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Covini Engineering, avanguardia a 6 ruote

Una delle case automobilistiche più all’avanguardia del nostro territorio; la Covini è soprattutto conosciuta per la sua supercar a 6 ruote.

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Due Covini C6W, supercar a due ruote dell'azienda piacentina (@ Covini Engineering Facebook)

Una delle case automobilistiche più coraggiose e all’avanguardia della storia d’Italia: la piacentina Covini Engineering ha fatto della sperimentazione e dell’innovazione il suo marchio di fabbrica.

Il primo prototipo Covini: la T44 Turbo

L’Ingegner Ferruccio Covini nasce nel 1948 ad Arena Po, un piccolo paesino dell’Oltrepò pavese. La storia dell’omonima azienda, la Covini Engineering, comincia nel 1978 a Castel San Giovanni, nel piacentino. Ferruccio, già impegnato su diversi fronti sia come professore universitario che come consulente, decide di mettersi in proprio.

La Covini Engineering si specializza nel settore dei prototipi e delle auto di lusso. L’attività dell’azienda si basa fortemente sulla sperimentazione e sull’innovazione; i suoi progetti sono sempre fuori dagli schemi e all’avanguardia.

Il primo prototipo realizzato dall’azienda è quello della T44 Turbo; soprannominata “Soleado”, viene presentata al Salone Internazionale di Torino del 1978. Si tratta di una vettura da fuoristrada con quattro ruote motrici, equipaggiata con un motore Diesel turbocompresso. La carrozzeria è formata da una serie di pannelli modulari intercambiabili.

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La T44 Turbo, primo prototipo dell’azienda piacentina (@ Covini Engineering Facebook)

Il progetto e i brevetti vengono venduti nel 1980 alla VM Motori di Cento, che li acquista per conto di Finnmeccanica. L’intenzione è quella di affidare la produzione della T44 al gruppo Alfa Romeo; a causa delle precarie condizioni finanziarie del Biscione in quel periodo il progetto svanisce nel nulla.

Continuano gli esperimenti

Segue la B24, anche detta “Sirio”, un altro esperimento della Covini Engineering svelato al pubblico in occasione del Salone di Ginevra del 1981. La vettura viene realizzata per testare una serie di soluzioni innovative, tra cui l’intercooler raffreddato ad acqua.

La B24 è spinta da un diesel da 2,4 L della VM Motori, che consente alla berlinetta della Covini di diventare il primo diesel stradale a superare i 200 km/h, raggiungendo la velocità massima di 205 km/h. Ne vengono prodotti solo 9 esemplari, tutti quanti destinati esclusivamente al mercato statunitense.

Il prodotto successivo è la T40, prodotta tra il 1985 e il 1988. Soprannominata “Summit”, è la rivisitazione della T46, altro progetto di una sportiva della Covini. Si tratta di una coupé a 4 posti spinta da un diesel a 5 cilindri da 3,3 L della VM Motori, il primo a essere dotato di un dispositivo di overboost.

Al Salone Internazionale di Torino del 1998 viene presentato un altro prototipo, quello della Covini C36. Si tratta di una Gran Turismo estremamente raffinata sotto diversi punti di vista. La carrozzeria della vettura è infatti realizzata con gli innovativi materiali compositi.

Non solo: il prototipo è frutto di un minuzioso studio aerodinamico. Inoltre, la C36 è spinta da uno dei primi motori diesel con alimentazione di tipo Common Rail, in grado di sviluppare 313 cv a 4200 giri/min. Questo la rende una delle vetture diesel più veloci al mondo.

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La Covini C36, una delle vetture diesel più performanti al mondo (@ Covini Engineering Facebook)

Covini C6W: capolavoro a 6 ruote

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La famosa Covini C6W, prima supercar a 6 ruote (@ Covini.it)

L’ultima vettura prodotta in casa Covini è il fiore all’occhiello del marchio. È la Covini C6W: la prima supercar a sei ruote del mondo. Senza dubbio è il modello che porta alla ribalta il nome dell’azienda piacentina. Il progetto di un’auto a sei ruote, ispirato dalla Tyrrell P34 di F1, viene discusso in casa Covini già negli anni Ottanta, per poi cadere nel dimenticatoio per una ventina d’anni.

L’idea viene rispolverata nei primi anni Duemila: nel 2004 vede la luce il primo prototipo, poi presentato al Salone di Ginevra. Una vettura decisamente poco convenzionale, con 4 ruote motrici e trazione posteriore. L’aggiunta di due ruote non è fine a sé stessa, ma ha motivazioni ben precise.

I vantaggi principali portati da questa configurazione sono il miglioramento dell’efficienza frenante e della tenuta di strada. Al contrario, un suo punto a sfavore è l’aumento del peso e della complessità meccanica.

La C6W è l’ultima vettura targata Covini Engineering. L’azienda ha comunque continuato a prestare consulenza per la realizzazione di vetture e prototipi di altri marchi. Su tutti, a collaborato al progetto della Cadillac STS, berlina per il mercato europeo, e alla Calloway T7, prototipo di classe GT1 che partecipò alla 24 Ore di Le Mans del 1996.

Kart all’avanguardia

Negli anni Novanta, la Covini partecipa anche a un altro progetto. Si tratta di una collaborazione tra la casa piacentina e la MONAKO KART di Isaia Fiocco, nome noto tra gli appassionati per aver realizzato la carrozzeria della F40. Il frutto di questo connubio è un kart dal disegno avveniristico e dalla meccanica sofisticata, con telaio e carrozzeria realizzati in fibra di carbonio.

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Il kart in fibra di carbonio frutto della collaborazione Covini-MONAKO KART (@ Covini Engineering Facebook)

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