Bologna FC
Non solo Zirkzee: (il) Bologna è una regola
Non solo Zirkzee: sono tanti i campioni che a Bologna sono nati o si sono riscoperti come tali grazie all’ambiente bolognese
Era nell’aria da tempo, ma ora è ufficiale. Joshua Zirkzee lascerà il “suo” Bologna Fc. Non una scelta facile, non una scelta poco sofferta. Una decisione dalla quale derivano grandi responsabilità e che porta inevitabilmente a fare un passo bello lungo, che Joshua certamente sarà in grado di compiere, o perlomeno che tutta Bologna gli augura di fare. D’altronde, fenomeni come Zirkzee non se ne vedono tutti i giorni, specialmente in casa rossoblù. O forse sì?
Il saluto di Zirkzee
Se c’è una cosa vera, è che Bologna fa veramente del bene ai propri giocatori. Talentuosi da squadre rinomate, sconosciuti da piccole piazze, gradi a fine carriera, giovani in rampa di lancio, sono in pochi quelli che da Bologna e dal Bologna non ne escono “nati” o “rinati”. Una piazza storica, ma che ha faticato a lungo per imporsi nelle parti alte della classifica, mettendo da parte l’ultimo, unico, incredibile anno, non può che essere un balsamo per un giocatore, specialmente in una fase complicata della propria carriera.
La mancanza di pressione, o meglio, la consapevolezza di poter sbagliare, la tranquillità nel potersi vivere un campionato dove se fai bene sei amato, se sbagli, anche, e soprattutto dove il senso di appartenenza conta più di ogni altra cosa. «Spero per tutto il rispetto e la fiducia che mi avete dato, di aver restituito qualcosa in cambio. […] Tiferò per voi da lontano. Ti amo Bolo» dice Zirkzee nel post di saluti al Bfc, ringraziando un pubblico che lo ha amato profondamente.
Non solo Joshua
Bologna è una regola, o meglio, a Bologna è una regola. Ci sono tantissimi esempi di “nati” e rinati con la casacca del Bfc in fasi diverse della propria carriera. Non andando lontano, basta pensare a un’icona come Marco Di Vaio, ora direttore sportivo del club. In una fase complicata della propria carriera, soprattutto dopo l’anno al Genoa, l’arrivo a Bologna è stato il trampolino di lancio (o rilancio) per l’attaccante col 9 sulla schiena: 66 gol segnati in 148 partite. Dal 2008 al 2012 con lo stemma del Bologna sul petto, per poi entrare nella dirigenza del club.
Un altro esempio? Impossibile non citare Beppe Signori. L’arrivo in una fase di declino alla Sampdoria, poi sei stagioni con la divisa rossoblù, entrando direttamente nell’albo dei giocatori più significativi e amati della storia del calcio bolognese (84 gol in 178 incontri). E come non citare Roberto Baggio: un anno da record quello tra il ’97 e il ’98, dove il fantasista segnerà 22 gol in 30 presenze. Una sola stagione, ma importantissima, soprattutto dopo l’esperienza complicata al Milan. L’anno più importante dal punto di vista realizzativa di Roberto Baggio, tra i più grandi dei calciatori italiani, è stato a Bologna.
Ultimo ma non ultimo, un esempio più recente da portare non può che essere Jerdy Schouten. Dal 2019 al 2023 al Bologna, definibile come un simbolo di crescita e costanza, che lo hanno portato ad essere, da un perfetto giovane sconosciuto, a titolare in una semifinale europea pochi giorni fa contro l’Inghilterra.
Zirkzee-Bologna, il posto e il momento giusto
Insomma, nell’albo d’oro del Bologna non ci sono solo grandi giocatori, ma anche e soprattutto giocatori che sono diventati, o si sono riscoperti, qui, grandi. Bologna ti permette di avere una serenità che altre grandi piazze non hanno. Crescendo senza pressioni, migliorando, avendo lo spazio giusto nel momento giusto.
Anche per Zirkzee è andata così: un arrivo da perfetto ignoto, con alle squadre un club importante ma senza aver avuto la capacità di mettersi ancora in mostra per quele che sono le sue qualità. Il Bologna gli ha dato fiducia, ascoltandone le esigenze, leggendone i passi falsi (come, per esempio, l’esordio col Parma). Pazienza, il Bologna ne ha avuta e ne è stata ripagata.
Come tutte le belle parabole, anche questa ha avuto una fine. Non l’epilogo che i tifosi rossoblù si auguravano, dato che il prossimo anno bisognerà fare a meno del gioiellino dai capelli ricci che ha incantato tutta la serie A. Quello che è importante notare, però, è che Zirkzee non è arrivato dove è arrivato da solo: mezzo della sua crescita è stato soprattutto l’ambiente bolognese, florido, solido, adatto per il talento cristallino del ventitreenne olandese, che ha saputo fare tesoro dello spazio e del tempo che gli sono stati dati, sfruttandoli a pieno. Non rinato come Baggio, Signori o Di Vaio. Valorizzato, lanciato, insomma, “nato” nella casa e nel cuore rossoblù.
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