Bologna FC
Il calendario del Bologna: una maratona da (minimo) 47 partite
Il Bologna giocherà almeno 47 partite tra Serie A, Champions League e Coppa Italia. Qual è l’equilibrio tra resistenza e ambizioni?
Il calcio moderno ha ormai raggiunto un punto di saturazione. Squadre e giocatori sono chiamati a sostenere un ritmo frenetico, e il Bologna non fa eccezione. Con l’avvio della stagione 2024-2025, il club rossoblù si prepara ad affrontare un tour de force che coinvolgerà tre competizioni principali: Campionato, Champions League e Coppa Italia.
Un calendario fitto di impegni che, al minimo, vedrà la squadra scendere in campo 47 volte. Ma la cifra potrebbe salire considerevolmente qualora il Bologna avanzasse nelle fasi successive delle competizioni.
Tra campionato e Champions League: per Bologna sarà un viaggio faticoso
Come ogni anno, il campionato di Serie A rappresenta la colonna portante della stagione di ogni squadra italiana. E in questo caso non c’è spazio per rallentamenti: ogni punto conta in una competizione che richiede continuità e concentrazione dall’inizio alla fine.
Quest’anno, per il Bologna, l’avventura si estende oltre i confini nazionali. Con l’introduzione della nuova Champions League, la squadra è chiamata a disputare almeno 8 partite nella fase a gironi. Una maratona europea che inizia al Dall’Ara contro lo Shakhtar Donetsk il 18 settembre e si concluderà a Lisbona contro lo Sporting il 29 gennaio del prossimo anno.
Nel mezzo, un viaggio affascinante e impegnativo che porterà i rossoblù due volte in Inghilterra, per affrontare Liverpool e Aston Villa, prima di tornare a Bologna per due match cruciali contro Monaco e Lille. La chiusura del 2024 vedrà la squadra in Portogallo contro il Benfica, mentre l’anno nuovo si aprirà con la sfida in casa contro il Borussia Dortmund.
Questo cammino europeo non è solo una questione di punti e qualificazioni: è anche un’opportunità per il Bologna di misurarsi con il meglio del calcio continentale, vivendo partite che arricchiscono il prestigio del club e fanno sognare i tifosi. Ogni partita rappresenta una sfida non solo tecnica, ma anche fisica e mentale, che richiede una gestione oculata delle risorse da parte dell’allenatore. Una sfida che Vincenzo Italiano è già preparato a sostenere, anche se non al livello Champions.
L’aggiunta della Coppa Italia nel calendario
Se campionato e Champions League sono appuntamenti fissi, la Coppa Italia resta una variabile con margini di incertezza. Per ora, il calendario prevede un solo impegno, ma ogni passaggio di turno comporterà un ulteriore dispendio di energie e concentrazione. La Coppa Italia, spesso sottovalutata, potrebbe rivelarsi un’opportunità per il Bologna di puntare a un trofeo, ma al tempo stesso un ulteriore elemento di stress in una stagione già sovraccarica. Come si gestiscono tre competizioni di questo livello? Pensando partita per partita, perché, si sa, la prossima è sempre la più importante.
L’equilibrio precario tra spettacolo e sostenibilità
L’enorme mole di partite che il Bologna si appresta a disputare solleva una domanda importante: si gioca troppo? In un contesto dove i diritti televisivi e gli sponsor spingono per una continua espansione del calendario, la salute dei giocatori e la qualità del gioco rischiano di passare in secondo piano. Il Bologna, come molte altre squadre, si troverà a dover gestire infortuni, affaticamenti e momenti di crisi, in un’annata che richiederà non solo tecnica e tattica, ma anche una gestione esemplare delle energie fisiche e mentali.
La questione della sostenibilità è ormai al centro del dibattito europeo. Squadre come il Bologna devono trovare un equilibrio tra l’ambizione di competere su più fronti e la necessità di preservare la freschezza e la salute dei propri giocatori. Un equilibrio delicato, che influenzerà non solo i risultati sul campo, ma anche il gioco di squadra e l’unione del gruppo.
Con 47 partite garantite e un numero potenzialmente in crescita, la stagione del Bologna sarà intensa, ricca di sfide da affrontare con la necessaria lucidità. La speranza è che il club riesca a navigare in queste acque senza perdere di vista l’obiettivo principale: regalare ai suoi tifosi il buon calcio, in cui la passione, quando non soffocata da interessi economici, diventa spettacolo.
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