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Sirigu racconta Italiano e non solo (Stadio)
Sirigu, portiere di esperienza, si apre al Corriere dello Sport. Si racconta a tutto tondo, parlando anche di Italiano e Motta
Salvatore Sirigu, portiere italiano che con l’Italia è diventato campione d’Europa nel 2021, parla della sua esperienza in prima persona con Vincenzo Italiano, in un’intervista per il Corriere dello Sport. È vero, le partite che hanno affrontato insieme di fatto sono state solo due, con la Fiorentina, una di campionato e una di Conference League, ma Sirigu conferma le voci che già si sentono su Italiano. Un allenatore forte e sicuro del suo operato, capace di infondere determinazione ai suoi giocatori.
Sirigu si apre a tutto tondo
Che al momento Italiano sia tra i più chiacchierati del calciomercato non è una sorpresa per Sirigu: secondo il calciatore ha tutte le capacità per ambire ad alti livelli.
Sirigu, nome noto nel mondo del calcio, racconta la sua esperienza con Vincenzo Italiano, tecnico che lo ha positivamente segnato. Parte a bomba nel parlare dell’allenatore «Italiano è un animale da campo» e sottolinea come i suoi allenamenti siano mirati a portare le prestazioni ad altissimi livelli e a infondere ai proprio giocatori più sicurezza possibile «Fosse per lui starebbe ore ad allenare nel senso più vero del termine: fatica, sudore, schemi, tattica. Ama trasmettere concetti precisi mentre allena, riesce a far capire esattamente quello che vuole. Ha voglia e passione, credo che ce ne siano pochi capaci di insegnare calcio come fa lui».
È chiaro che per Sirigu quel breve periodo con Italiano sia bastato per decifrarne il suo carattere; «Italiano non ha filtri» – sottolinea – «Da ex centrocampista, ha visione e velocità di gioco e di esecuzione. E non li ha da allenatore perché ti parla direttamente e ti guarda in faccia».
Il carattere focoso di Italiano è una caratteristica nota nel mondo del calcio e Sirigu ricorda questo dettaglio divertito: «Questo non posso negarlo. Ma non è uno che si incazza tanto per fare. Ha un carattere passionale, si incendia, è totalmente siciliano, anche se è nato in Germania, prende a cuore le cose. I suoi discorsi restano impressi».
Sirigu, Italiano e le somiglianze con Motta
Ma dietro questo carattere forte si cela anche la voglia di spronare e motivare costantemente i suoi giocatori. Si intuisce chiaramente che il fine principale di Italiano è proprio quello di infondere sicurezza alla squadra. «A febbraio 2023 pareggiammo in casa con l’Empoli. Vincere ci avrebbe fatto fare un balzo in avanti in classifica, giocammo bene ma non riuscimmo a portare a casa i tre punti per errori nostri e anche un po’ di sfortuna. C’era malumore. Ma quando tornammo dentro ci disse: ‘Sono orgoglioso di voi, non posso rimproverarvi niente. Non sono arrabbiato, ma dispiaciuto, e sono sicuro che continuando così le soddisfazioni arriveranno.’ Parole importanti, che sono state la base di quello che è venuto dopo, le due finali. Ha insegnato a tutti a credere in quello che si faceva».
Parlando dell’ipotesi che circola nell’ultimo periodo, che vede Italiano al Bologna, Sirigu non sembra affatto stupito dalla possibilità: «Lo vedrei bene ovunque perché è molto bravo, uno dei migliori. Non sarà facile sostituire Thiago Motta, ma penso possa essere la scelta giusta perché Italiano è uno che insegna calcio. Dal punto di vista prettamente calcistico, credo che lui e Thiago abbiano in comune una cosa: da ex centrocampisti, capiscono perfettamente come far giocare i calciatori a disposizione».
Sirigu, inoltre, può offrire una visione più generale, avendo giocato anche con allenatori proprio come Motta: «Con Thiago abbiamo giocato a Parigi e in Nazionale, Daniele e Andrea li conosco da una vita. Erano allenatori in campo, con una lucidità tecnica e mentale impressionante. I classici compagni a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà».
È vero, Italiano ha perso le ultime tre finali, ma Sirigu vede per l’allenatore un futuro positivo: «Perché valutare un allenatore solo in base ai trofei? Gasperini ha vinto quest’anno e il suo valore è sempre stato altissimo. Perdere le finali non piace a nessuno, ma può capitare. Persino Maradona ha perso, questo discorso vale veramente poco. Italiano ha fatto tre finali con la Fiorentina senza mai crollare in campionato e ha dovuto subire anche un lutto come la morte di Joe Barone. Non so se davvero andrà a Bologna, ma spero che trovi la soluzione giusta per lui perché davvero può insegnare calcio a molti e può valorizzare un gruppo».
Sirigu e il suo futuro
Parlando di allenatori, viene spontaneo chiedere se Sirigu abbia intenzione di intraprendere quel tipo di carriera. Ma la risposta è chiara, il portiere ha voglia di giocare ancora, prima di fare un cambio di rotta.
Parlando invece della sua recente esperienza in Turchia: «Quest’anno ho fatto sei mesi a Nizza senza giocare, ma mi sono stati utili per tornare in forma. Mi mancava il ritmo partita che ho trovato in Turchia al Fatih Karagumruk. Sono stati mesi belli, in campo e fuori, un’esperienza di calcio e di vita importante che rifarei».
Per quanto riguarda il futuro, Sirigu è curioso di vedere cosa lo aspetta: «Mi sento bene, ho voglia e motivazioni altissime. Mi sento anche meglio rispetto a qualche anno fa. Soprattutto ho stimoli forti e tanta voglia di allenarmi. Sono cose che non bisogna mai dare per scontate, a nessuna età e in nessuna situazione. Fino a che starò così giocherò»
Non manca qualche considerazione sulla nazionale di Spalletti: «Non lo so, ma so che questi sono i momenti fondamentali. Quando iniziano le partite c’è poco tempo per allenarsi e provare le varie soluzioni. Sono convinto che in questi giorni a Coverciano si stiano ponendo le basi per costruire il percorso. Naturalmente spero che sia più lungo possibile. Ma facciamoli lavorare»
Anche su Donnarumma non si sbilancia, anzi preferisce trasmettere un augurio di serenità: «Lasciamo Gigio sereno. Sta vivendo un momento molto positivo. Sa perfettamente quello che deve fare»
Sirigu vive il calcio con profonda passione, come si percepisce dalle sue parole di stima e apprezzamento costante per quel mondo. Il suo percorso di certo non è ancora finito e il portiere è pronto a raggiungere nuovi obiettivi.
Fonte: Corriere dello Sport – Stadio, Chiara Zucchelli
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