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Calcio

Un’Italia senz’anima e senza carattere: si ricomincia da zero, ancora una volta

Poche idee e zero fiducia: l’Italia viene eliminata da Euro 2024. Ora sarà, per l’ennesima volta, tutto da ricostruire?

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Nazionale Italiana di calcio - Italia - Svizzera, FIGC
Nazionale Italiana di calcio (©FIGC - Azzurri)

Non avete quella sensazione di deja-vu? Quel: “ehi, ma io questa scena l’ho già vista” che si ripete da dieci anni a questa parte? Eliminazione dopo eliminazione, sconfitta dopo sconfitta, mancata qualificazione dopo mancata qualificazione. No, certo, non dimentichiamoci di quell’Europeo vinto dall’Italia, che a questo punto appare un miracolo più che un’impresa. O meglio, una anomalia. E che, forse, dovremo farci bastare per altri 50 anni?

Siamo questi

È già cominciata la caccia al colpevole. Chi mette Spalletti in dubbio, chi addita il singolo calciatore, chi posizioni più alte. Ma nessuno è realmente colpevole. Non c’è una colpa condivisa, un fardello da togliersi e da dimenticare in fretta. Non è questa sconfitta l’anomalia statistica. L’Italia non si qualifica ad un Mondiale di calcio da dieci anni. Questa situazione ci ha fatti scivolare ai margini dello sport Nazionale prima nel mondo, e ora di nuovo nel continente. Difficile quindi parlare di altro fallimento: siamo questi, e dobbiamo farcene una ragione. Poi, si può discutere del talento dei singoli, che nei Club non sono certamente gli ultimi della lista. Ma, a maggior ragione, alcune scelte risultano incomprensibili, a partire dalle convocazioni dubbie del CT, che non è mai sembrato in grado di gestire la situazione. Non che Orsolini avrebbe forse potuto cambiare troppo le cose, intendiamoci, ma quanto meno la avrebbe meritata per la stagione.

La sconfitta dell’Italia con la Svizzera è una disfatta?

La vittoria della Svizzera ha messo fine al sogno europeo degli azzurri, arresi per 2-0 all’Olympiastadion. Negli ultimi anni gli elvetici sono sempre stati un avversario ostico, capace di fermare gli Azzurri anche nella corsa ai Mondiali in Qatar. Ma si tratta, comunque, di un dato storico: l’Italia aveva vinto 29 delle 62 sfide precedenti, concedendo 9 vittorie e 24 pareggi. Proprio per questo, la sconfitta di ieri fa ancora più rumore. Dopo 31 anni, gli Azzurri sono stati sconfitti e, nel gioco, umiliati.

Disfatta storica o meno, resta evidente che l’Italia non è mai scesa in campo. Poche idee, troppo confuse, lanci a vuoto, nessuna verticalizzazione logica o partecipazione alla manovra da parte di centrocampisti e attaccanti. Difensori costretti a ricominciare dal portiere in svantaggio 2 a 0. Surclassati, fisicamente e mentalmente, perchè è giusto ammetterlo, da una Nazionale più compatta, che ha mantenuto il pallino del gioco con 16 tiri totali di cui 4 in porta. Mentre Scamacca e compagni hanno direzionato il pallone verso la rete avversaria soltanto una volta, tra l’altro con Retegui subentrato, al 73esimo minuto.

Assenza di impegno, fiducia e carattere

All’Olympiastadion i tifosi Azzurri erano sei mila, contro i venti mila elvetici. Si può discutere delle motivazioni, dei prezzi troppo alti dei biglietti, e ricercare decine di motivazioni esterne al fatto che, in campo, non c’è mai stata nessuna Italia. Se non per 61 minuti, i primi 60 con l’Albania, e l’ultima azione contro la Croazia.

Molti rappresentanti Azzurri, specialmente ieri, sono apparsi completamente disinteressati al successo del gruppo, senza fiducia. Dimostrata dalle lunghe passeggiate in campo, dai continui retropassaggi al portiere, dal ritmo rallentato e dagli enormi spazi concessi agli avversari difensivamente. L’assenza di Calafiori, che è apparso tra i pochi, assieme a Donnarumma, sufficienti , infine è pesata.

Italia – Da rifondare, di nuovo?

C’era chi inneggiava a straordinari parallelismi con il 2006, dove a Berlino scendevano in campo Del Piero, Cannavaro, Buffon, Gattuso e Pirlo. Quella generazione d’oro non tornerà mai più, ed è inutile vivere di nostalgia e ricordi. Ogni due anni, la nostra Nazionale di calcio si ritrova punto e a capo, con tutto da rifondare, allenatori da esonerare, dimissioni richieste. Il clima della rassegnazione aleggia però minaccioso: non sembrano esserci soluzioni. E ripartire da zero, di nuovo, potrebbe portare ad un’altra, ennesima disfatta Mondiale. La sconfitta non è un problema. Il problema è che è diventata la prassi.

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