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Rdc – Corvino, passo e chiudo – 23 mar

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Siamo probabilmente vicini al termine dell’avventura di Pantaleo Corvino qua a Bologna. Stefano Biondi riporta, sul Resto del Carlino di oggi, l’impossibilità di trattenere qui il diesse dato che Joey Saputo, lunedì sera, ha fatto capire chiaramente anche all’esterno che il suo principale referente è Claudio Fenucci, che di fatto,, è una specie di “presidente vicario”. Già questo bastava a rendere inquieto Corvino, che non ha mai apprezzato l’idea di dover riportare notizie e fatti prima all’amministratore delegato, senza poter andare direttamente a discuterne con Saputo, ma, se questo non bastasse, a seguito dell’incontro di lunedì con Roberto Donadoni, il presidente avrebbe concesso all’allenatore un ruolo da manager, quello che avviene in Inghilterra, riducendo ancora di più poteri e raggio d’azione di Corvino.

Fino a poco fa però Donadoni non era sicuro sul da farsi. Probabilmente al mister non sarebbe dispiaciuto che Tavecchio, in cerca di Ct per la nazionale, facesse due chiacchere con Saputo, ma il magnate canadese lo ha preceduto, ribadendo che il presidente della lega calcio non può intralciare un suo club affiliato, e offrendo appunto questo ruolo ampio all’attuale allenatore rossoblù. Corvino ha recepito il messaggio e ha capito che, essendosi ristretto così tanto il suo ambito decisionale, la sua avventura sotto le due torri, alquanto positiva considerando risultati e talenti scovati, è arrivata al capolinea. Corvino è un vincente, ed ha ottenuto ottimi risultati ovunque sia andato, ritagliandosi così il ruolo di direttore autonomo, che non vuole essere eccessivamente vincolato da obblighi o doveri. Questo a Saputo, che crede fermamente nel lavoro di squadra, non va per nulla a genio, ma preferisce avere una schiera di dipendenti che evitino in qualsiasi modo l’anarchia e che siano perfettamente coordinati tra loro, ruolo che al diesse rossoblù sicuramente non va a genio.

Corvino comunque non si è ancora dimesso, né lo farà nei prossimi giorni, in modo da non anteporre le proprie necessità a quelle della squadra. Il divorzio avverrà a metà maggio, finito il campionato, e di questo bisogna assolutamente tenere conto: otto settimane, in ambito calcistico, sono davvero lunghe, e i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo. 

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