Bologna FC
Focus su Maurizio Sarri, uno dei candidati alla panchina del Bologna
Approfondiamo la conoscenza del tecnico toscano, candidato alla panchina rossoblù
La situazione che riguarda il futuro di Thiago Motta sembra lentamente schiarirsi e sembrerebbe portare verso un addio. Tra i nomi scelti per la panchina del Bologna del futuro, Maurizio Sarri occupa, a quanto pare, una delle posizioni più importanti. Il tecnico toscano è libero dopo le dimissioni dalla Lazio e recentemente si è detto pronto a lavorare ancora per diversi anni. E Giovanni Sartori sarebbe molto interessato a portare l’ex allenatore di Napoli e Juventus sulla panchine del Bologna, per diverse ragioni.
Chi è Maurizio Sarri?
Maurizio Sarri è nato a Napoli il 10 gennaio 1959, da una famiglia toscana. Cresciuto a Figline Valdarno, ha giocato a calcio a livello dilettantistico, perlopiù in Seconda Categoria. Dopo il ritiro dal calcio giocato a 32 anni ha cominciato immediatamente ad allenare, trovando nella conduzione tecnica delle squadre la sua principale passione.
La scalata verso il calcio professionistico è lunga e tortuosa. Stia, Faellese, Cavriglia, Antella, Valdema e Tegoleto sono le tappe del Sarri allenatore dalla Seconda Categoria all’Eccellenza. Il tecnico nel frattempo per lungo tempo ha continuato a lavorare in banca.
Il primo cambio di marcia avviene nel 2000, quando la formazione aretina del Sansovino lo sceglie in Eccellenza. E lui ripaga con due promozioni, fino alla C2, e la vittoria della Coppa Italia di Serie D in 3 anni.
Porta la Sangiovannese dalla C2 alla C1, salvandosi poi nella categoria superiore della C. La chiamata del Pescara in B sembra il completamento della scalata. Ma dopo la salvezza i B, arrivano le difficoltà con Arezzo, Avellino, Hellas Verona, Perugia, Grosseto, Alessandria e Sorrento: ben 7 squadre diverse in 7 stagioni.
L’Empoli e la consacrazione al Napoli
L’approdo all’Empoli è per Maurizio Sarri l’inizio della parte migliore della carriera. Salvezza nel primo anno, promozione alla seconda stagione giocando un calcio esteticamente apprezzabile. Il 2014/15 è il primo anno in Serie A, a 55 anni e conquista la salvezza giocando altrettanto bene.
Nell’estate del 2015, a sorpresa, Sarri viene chiamato alla guida del Napoli. Comincia un’era di grande splendore e consacrazione per il tecnico toscano: arriva due volte secondo e una volta terzo, dando filo da torcere al dominio della Juventus, il tutto giocando un calcio molto apprezzato e migliorando quasi tutti i giocatori del Napoli. Il triennio in azzurro non viene coronato da un trofeo, ma il riconoscimento del suo lavoro è universale.
I trofei
Lasciato il Napoli, si trasferisce in Premier League al Chelsea. L’impatto è positivo, ma a metà stagione a causa di qualche infortunio e qualche problema nello spogliatoio la stagione sembra sfuggirgli di mano. Tuttavia, il tecnico riesce a riprendere le redini della situazione e rivedendo anche qualche sua convinzione tattica, ottiene il 3° posto e vince l’Europa League.
Le buone cose fatte vedere a Londra gli valgono la chiamata della Juventus. Sarri arriva in bianconero accolto tra tante critiche. Ma appare immediatamente un pesce fuor d’acqua. Lo spogliatoio bianconero non è l’ambiente più facile, lo stop per il covid crea ancora più difficoltà, ma alla fine riesce a vincere lo Scudetto. Il secondo trofeo della sua carriera.
L’ultimo capitolo alla Lazio
Se c’è un filo conduttore della carriera di Sarri sembrano essere le sue difficoltà con la gestione degli spogliatoi. Alla Lazio arriva in sostituzione di Simone Inzaghi, tecnico che ha portato grandi risultati e trofei ai biancocelesti. E Sarri, dopo qualche difficoltà riesce ad imporsi. Dopo il 5° posto del primo anno, nella scorsa stagione arriva al 2° posto. In questa annata trova decisamente più difficoltà, anche per via di un mercato non all’altezza, e dopo aver passato il girone di Champions League ed essere stato eliminato agli ottavi di finale dal Bayer Monaco, si dimette per dissapori con lo spogliatoio.
Il modulo preferito di Sarri
Nel corso della sua carriera Maurizio Sarri è stato un allenatore che ha cambiato molti modulo. Fin dai dilettanti gioca con il 4-2-3-1, poi si sposta verso il 4-3-1-2 e utilizza talvolta anche il 4-3-2-1. L’approdo finale della sua evoluzione tattica è il 4-3-3 varato al Napoli e portato al Chelsea, alla Juventus e alla Lazio. Ma la caratteristica principale del tecnico toscano è la preferenza per un calcio pro attivo votato al controllo della partita. E caratterizzato da scambi e triangoli stretti sulla trequarti per accelerare e cambiare passo.
Perché Sarri?
Provando ad immedesimarci nella dirigenza del Bologna, la scelta di Sarri nonostante sia apparentemente controcorrente rispetto alla “freschezza” Thiago avrebbe una ragione ben precisa. Infatti, il tecnico toscano è un allenatore di livello internazionale, che ha già allenato per ben 8 stagioni nelle coppe europee, di cui ben 4 in Champions League. Inoltre, seppur con metodi e sviluppi di gioco diversi, il tecnico sarebbe in grado di perseguire la strada tracciata da Thiago Motta: difesa a quattro, centrocampo a tre, tridente offensivo con le ali.
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