di Modena ha sicuramente aiutato l’inglese ad acquisire l’esperienza necessaria per capire come dominare la scena della F1 nei decenni successivi.

Anche l’ultima scuderia di F1 della città, il Modena Team, è nata grazie alla spinta di un latinoamericano. Nel 1990 il messicano Fernando Gonzales Luna avvia il progetto di un proprio team per partecipare al mondiale F1. La vettura del team GLAS (Gonzales Luna Auto Scuderia) doveva montare il V12 Lamborghini disegnato da Mauro Forghieri, così “Furia” viene incaricato di progettare anche il telaio della Lambo, a sei anni dal suo ultimo progetto Ferrari F1. Improvvisamente, ed era consuetudine di fronte a difficoltà economiche, Luna sparisce insieme ai suoi ingenti finanziamenti, ma il progetto ormai è avviato e si decide di proseguire. Il rinominato Modena Team riesce a partecipare per miracolo alla stagione 1991, ma la mancanza di budget e risultati farà in modo che sia anche l’unica stagione della sua breve storia. 

Circuiti

Il primo circuito tracciato nel territorio di modenese era un percorso di 12 km snodato tra le strade a sud-est della città. La prima edizione del Circuito di Modena, disputata il 5 giugno 1927, vede la vittoria di Enzo Ferrari, che si ripeterà nel 1928. Il giovane Enzo viene succeduto da Tazio Nuvolari con tre trionfi nella classe Grand Prix tra il 1934 e il 1936 sul nuovo tracciato che collega l’attuale Parco Sandro Pertini a Porta San’Agostino. Questo percorso viene utilizzato per altre tre gare, una di voiturette e due di vetture sport, prima di essere abbandonato in favore di un circuito semi-permanente.

Il nuovo Aerautodromo di Modena viene costruito nell’attuale sito del Parco Enzo Ferrari e viene inaugurato il 7 maggio 1950, sei giorni prima dell’inizio del nuovo Mondiale di F1 a Silverstone. Fino al 1953 ospita gare di Formula 2 in cui si impongono Ascari, Villoresi e Fangio, mentre nel 1957 vi si corre per la prima volta un Gran Premio (fuori campionato) di F1. A vincere è Jean Behra, pilota che a marzo aveva indirettamente causato la morte di Eugenio Castellotti sullo stesso asfalto come rappresentato nel film Ferrari (2023).

l’Autodromo di Modena con i caratteristici cordoli gialloblù (source: autodromodimodena.it)

Ormai tecnologicamente superato, Ferrari, Stanguellini e Maserati invocano modifiche al circuito per permettere di effettuare test privati in sicurezza. Inascoltato, il Grande Vecchio ordina al suo fidato architetto, il modenese Ugo Cavazzuti, di disegnare un autodromo a Fiorano. Il nuovo circuito viene aperto l’8 aprile 1972, quattro mesi prima dell’altro progetto di Cavazzuti, l’Autodromo Santamonica a Misano. Nello stesso anno progetta, sempre su richiesta di Ferrari, l’Autodromo di Cittanova per sostituire l’aerautodromo, ma il progetto rimarrà tale. La chiusura e successiva demolizione della pista lascia quindi Modena priva di un circuito, ma piena di progetti per averne uno nuovo. 

Alla fine l’Autodromo di Modena viene inaugurato nel 2011 nella frazione di Marzaglia. Il circuito è lungo 2.007 km e presenta 11 curve, ma recentemente sono cominciati i lavori per allungare il tracciato a 4.200 km.

Piloti

Escludendo Enzo Ferrari, Modena ha avuto due piloti di rilievo, nati a cinque giorni di distanza, uno nel motociclismo e uno nell’automobilismo.

Luca Cadalora nasce il 17 maggio 1963 e nel 1984 esordisce nella classe 125 del motomondiale, segnalandosi subito come pilota molto veloce e pulito. Dopo aver vinto il titolo nel 1986 passa in classe 250, dove vince due mondiali nel 1991 e 1992 in sella a una Honda. L’anno seguente completa la sua prima stagione in classe 500 con una Yamaha, moto che lascerà per un anno nel 1996 in favore della Honda. Nonostante il grande talento, non riuscirà a vincere il mondiale nella classe regina, andandoci più vicino dal 1994 al 1996, durante la dittatura di Mick Doohan. Lascia il motomondiale nel 2000.

Stefano Modena nasce il 12 maggio 1963 e nel 1975 comincia a correre sui kart. Dopo quello che Enzo Ferrari ha definito “un tirocinio forse troppo lungo”, raggiunge la F1 nel 1987 passando per la F3 e la F3000. Viene visto dal Drake come un “personaggio originale” e stupisce il paddock per le sue eccezionali prestazioni in qualifica che gli valgono l’accostamento ad Ayrton Senna. Ottiene come miglior risultato un secondo posto a Montréal nel 1991 al volante di una Tyrrell. Lasciata la Formula 1, si dedica dapprima al Campionato Italiano Superturismo, poi alla vincente avventura Alfa Romeo nel DTM, prima di appendere il casco al chiodo alla fine della stagione 2000. 

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