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F1, Imola da record per oltre 200.000. Basterà per la riconferma?
Il GP di Imola 2024 ha registrato 200.000 presenze, record assoluto sul Santerno. Imola offre uno spettacolo unico, ma potrebbe non bastare per la riconferma.
Il Gran Premio di F1 2024 a Imola ha fatto siglare un record di oltre 200.000 presenze. Un afflusso di persone superiore, dati ufficiali alla mano, anche alla prima vita del Circus sul Santerno, dal 1980 al 2006. Nonostante le lodi sperticate del Ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini, le parole dei giorni scorsi del Presidente di ACI Angelo Sticchi Damiani fanno pensare che l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari dovrà abituarsi all’idea di non avere più la massima formula dopo il 2025.
F1 a Imola da record, grande lavoro delle istituzioni locali
Personalmente, per la prima volta nella mia vita ho vissuto la Formula 1 da appassionato, all’interno del circuito. Non da bimbo o adolescente iper eccitato davanti al grande 32 pollici in formato 4:3 come accaduto fino all’ultimo GP di San Marino. Nemmeno come commissario di percorso nella corsia dei box, mio ruolo dal 2020 al 2023, quella gara già pronta, già corsa, ma che giustamente non si tenne per permettere i soccorsi alle vittime dell’alluvione.
Tolti i panni dell’addetto ai lavori privilegiato, ho potuto apprezzare ciò di cui avevo sempre sentito parlare e, a volte, sparlare. L’Enzo e Dino Ferrari è un autodromo atipico, totalmente immerso in un parco, a un tiro di schioppo dalla città. Anzi, dentro la città. È un impianto d’altri tempi, con un tracciato di altri tempi e una concezione di altri tempi.
Rendersi accogliente per l’esigente pubblico moderno richiede un lavoro enorme da parte di tutte le istituzioni locali e delle aziende, pubbliche o private che siano, che si occupano di organizzazione, gestione e manutenzione a vario titolo. Imola, come autodromo e come città, si è fatta trovare pronta.
Non è semplice, per una città di 60.000 mila abitanti, accogliere 200.000 persone in tre giorni. Farle arrivare in autodromo, permettere loro di godersi uno dei loro sport preferiti in serenità e farle tornare a casa nel più breve tempo possibile e in sicurezza, è un’impresa. I piccoli disagi ci saranno sempre, purtroppo, sono fisiologici.
Non ci si può smaterializzare tutti insieme da una città come Imola, così come da Monza, da Le Castellet, dal Mugello, da Spa, o da altri impianti e da altre città che non sono costruite appositamente per il carrozzone della Formula 1. Bisogna armarsi di pazienza, perchè quello che offrono questi impianti è unico al mondo.
Imola non ci fa dimenticare da dove veniamo
Vedere l’area giochi dei bambini imolesi diventare l’area giochi dei bambini di tutto il mondo mi ha fatto ricordare che il nostro parco e il nostro circuìto, con l’accento sulla seconda ‘i’ come dicono solo gli imolesi, offre qualcosa di unico e, per certi versi, magico.
Vedere il muro del vecchio campo del Tamburello, ultimo baluardo di una storia sportiva cittadina stravolta da quel 1° maggio, diventare una sorta di tribuna aggiunta per gli appassionati, mi ha fatto capire ancora di più che non c’è super hospitality che tenga, per i romantici delle corse. Imola offre ancora quella “scomodità” che ci fa ricordare da dove siamo venuti. Un mondo dove la bella visuale su una curva te la dovevi guadagnare scalando un muro alto due metri, non pagando 1000 euro per un biglietto.
Il progresso tecnologico e della società è giusto, il mondo va avanti e deve essere così. Se non accadesse, avremmo altri 10, 100, 1000 caduti della velocità in pista come Ayrton e Roland, come Guido, Ray e tutti gli altri caduti della velocità a Imola, in auto e in moto. Avremmo spettatori che rischiano l’osso del collo per vedere meglio la gara, come fisiologicamente accaduto tante volte durante il fine settimana imolese. O come succede a Monza e in tutti gli autodromi che non sono allineati ai faraonici standard moderni.
Ci mancherebbe altro che non dobbiamo andare avanti, in fondo se non fosse per il progresso, in questo fine settimana al massimo si sarebbe corso con le bighe. D’altra parte, però, sarebbe bello se la Formula 1 decidesse di rinunciare a una piccola fetta di business multimiliardario per correre in alcune piste che non hanno la possibilità stravolgersi, diventando cattedrali nel deserto. Sarebbe bello se nel calendario rimanessero gli impianti europei storici, magari a rotazione, per non farci dimenticare chi siamo e da dove veniamo.
È formidabile far girare in pista le vetture storiche di Formula 1. Senza i circuiti storici, diventa una finta celebrazione del passato. Vedere una Eurobrun, una Benetton, una Scuderia Italia, piuttosto che una Hesketh o una Copersucar, fare la loro passerella ad Abu Dhabi, a Miami o a Las Vegas, è come portare la Gioconda sulla Luna. Suggestivo, certo. Ma non c’entra nulla.
Imola inadatta alle F1 moderne, o le F1 moderne inadatte a Imola?
C’è da dire che il tracciato sul Santerno è piccolo per le imponenti e veloci auto contemporanee, che sono larghe sì due metri come quelle degli anni ’80, ma sono anche pesanti quasi il doppio e lunghe un terzo in più.
È doveroso ricordare però che già dal 1995 a Imola non si sorpassa più: basta ricordarsi o cercare di recuperare le telecronache RAI di Giancarlo Mazzoni e Ivan Capelli, quando raccontavano ad inizio anni 2000 un noiosissimo trenino che ora osanniamo solo perchè la locomotiva era rossa, con alla guida Michael Schumacher.
