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Alé Bulåggna – Santa Cumudéńna

Nuovo episodio della rubrica in dialetto bolognese Alé Bulåggna. Oggi parliamo di “Santa Cumudéńna” e del modo di dire a lei collegato

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Alé Bulåggna
Alé Bulåggna, oggi parliamo di "Santa Cumudéńna"

In questo appuntamento con la rubrica in dialetto bolognese Alé Bulåggna l’estro popolare torna nuovamente e prepotentemente in primo piano, con l’invenzione di una Santa creata ad arte per fingere di giustificare un comportamento che in realtà si vuole censurare.

La Santa è “Santa Comodina”, e i sagaci petroniani d’altri tempi non solo l’hanno inventata, ma le hanno anche coniato un bel modo di dire su misura…

Santa Cumudéńna la fèva al pan da stèr a lèt

Il proverbio significa letteralmente che “Santa Comodina faceva il pane stando a letto”, il che ovviamente non è vero. Il nome della Santa è chiaramente immaginario, e richiama il mobilio tipico della camera da letto.

Il vero senso della locuzione, quindi, è che la Santa non faceva fatica a fare il pane, in quando evidentemente non lo faceva lei. La frase viene quindi utilizzata in modo ironico per indicare chi sfrutta il lavoro altrui, o chi non ha voglia di fare nulla.

Portandolo al mondo del calcio, possiamo equiparare certi attaccanti del passato a “Santa Cumudéńna“, visto che la loro unica preoccupazione era finalizzare il gioco altrui, al contrario degli attaccanti moderni.

Ancora più ironicamente, quando si segna o si subisce gol per una ripartenza dal basso, si potrebbe esclamare “Santa Cumudéńna la fèva al pan da stèr a lèt!“, sottolineando che chi ha segnato si è trovato già in qualche modo “la pappa pronta”. Per fare esempio pratico, guardate i due gol subiti dal Leverkusen nel prossimo video…

Infine, perchè no, possiamo dire che anche certi Direttori Sportivi e certe società siano delle novelle “Santa Cumudéńna“, che sfruttano l’ottimo lavoro di altre compagini cercando di pagare il minimo giocatori scoperti e lanciati da altri più competenti colleghi.

Se vi interessa il dialetto bolognese e i suoi modi di dire, non perdetevi le vecchie puntate di Alé Bulåggna e visitate uno dei siti di riferimento del nostro dialetto.

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