Bologna FC
Verso Bologna-Udinese, Marchiol: «Non mi aspettavo una stagione così complicata per l’Udinese»
L’intervista al giornalista di TuttoUdinese, Davide Marchiol, per approfondire i temi in casa bianconera in vista della gara di domani
Domani alle 15 Dall’Ara, gremito di tifosi rossoblù per l’ennesima volta in stagione, Bologna e Udinese si sfidano per la 34^ giornata di Serie A. All’andata i bianconeri sorpresero la formazione di Thiago Motta, vincendo con un netto 3-0. Domani i rossoblù cercano il riscatto e tre punti che significherebbero matematica certezza del ritorno in Europa. Un traguardo atteso e agognato da 26 anni.
Di fronte ci sarà l’Udinese di Fabio Cannavaro, neo tecnico dei friulani, che prima della gara di Bologna ha esordito contro la Roma nel finale della gara sprint di giovedì. I bianconeri sono assetati di punti salvezza per evitare un ritorno in serie cadetta (l’ultima volta 30 anni, con la retrocessione nella stagione 93/94). Per approfondire il momento dell’Udinese abbiamo intervistato il collega di TuttoUdinese, Davide Marchiol.
L’intervista prima di Bologna-Udinese
Alla luce dei 20 minuti con la Roma, che momento attraversa l’Udinese?
«Sicuramente il momento è molto complicato. Sono arrivate tre sconfitte di fila tutte con gol all’ultima azione disponibile. Cercando di guardare gli aspetti positivi, la squadra anche nei venti minuti di giovedì è parsa voler provare a vincere, non limitandosi a subire l’avversario. Purtroppo permangono dei problemi di tenuta mentale nei minuti finali. La paura che domina le giocate dei ragazzi e questo sicuramente è l’aspetto più preoccupante».
La scelta di Cannavaro con il fratello Paolo e Pinzi arriva a seguito del rifiuto di altri candidati o per il futuro, che sia A o B, potremmo anche vedere lo stesso Pinzi sulla panchina dell’Udinese?
«L’idea di un Pinzi allenatore dell’Udinese nel prossimo futuro è realistica. Era una condizione fondamentale nella caccia al traghettatore. Sta prendendo il patentino e quindi la logica detta quella strada. Chiaro che se Cannavaro dovesse riuscire nell’impresa avrebbe delle carte da giocarsi in ottica discussione per il rinnovo. Gli scenari, quindi, probabilmente varieranno in base alla categoria: con la B tutto fa pensare a Pinzi; in caso di permanenza di A ci sarebbe sicuramente più dibattito».
Da attento osservatore delle vicende di casa Udinese ti aspettavi una stagione così difficile?
«Me l’aspettavo complicata, ma non così tanto difficile. Sicuramente l’aver cambiato così pesantemente la rosa avrebbe portato a problemi anche importanti. Ma non al punto di rendere la Serie B un pericolo così tangibile. Si pensava ad un’annata di transizione con una salvezza anche risicata, ma non così tanto complicata. La mia stima personale era di arrivare a quota 38/40 punti circa, difficilmente di più. Probabilmente, oltre all’aver cambiato tanto nella rosa, alcune scelte alla fine si sono rivelate anche sbagliate. Sovrapponendo le cose ne è nata una stagione decisamente travagliata: quasi certamente la più brutta per ora negli ultimi venticinque anni se guardiamo solo agli anni duemila».
Come ti spieghi che le uniche quattro vittorie dell’Udinese siano arrivate contro Milan, Juve, Lazio e Bologna?
«Lo stile di gioco inevitabilmente favorisce l’Udinese in queste gare. Si era partiti cercando di impostare un 3-5-2 propositivo. Poi abbastanza rapidamente il baricentro si è abbassato finendo per giocare di rimessa. A maggior ragione nelle sfide contro le prime è chi ha il pronostico a favore che tende a fare la partita, lasciando qualche spazio in più per colpire in velocità. In queste sfide poi si è anche più liberi paradossalmente di testa. Una sconfitta contro una big è un qualcosa che ci può stare e quindi c’è quel pizzico in meno di paura che ha probabilmente permesso di evitare errori grossolani come in altre sfide. Il discorso poi cambia un po’ ora, perché tutti i punti scottano e già con Inter e Roma la paura era più palpabile pur in due gare dove la sconfitta era ampiamente preventivabile».
Che partita ti attendi domenica da parte dell’Udinese? C’è qualche aspetto tecnico o psicologico particolare su cui Cannavaro sta lavorando in questi primi giorni?
«Tatticamente parlando penso che l’Udinese replicherà quanto visto fino ad ora: baricentro basso cercando di contenere le folate avversarie per usare la qualità di Pereyra e Samardzic in uscita. Cannavaro sta lavorando sicuramente più sulla testa dei giocatori che su altro, anche se potrebbe cambiare qualcosa sui piazzati. Al momento si difende a zona con risultati disastrosi come mostrano le gare con Verona e Roma. Giovedì si è vista un po’ più di intraprendenza sugli esterni e credo che cercherà di ritrovare un po’ quella spinta lì. Perché è un fattore importante che ha sempre portato pochi frutti in questa annata. Per ora solo Kamara sta riuscendo a dare qualcosina dalle fasce, ma Zemura nel gettone contro i giallorossi ha dato segnali positivi che potrebbero anche portare a piccoli cambiamenti».
Ti sorprende vedere il Bologna così in alto a questo punto della stagione? O perlomeno te lo aspettavi in corsa per un posto in Europa?
«Il Bologna negli ultimi anni ha lavorato bene. Non mi sarei aspettato una squadra addirittura da Champions League. Ha superato le mie aspettative, ma mi sembrava pronto per un piazzamento in Conference o Europea League. Credo che diversi elementi siano al punto giusto nella loro maturazione, penso a Orsolini o a Ferguson che purtroppo ora si è infortunato, ma anche lo stesso Thiago Motta che sta andando in crescendo. A questo c’è da aggiungere una campagna acquisti interessante, dove sono arrivati profili come Saelemaekers, che ha già esperienza nelle lotte ai piani alti, e Fabbian, che in B aveva stupito tutti. Senza contare la consacrazione di Zirkzee, ecco forse lui mi ha sorpreso più di tutti, i mezzi si vedeva che erano importanti, ma una conferma immediata dei numeri fatti in Belgio non l’avrei pronosticata».
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