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L’Italia Under 17 vince l’europeo di categoria: l’analisi di una vittoria storica
L’Italia Under 17 vince l’europeo di categoria. Per la prima volta nella storia gli Azzurrini vincono questo torneo e lo fanno tramite un percorso netto: sei partite e sei vittorie.
L’Italia è campione d’Europa. Sicuramente è una frase che ci piacerebbe sentire fra poco più di un mese, quando il 14 luglio all’Olympiastadion di Berlino una nazionale maggiore si laureerà campione d’Europa. Ma intanto godiamoci questo inizio d’estate azzurra. Sì, perché l’Italia Under 17 ha trionfato contro i pari età portoghesi realizzando una piccola grande impresa per i colori dell’Italia.
Che Italia! Il percorso degli Azzurrini
Il percorso degli Azzurrini ha assunto i contorni della marcia trionfale.
Sei partite, sei vittorie. Undici gol fatti, appena due subiti. Quattro clean sheet e cinque marcatori diversi a segno. Ma ben oltre i numeri, già di per sé impressionanti, ciò che ha colpito è stata la lucidità con cui questi ragazzi hanno giocato. Una formazione che ha dimostrato molta più maturità di quella che ci si aspetterebbe dalla carta di identità, una comprensione dei momenti della gara che è cresciuta partita dopo partita. A partire da quella sfida alla Polonia, prima tappa del viaggio degli Azzurrini, in cui un peccato di gioventù della difesa ha portato all’espulsione di Andrea Natali, figlio di Cesare noto da queste parti. Un errore grave della retroguardia azzurra che poteva costare carissimo nell’economia della partita e del torneo, ma che, fortunatamente, non ha sortito effetti rilevanti. E l’Italia ha imparato dall’errore interpretando con la massima attenzione le gare seguenti, per arrivare alla vittoria contro il Portogallo in finale che ha dimostrato, in via definitiva, la straordinaria forza mentale di questa squadra.
Il condottiero sulla panchina dell’Italia: Massimiliano Favo
C’è un uomo, che ancora non abbiamo nominato, il cui ruolo in questa sensazionale avventura va sottolineato, ma soprattutto celebrato. Massimiliano Favo, con un passato da calciatore anche al fianco di Diego Armando Maradona, ha preso questo gruppo ancora in Under 15 e, come un meraviglioso alchimista, ne ha catturato l’essenza, permettendogli di potersi esprimere nel migliore dei modi.
Il 4-3-1-2 proposto dall’Italia ha esaltato le caratteristiche di questi giovani calciatori. Ciò che è apparso più evidente, soprattutto dalla gara con l’Inghilterra in poi, è stata la fluidità con cui la squadra si muoveva. Come a seguire una partitura comune. Non facile da vedere in una nazionale, quasi impossibile in una nazionale giovanile. Le doti tecniche eccelse di alcuni elementi, poi, hanno reso ancora più evidente questo aspetto. Esemplificativo di questo concetto è stato l’ultimo gol realizzato dall’Italia nel torneo. Il 3-0 al Portogallo che ha chiuso definitivamente i giochi, permettendo agli Azzurrini di gestire con serenità l’ultima mezz’ora.
Il gol del 3-0 al Portogallo: gli Azzurrini chiudono la pratica
Sono tre i protagonisti del gol simbolo dell’europeo. Forse non il più bello vista la presenza dei gioielli di Camarda alla Slovacchia e Liberali all’Inghilterra, ma sicuramente la rete che meglio rappresenta l’avventura azzurra a Cipro.
Il Portogallo tiene la linea difensiva molto alta e Liberali capisce perfettamente la situazione. Vede il compagno e lo serve con un lancio di sconsiderata bellezza. Preciso, ma forte sufficientemente per non far perdere l’inerzia della corsa a Mosconi che controlla, temporeggia e legge meravigliosamente l’inserimento di Camarda. L’assist passa sotto le gambe del difensore e per l’attaccante del Milan è, si fa per dire, un gioco da ragazzi battere il portiere in uscita.
Il gol è rappresentativo del gioco proposto da Favo: attacco costante della profondità, trequartista che viene a prendere il pallone basso per poi sfruttare i movimenti delle punte o delle mezzali che prendono lo spazio. Un inno al calcio offensivo, in barba a quei principi conservativi e datati che troppe volte invadono il nostro calcio.
I protagonisti dell’Italia. Il gruppo degli Azzurrini con un occhio al futturo
Vittorie come quella degli Azzurrini sono successi nei quali trovare delle individualità meritevoli è un esercizio controproducente. Sarebbe troppo facile esaltare le prestazioni di Camarda o Liberali, per dirne due; va apprezzata la capacità di tutti gli interpreti di inserirsi con voglia e costanza nello scacchiere di Favo, rispondendo presente alla chiamata. Come ha fatto Massimo Pessina, portiere del Bologna, partito per vedere dalla panchina il torneo, secondo a un ottimo prospetto come Alessandro Longoni del Milan. Ma quando le necessità lo hanno portato a vestire i panni del numero 1, ha convinto, non facendo rimpiangere il suo giovane collega. Così come altri interpreti si sono riusciti a ritagliare uno spazio di qualità all’interno di un gruppo forte e coeso.
Il futuro è solo loro. Alcuni hanno mostrato delle qualità notevoli, ma la strada da percorrere è ancora lunghissima. La chiave è solo una: il lavoro. Sempre e costantemente. Ma non va dimenticata l’importanza che può avere un successo del genere a livello mentale. Il percorso sarà lungo e tortuoso, ma una vittoria del genere può cementificare l’anima di ognuno. E non vediamo l’ora di capire chi rispetterà le attese.
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