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Riccardo Orsolini: «Finita Atalanta-Roma, ho pensato a Sinisa»

Le parole di Riccardo Orsolini in collegamento con Sunday Night Square, mentre viaggiava in macchina da Casteldebole al centro di Bologna

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Riccardo Orsolini sotto la curva del Bologna (©Damiano Fiorentini / 1000cuorirossoblù.it)
Riccardo Orsolini sotto la curva (© Damiano Fiorentini)

Ieri sera, a seguito del ritrovo rossoblù al centro sportivo “Galli” per la visione di Atalanta-Roma, Riccardo Orsolini si è dato ai festeggiamenti in occasione dell’arrivo al traguardo Champions League. Infatti, durante il tragitto da Casteldebole al centro di Bologna, Orsonaldo è stato in collegamento con Dazn, tramite Alessio De Giuseppe, e si è lasciato andare ad alcune confessioni. Leggi qui sotto le parole di colui che possiamo definire animo rossoblù.

Chi è la prima persona che hai sentito? Tua nonna come sta?
«La nonna sta bene, ma non la voglio disturbare Perchè secondo me dorme».

Che parole usare per raccontare l’impresa che avete compiuto?
«Ah, non lo so, non ne ho idea. È qualcosa di talmente impensabile che non ho parole. Però questo dimostra che a volte se credi in te stesso e in quello che fai alla fine tutto viene ripagato. Ho finito di piangere letteralmente 30 secondi fa».

Come avete visto la partita?
«L’abbiamo vista tutti insieme al centro sportivo. Davanti a una bella birra e del buon cibo. Abbiamo festeggiato tutti insieme: staff, dottori, fisioterapisti, magazzinieri, giocatori, addetti ai lavori».

Riesci a farci sentire cosa fa la gente di Bologna, abbassando il finestrino?
«Non c’è nessuno nei dintorni della città, sono tutti in piazza Maggiore».

Dove siete adesso?
«Adesso siamo che siamo fuori Bologna, a Casteldebole. Ci stiamo dirigendo verso il centro, ma è difficile, non ci faranno passare. A noi giocatori hanno anche sconsigliato di andare».

Ci sono decine di migliaia di persone a piazza Maggiore. Se tu fossi lì in mezzo a loro in questo momento, cosa diresti?
«Non lo so, probabilmente farei peggio».

La vostra forza qual è stata? Se dovessi trovare un uomo da mettere in copertina o un momento, chi o quale sceglieresti?
«In copertina metterei tutti, dal primo all’ultimo, metterei anche il fisioterapista, il magazziniere o l’addetto stampa. Si tratta di qualcosa di pazzesco, qualcosa di incredibile, che non si può spiegare. Ancora dobbiamo realizzare in realtà. Quando saremo a mente lucida ci ripenseremo, ci guarderemo negli occhi e diremo: mamma mia cosa abbiamo fatto quest’anno!».

Riccardo, conosci già il nuovo format della Champions? L’hai capito?
«Sì, l’ho capito. Ho capito che non ci saranno più i gironi, sarà un girone unico, se non sbaglio».

Questa sera, guidando per Bologna, che stadio e che partita sogni?
«Non lo so, va bene tutto».

Riccardo, tu sei quello che probabilmente ha vissuto, nello spogliatoio anche i momenti meno belli, perciò ogni volta che vincete sembra che tu non ci creda ancora.
«Si, prima mentre abbracciavo Fenucci e Marco Di Vaio gli dicevo che in questi anni abbiamo mangiato tanta spazzatura, ma adesso vediamo che è stato tutto ripagato».

Ci sono dei tifosi a cui piace pensare che c’è un po’ di Sinisa in questo.
«Senz’altro, lui ha messo le basi e le fondamenta per questa squadra. Ci ha trasmesso la forza e la tenacia che lui aveva. E sono sincero, appena è finita la partita tra Atalanta e Roma il mio pensiero è andato a lui».

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