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Beppe Signori e i ricordi personali di un Bologna che andò in Europa (Il Resto del Carlino)

Beppe Signori si apre al Resto del Carlino, raccontando dei suoi anni nel Bologna.

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Beppe Signori (© Ansa.it)

Il 20 aprile 1999 il Bologna entra in Europa e tra i rossoblù c’è il mitico Beppe Signori. Non fu una notte memorabile per la vittoria, purtroppo, ma per la deludente sconfitta rossoblù. Il Marsiglia, infatti, infranse i sogni del Bologna all’87esimo minuto con un calcio di rigore, andato in porta, che distrusse la speranza di partecipare alla finale di Coppa Uefa. La figura di Beppe Signori torna anche nell’ultima avventura in Europa del Bologna.

Nella gara di andata ci fu una doppietta che riportò tutti a sognare, ma il 27 agosto 2002, il Fulham vinse 3-1 a Londra, portando a casa la Coppa Intertoto. Beppe, un autentico bomber, capitano rossoblù, è sicuramente uno dei giocatori più citati e amati nella storia del Bologna.

Oggi il Bologna sta nuovamente toccando vette altissime e Signori si racconta al Resto del Carlino.

Una storia di gol, successi e ricordi indimenticabili

Parlando degli anni al Bologna, afferma sorridente «Dire una storia bellissima sarebbe riduttivo». I rossoblù sono stati per Signori l’occasione per crescere, per esprimere a pieno il suo talento «Qui ho vissuto la mia rinascita calcistica. Ho provato emozioni fortissime nel momento più difficile della carriera. Sono tornato a essere un calciatore e ho fatto parte di un pezzetto di storia. La nostra era una squadra davvero forte».

Ai tempi, alla guida del Bologna c’era Carlo Mazzone, che visse questo momento d’oro senza però essere mai particolarmente esaltato «Un allenatore sottovalutato, anche nella narrativa del pallone. Era una figura scomoda, uno diretto, gli mancava l’aplomb di altri. Arrivava in conferenza stampa e si arrabbiava, ti diceva le cose in faccia. Si definiva il ‘Mourinho dei poveri’. Ma Carletto vedeva le cose prima di tutti gli altri. Venticinque anni fa era il più bravo a livello gestionale. E poi era umano, divertente, affettuoso: per me è stato come un secondo padre».

Ma oltre a Mazzone, Beppe ci tiene a ricordare Giuseppe Gazzoni Frascara, il presidente del tempo, che ha lasciato in lui un segno indelebile. «Una persona eccezionale, a prescindere dal rapporto giocatore-presidente. Mi voleva bene come uomo, e io gliene ho voluto, perché ha fatto qualsiasi cosa pur di avermi. Lo ricordo con grande affetto e credo abbia scritto l’ultima grande storia del Bologna».

Della semifinale contro il Marsiglia, Signori ricorda i dettagli lucidamente. D’altronde, nel bene e nel male, si è trattato di una partita memorabile. Alla domanda «Se le dico Marsiglia, cosa risponde?». Signori prontamente risponde: «Che adesso c’è il Var. Quel rigore era molto, molto dubbio. Probabilmente oggi non lo avrebbero dato e in finale con il Parma ci saremmo andati noi».

Signori è sicuramente stato un fiore all’occhiello del Bologna e i gol segnati durante quella permanenza di sei anni non sono pochi. Soprattutto ci sono stati gol memorabili. Tra i tanti Beppe vuole ricordare in particolare uno: «Quello che ricordo in modo speciale è il primo, a Chorzów: vincemmo l’Intertoto e da lì cominciò la cavalcata fino alla semifinale Uefa. Il più bello, però, è quello con l’Udinese, con il ponte di testa di Kennet Anderson, il mio pallonetto a Sensini e il sinistro al volo sotto la traversa».

Ma non solo, indimenticabile anche la doppietta nella finale di andata della Coppa Intertoto contro il Fulham:«All’andata segnai due gol a Van Der Sar su rigore. A Londra, purtroppo, giocammo una partitaccia, ma la qualificazione l’avevamo già buttata via al Dall’Ara con quel due a due».

Viste le ultime belle notizie è però impossibile non soffermarsi a parlare del Bologna di oggi: «Determinati risultati non sono mai casuali. Se arrivi così in alto, c’è dietro un grande lavoro della società. Si è creata un’alchimia tra allenatore e squadra. Nessuno poteva immaginarsi che Napoli, Roma e Lazio andassero tutte e tre così male: ma se ti fai trovare pronto, non sei lì per caso”.

Beppe parla anche degli ultimi grandi talenti, emersi durante la stagione, in particolare si sofferma sul futuro di Zirkzee, che vede radioso: «Questo ragazzo può davvero arrivare lontano. Ha margini di miglioramento ampi in termini di continuità e carattere. Sul piano tecnico è già pronto per i grandi club: ma poi arrivi in un top club e ti devi misurare con grandi campioni».

Affrontando argomenti più spinosi, in particolare la questione Thiago Motta, afferma: «Credo che Thiago abbia fatto un grande lavoro. Ora ha l’opportunità di fare un altro grosso passo avanti. Certo sarebbe stato bello vedere tutto il gruppo ripartire insieme e in Champions».

Signori conclude l’intervista accennando al suo desidero di diventare allenatore: «Ho la mia accademia – la ‘SB188’ – dove alleno i bambini e faccio full immersion sulla tecnica di base. Prima del 2010 avevo fatto il super corso di Coverciano per diventare allenatore e avevo preso il patentino. Poi è successo quello che tutti sanno (la condanna per calcioscommesse da cui fu poi assolto nel 2021) e adesso è difficile rientrare. Se qualcuno mi dovesse chiamare, andrei molto volentieri: ma andare tanto per andare no».

Beppe è ricordato con affetto non solo per i suoi gol indimenticabili, ma anche per il lato umano, per la sua persona. Il capitano Beppe Signori ha sicuramente lasciato il segno nella storia rossoblù.

Fonte: Il Resto del Carlino, Gianmarco Marchini

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