Poi ok, ora YouTube ci spara nel cervello le immagini del 2005, con il tedesco ferrarista che provò a sopravanzare Fernando Alonso senza successo, o il duello a parti invertite della stagione successiva. Questi video non devono però cambiare la percezione di una pista che, dopo il tragico 1994, è diventata una Montecarlo immersa nel verde del Parco delle Acque Minerali.
Non esiste un autodromo come quello di Imola, questo è indubbio. Però è difficile che i transatlantici su ruote contemporanei si trovino bene sul saliscendi romagnolo. Forse le nuove benzine ecologiche o sintetiche aiuteranno a far tornare delle auto leggere e compatte le pur bellissime e affascinanti vetture contemporanee. E forse torneranno anche di moda le piste che non sono parcheggi, ma ci vorrà ancora tempo. Resta da vedere quanto tempo ha Imola per rimanere in calendario.
Il circus abbandonerà il Santerno, di nuovo, nonostante la F1 a Imola da record
La mia sensazione personale è quella che, nonostante e a causa di tutto ciò che ho citato prima, la Formula 1 tornerà a Imola solo nel 2025. A mio avviso non verrà recuperata l’edizione 2023 nel 2026. Sono sensazioni, non notizie. Verrà tutto verificato dal passare del tempo.
Mi sembra però che la politica, dal Governo all’ACI, passando per Liberty Media, con il nostro Stefano Domenicali che di diplomazia ne usa a palate, stia pian piano preparando la seconda uscita di scena dell’Enzo e Dino Ferrari dal calendario. Lo ha detto Sticchi Damiani, ricordando che siamo un caso unico al mondo, uno Stato con due gare all’anno, senza contare gli Stati Uniti, da considerare economicamente e politicamente con il peso di un Continente.
Ricordarlo vuol dire mettere all’erta tutti. Questo status sta iniziando ad essere ricercato anche da altri paesi come la Spagna, con Madrid già annunciata per il 2026 ma con Barcellona che non vuole mollare il suo posto in calendario, nonostante il contratto in scadenza. L’Italia è un precedente scomodo per Liberty Media, figlio del momento difficile della pandemia che ha fatto saltare le normali regole d’ingaggio.
È ora di tornare invece alla normalità. Fatta di istituzioni che hanno già capito come andrà a finire e nonostante questo cercano di fare più del possibile per cambiare il corso delle cose. Fatta di Governi che fanno i conti col bilancino. Conti del consenso, non dei soldi, tanto quelli sono anche dei cittadini.
Le parole del Ministro Salvini
Il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, presente domenica al Gran Premio, ha detto: «L’Italia deve mantenere due GP di F1. Senza Imola e Monza la F1 non sarebbe la stessa cosa. Ci lavoriamo. Intanto noi ci abbiamo messo il nostro impegno facendo in modo che le persone potessero arrivare qui in macchina e anche in treno. Anche l’impegno economico ne vale assolutamente la pena. È un indotto economico pazzesco, prima di rinunciarci bisogna pensarci diciottomila volte. Io sicuramente non mi arrendo, non voglio neanche pensarci a rinunciare a Imola».
Parole che devono confortare gli imolesi, gli emiliano-romagnoli e non solo. In teoria. La pratica è diversa. A Imola, ce lo dice la storia recente, la politica è venuta a fare il bello e il cattivo tempo in campagna elettorale, da Matteo Renzi a Luigi di Maio, solo per citarne un paio che non si sono risparmiati a proclami, privati o pubblici.
Il Ministro e vicepremier Salvini, lombardo di Milano, con queste parole, ha detto che non vuole rinunciare nemmeno a Monza. Liberty Media metterà Governo e ACI, rispettivamente principale finanziatore e organizzatore del Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna, davanti alla scelta se mantenere questa gara, o il Gran Premio d’Italia a Monza.
L’Autodromo Nazionale è un impianto gestito direttamente da ACI Italia, sul quale sono in corso investimenti da oltre 100 milioni di euro. Non ci vuole molto a capire quale sarà l’interesse nazionale, una volta che i nodi arriveranno al pettine. Inoltre il calendario è affollato, già dal 2026. Per quello vi dico che ho la sensazione che sarà molto difficile che l’edizione 2023 venga recuperata tra due anni.
C’è ancora un’unica speranza?
L’unica strada sarebbe quella dell’alternanza tanto invocata in passato. Resta da vedere se Milano e la Lombardia, insieme all’ACI, vorranno dividersi la grande torta della Formula 1 con l’Emilia-Romagna e la piccola Imola, con la sua piccola galassia di società partecipate pubbliche. Sarà una questione politica. Spero di sbagliarmi ma, personalmente, vedo difficile che quel centro di interessi rinunci a qualcosa per un’ecosistema economico di provincia.
Con buona pace degli Uberto Selvatico Estense, dei Stefano Bonaccini, dei Nicola Izzo che ci hanno creduto nel 2020 con la pandemia, dei Marco Panieri e delle Elena Penazzi, dei Gian Carlo Minardi e dei Pietro Benvenuti, dei Fabio Bacchilega, di tutte quelle persone che tanto hanno fatto, insieme alle squadre di Formula Imola, della Regione, del Comune di Imola, del Con.Ami., per confermare la Formula 1 in riva al Santerno dopo il 2020, fino ad oggi.
La partita del rinnovo ormai si gioca su altri tavoli, alcuni lo sanno. È giusto dire a tutti che non sarà per responsabilità di queste persone se la Formula 1 tornerà via da Imola, di nuovo. Grazie a loro per averci fatto sognare un’altra volta, in attesa della prossima occasione. Arriverà sicuramente e la sapremo costruire e cogliere di nuovo.
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