Bologna FC
Genoa-Bologna 2 a 0. Ultimo atto da dimenticare, ma tutta la stagione è da incorniciare
La partita fra Genoa e Bologna chiude la stagione senza tatticismi e giocando senza risparmio di energie. Alla fine vince che ci ha creduto di più.
E’ l’ultima rappresentazione, quella che va in scena stasera a Marassi fra Genoa e Bologna, di un percorso stratosferico della squadra rossoblù, la cui stagione non potrà che rimanere negli annali. 68 punti, una Champions League raggiunta quasi in scioltezza, una rosa che dimostra tutto il suo valore (e il valore di chi l’ha messa insieme e di chi l’ha allenata) e una città che torna a sognare, i regali che questo campionato ha portato in dono, un percorso che non sarà semplice da replicare l’anno prossimo.
La formazione da spazio a chi ha giocato meno
Alcuni degli undici di stasera, per una volta si alzano per primi dalla panchina, lasciando i titolarissimi a guardarli, consapevoli però tutti che il grande traguardo finale è il merito di 26 giocatori, tutti vogatori nella stessa direzione. Con un capo voga, che solo in vista della meta, ha raccontato che lascerà questa imbarcazione per un’altra, lasciando inalterato il senso del percorso (e dell’obiettivo centrato), frutto di un’alchimia, che raramente si vede in una squadra di calcio.
Sul prato del Ferraris, per gli ultimi 90 minuti, scendono in campo Federico Ravaglia in porta, linea difensiva composta da Lorenzo De Silvestri, Sam Beukema e Jhon Lucumi, con Charalampos Lykogiannis a presidiare la fascia sinistra. Il redivivo Nikola Moro play basso davanti alla difesa, mentre la mediana si va a comporre con Riccardo Orsolini e Alexis Saelemaekers sulle ali e un’inedita copia di centrali, formata da Giovanni Fabbian e Oussama EL Azzouzi. Davanti, a provare di dare fastidio a Leali, l’argentino Santiago Castro che solo lunedì aveva segnato il suo primo gol italiano.
Il primo tempo di Genoa-Bologna
I primi minuti sono schermaglie, squadre con la testa libera, con obiettivi già raggiunti da tempo. Poi, al 12esimo, il Genoa inventa il gol dell’1 a 0: Martin scende sull’out di sinistra e centra, dove Malinovsky, con un colpo di biliardo, trafigge Ravaglia alla sua sinistra. Il Bologna, ma forse è un impressione, appare un lontano parente di quello visto a Bergamo e Roma: ma anche i giocatori oggi in campo a Marassi, sono molto differenti da quelli visti contro l’Atalanta e i giallorossi. E, ripetiamo, forse è solo un impressione. Poi, dal 20esimo in poi, la squadra ospite si ricorda di aver appena celebrato la conquista della Champions League e inizia a spingere. Ma, a parte un colpo di testa di Giovannino Fabbian che si infrange sul palo alla sinistra di Leali, la cronaca non rileva nessun tiro verso la porta genoana.
E, dopo un minuto di recupero, il direttore Santoro fischia la fine della prima frazione di gioco.
Il secondo tempo
Al rientro dagli spogliatoi, Motta non opera nessun cambio e ripropone gli undici del primo tempo, nel tentativo di riprendere il match. Ma esattamente al 13esimo del secondo tempo, Vitinha, liberato quasi al centro dell’area da Gudmusson, segna, infilando Ravaglia in uscita. Nel rivedere l’azione al Var, la mano di Vitinha è oltre l’ultimo giocatore del Bologna. Fuorigioco? Non scherziamo. Questa serata sembra essere ad appannaggio solo dei rossoblù di casa. Agli altri rossoblù, impegno a parte, la luce sembra essere spenta.
La partita finisce qui, con i rossoblù che galleggiano, ma rischiano di imbarcare acqua ad ogni affondo genoano. Il senso che si percepisce è la rarefazione evidente dell’intensità, compagna di viaggio fino alla 37esima partita. L’impegno c’è, ma l’intensità latita.
Al 69esimo la prima bella notizia della serata, in chiave Bologna: la panchina decide che è il momento di Jesper Karlsson. In precedenza erano entrati Urbanski e Odgaard al posto di Orsolini e Fabbian. E Karlsson testimonia la sua grande voglia di giocare, chiudendo, dopo un gran recupero, una splendida diagonale difensiva, appoggiando, di petto, il pallone a Ravaglia. Ravaglia e De Silvestri escono a pochi secondi dalla fine per Nicola Bagnolini, esordio in serie A, e Tommaso Corazza, due prodotti del vivaio rossoblù.
E con il triplice fischio di Santoro, finisce la stagione rossoblù più bella di questi ultimi 60 anni. Nella prossima il Bologna si mischierà alla nobiltà pallonara europea, provando a percorrere più strada possibile. Non dimentichi di chi ci ha portato fin qui che, non senza un certo stupore nostro, è andato a cercare la felicità, che aveva trovato sotto le due torri, da tutt’altra parte. E perdonateci se diciamo “dove noi mai saremmo andati”: ma qui è il senso del tifoso che parla, mentre il giornalista è andato a nascondersi.
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook