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Il Bologna torna in Europa: chi c’era in campo l’ultima volta

Mercoledì, a 22 anni dall’ultima volta, il Bologna tornerà a giocare in Europa. Chi c’era allora in campo per i rossoblù?

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La maglia del Bologna stagione 2002/03
La maglia del Bologna stagione 2002/03

Il Bologna mercoledì tornerà in Europa a distanza di 22 anni. L’ultima volta che i rossoblù hanno giocato in una competizione europea UEFA è stata il 27 agosto 2002. I rossoblù giocavano il ritorno della finali di Coppa Intertoto contro il Fulham. Arrivò una sconfitta 3-1 e la fine del percorso verso la Coppa UEFA 2002/03.

Quella è stata l’ultima partita europea del Bologna. E mercoledì, a distanza di 22 anni, la formazione rossoblù potrà riaprire il conto delle gare europee della sua storia. L’avversario sarà molto diverso da quello di 22 anni fa, perché sarà la formazione ucraina dello Shakhtar Donetsk. Ma soprattutto sarà una partita in un contesto molto diverso: allora era solo l’Intertoto, mercoledì sarà la Champions League.

La formazione dell’ultimo Bologna in Europa

BOLOGNA (3-4-2-1): Pagliuca; Paramatti (78’ Smit), Castellini, Falcone; Nervo, Colucci, Olive, Zaccardo; Signori (61’ Bellucci), Locatelli (87’ Frara); Cruz. Allenatore: Francesco Guidolin.

I rossoblù in campo nel 2002

La formazione del 2002 e quella del 2024 sono e saranno due undici titolari che passeranno alla storia. Due formazioni titolari, più i tre cambi, uniti da un filo lungo 22 anni che si fermerà mercoldì. Questo filo, questo nastro si ferma e se ne comincerà a srotolare un altro, quello della storica partecipazione del Bologna nella massima competizione del calcio in Europa.

Gianluca Pagliuca, nel 2002, era ormai titolare del Bologna da tre stagioni. L’estremo difensore bolognese era tornato a casa nel 1999. Il portiere aveva lasciato la maglia rossoblù quando ancora giocava nelle giovanili del Bologna. Pagliuca aveva poi terminato la sua esperienza al Bologna nel 2006 e poi aveva finito la carriera ad Ascoli nel 2007. Pagliuca è poi tornato da preparatore dei portieri in società, occupandosi dei portieri delle giovanili fino al 2020.

Michele Paramatti era appena tornato a vestire la maglia del club felsineo dopo due stagioni alla Juventus, con cui aveva vinto lo Scudetto l’anno prima. Il difensore rossoblù aveva poi chiuso la carriera alla Reggiana, solo un anno più tardi, nel 2003/04. Oggi è fuori dal mondo del calcio e gestisce un’agenzia immobiliare nella zona di Ravenna.
Al suo posto, nel secondo tempo, entrò lo serbo Vlado Smit. Il difensore balcanico giocò pochissimo nella stagione 2002/03, ma tornò più avanti tra il 2005 e il 2007, trovando più spazio. Prima e dopo Bologna è stato con Atalanta, Pescara, Treviso, Gallipoli, SPAL e Cagliari (con cui non ha però mai giocato). Oggi è disoccupato, ma è stato assistente di Stjepan Tomas in diverse occasioni, l’ultima delle quali all’Osijek in Croazia.

Marcello Castellini, come Paramatti e Smit, ha vestito la maglia del Bologna in più di un’occasione. Il difensore  ha anche chiuso la carriera in rossoblù. Coi felsinei ha giocato dal 2000 al 2003 e poi dal 2006 al 2009. Il difensore ha giocato ben 187 partite e ritirandosi con la maglia del Bologna, ha scelto la città come “sua” città. E infatti oggi è il responsabile tecnico del Centro Federale di Castenaso.

Anche Giulio Falcone, come Paramatti, Smit e Castellini, avrebbe lasciato il Bologna alla fine della stessa stagione 2002/03. Il difensore centrale successivamente avrebbe vestito la maglia della Sampdoria conquistandosi addirittura una presenza in Nazionale. Oggi è fuori dal calcio ed ha investito nel ramo immobiliare e delle energie rinnovabili.

A centrocampo, uno dei due centrocampisti era Leonardo Colucci. Il mediano pugliese arrivò proprio in quell’estate a Bologna dal Verona e in rossoblù rimase sei stagioni, prima di chiudere con le maglie di Cagliari, Cremonese e Modena. Di recente ha rilasciato anche un’intervista su questa stagione in Europa del Bologna, visto che è rimasto impegnato nel pallone facendo l’allenatore, allenando anche le giovanili del Bologna tra il 2011 e il 2016. Nell’ultima annata ha provato senza successo a risollevare le sorti della SPAL in Serie C: assunto a ottobre, è stato esonerato a febbraio.

L’altro mediano era Renato Olive. Il mediano di Putignano era già nella fase matura della carriera e dopo la fine di quella stagione, le sue esperienze furono sempre più complicate e deludenti. Nel 2007 collezionò anche un’altra presenza in Serie B col Bologna. Dopo il ritiro ha collaborato con Roberto Donadoni, prima a Parma, e poi a Bologna dal 2015 al 2018.

Sull’esterno destro ecco un simbolo della maglia del Bologna: Carlo Nervo. Quarto per presenze con la maglia rossoblù, Nervo è stato una bandiera del club, giocando con i felsinei ininterrottamente dal 1994 al 2005 e poi nel 2006/07. Un simbolo che dopo il ritiro si è allontanato dal calcio, avvicinandosi alla politica come Sindaco di Solagna in Veneto, e poi come imprenditore, proprietario di un mobilificio.

A sinistra, Cristian Zaccardo. Poco da dire su di lui, la cui carriera parla per lui. Dopo l’esperienza col “suo” Bologna, il terzino ha fatto una grande carriera chiusa solo nel 2019 al Tre Fiori, formazione di San Marino. Cristian ha vestito le maglie di Palermo, Wolfsburg, Parma, Milan, Carpi, Vicenza, Hamrun Spartans. Nel suo palmares anche una Bundesliga, la Coppa Titano, un Europeo under 21 e soprattutto il Mondiale 2006. Ora sta provando ad intraprendere la carriera da procuratore.

Sulla trequarti: Beppe Signori. L’allora capitano del Bologna non ha certamente bisogno di presentazioni. Oggi si batte ancora per veder riconosciuta la sua innocenza “sportivamente”. Dopo l’assoluzione in sede di giustizia ordinaria per lo scandalo scommesse, ora vorrebbe che la Federazione revocasse la radiazione che lo aveva colpito nel pieno dell’avvio della carriera da direttore sportivo.
Al posto di Beppe, entrò in gara Claudio Bellucci. L’attaccante romano ha scritto pagine importanti della storia recente del Bologna segnando 44 reti nelle stagioni di Serie B 2005/2006 e 2006/07. Oggi, ha intrapreso la carriera da allenatore. Di recente ha fatto parte dello staff di Gianni De Biasi sulla panchina della Nazionale azera e Walter Mazzarri a Cagliari. Lo scorso anno, sempre in Sardegna, ha allenato l’under 18 dei rossoblù isolani.

L’altro giocatore sulla trequarti, dal primo minuto, era Tomas Locatelli. Il bergamasco ha giocato 5 anni in rossoblù tra gioie e dolori. Prima e dopo Bologna ha vestito le maglie di Atalanta, Milan, Udinese, Siena, Mantova, SPAL e infine Arezzo. Proprio nel periodo dei toscani resta invischiato nello scandalo scommesse, patteggiando due anni di squalifica. Ora se la cava bene con la racchetta da padel. In quella partita contro il Fulham, Locatelli segnò l’unico gol del Bologna: il temporaneo pareggio al 34’.
Al posto di Locatelli, ecco Alessandro Frara. Nel 2002 aveva solo 20 anni, e la sua carriera dopo il settore giovanile della Juventus è proseguita tra alti e bassi: Ternana, Spezia, Rimini, Varese e Frosinone, dove ha chiuso la carriera giocando per ben 7 anni, le tappe di una carriera svolta tra C e B. Oggi è il responsabile del vivaio proprio del Frosinone.

In avanti, un altro che non ha certo bisogno di presentazioni: Julio Ricardo Cruz. El Jardinero, come tanti altri di quel Bologna, avrebbe lasciato i rossoblù alla fine di quella stagione. Il suo marchio è rimasto indelebile nella storia del Bologna coi suoi gol e le sue giocate. Suo figlio, Juan Manuel Cruz, ha iniziato tardi la sua carriera calcistica, ma nell’ultima stagione ha giocato e al Verona, sfidando anche il Bologna in Coppa Italia lo scorso anno. Julio, oggi, “si gode” la vita in Argentina.

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