Bologna FC
IL GRILLO PENSANTE – Apologia di una serata trionfale
La vittoria di Roma, per nulla scontata, è un altro importantissimo passo avanti verso il sogno europeo
Il lunedì alle ore 18:30 non è certamente l’attimo fuggente propizio per una gara così decisiva, i propositi della Lega insinuano sempre qualche interrogativo di troppo. Ma una vittoria a Roma era la chiave per aprire un’altra porta.
La temperatura è però gradevole, il colpo d’occhio dell’Olimpico è teatrale e le farfalle nello stomaco svolazzano che è un piacere.
Ci sono quasi 3.000 tifosi nel settore ospite. Quest’anno, di questi tempi, Roma-Bologna non può essere una partita banale, in ballo c’è il pass da consegnare nelle mani di San Pietro.
Le porte del Paradiso sono a un tiro di schioppo.
Sorprese nella formazione iniziale
L’assenza di Lewis Ferguson pesa come un macigno, non è un caso se per minutaggio è il giocatore più utilizzato da Thiago Motta.
Ma il tecnico italo-brasiliano, che si diverte da morire nel contemplare le espressioni confuse di chi legge le sue formazioni, si è guardato bene nel peccare di imprevedibilità proprio in un’occasione tanto cruciale…Fabbian, Urbansky o Moro al posto dello scozzese?
Neanche per sogno! Viene rispolverato El Azzouzi che, dopo la preziosa rete contro la Lazio di otto gare fa e pochi altri spiccioli, riemerge dall’anonimato e sblocca la gara con una sforbiciata da olio su tela.
Se fosse stata segnata da Messi o Cristiano Ronaldo avrebbero interrotto le trasmissioni per un’edizioni straordinaria di tutte le principali testate sportive nazionali.
Siamo sopra. A Roma. Palpitazioni.
Personalità da big
La personalità e la sicurezza con cui il Bologna si destreggia all’Olimpico è quasi irreale.
I lupi giallorossi azzannano nervosamente i garetti e polemizzano con l’arbitro ad ogni fischio, ci sono oltre 60.000 tifosi di casa tutt’altro che taciturni ma i rossoblu sembrano possedere gli anticorpi contro ogni asprezza esterna, sono un’opera sinfonica armoniosa, leggera, fluida. Eppure tanto energica.
Ognuno dei 35 (trentacinque!) passaggi che precedono il raddoppio è una nota melodiosa che si fonde con tutte le altre in un’unica trama magnetica, fino all’acuto finale di Joshua Zirkzee proprio sul finire di primo tempo che chiarisce la poca voglia di scherzare da parte felsinea.
Niente trincee o pullman davanti alla porta: si gioca il miglior calcio d’Italia e si punta a saccheggiare la Città Eterna.
Una spallata (forse) decisiva, questa vittoria a Roma
Impossibile credere che, al rientro negli spogliatoi, De Rossi preparasse una partenza di ripresa con nastrini e uncinetti.
Armati di impeto e randello Dybala e compagni assaltano l’area avversaria riuscendo a trovare in una decina di minuti il gol di Azmoun, segnale d’allarme rosso in casa Bologna per modalità e tempistica di realizzazione. Anche il pubblico si surriscalda, si potrebbe mettere molto male.
Ma i ragazzi in maglia rossoblu sono di gomma, tutto gli rimbalza addosso, la mostruosa tenuta mentale va di pari passo a quella fisica; immersi in questa consapevolezza, Zirkzee ritiene non sia saggio concedere eccessive illusioni e indica la via a Saelemaekers che esegue una “scucchiaiata” proprio nel tempio di colui che praticamente l’ha inventata.
Nei due secondi in cui il pallone sorvola la testa di Svilar tutti i cuori rossoblu si fermano, istanti di apnea in cui tutte le speranze di un intero popolo si aggrappano a quella sfera appesantendola come una palla medica.
Parabola meravigliosa, un biondo sotto la curva, incredulità mista ad una gioia che sfoca tutto. Spallata (forse) decisiva. La Champions è a un passo. L’Udinese è la prossima tappa da non fallire.
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