Bologna FC
Amarcord – Bologna: Roma – 20 nov
Sabato 21 novembre è in programma la tredicesima giornata del massimo campionato di calcio. Il Bologna ospita nel proprio stadio i giallorossi della Roma. Tra le innumerevoli sfide tra le due formazioni prendo in esame quella giocata il 30 Dicembre 1989.
All’interno della partita se ne disputò un’altra molto più importante; quella della vita contro la morte. Infatti la partita fu turbata dal grave malore che colpì il romanista Lionello Manfredonia dopo cinque minuti di gioco.
Una scena drammatica. Il bolognese Giordano aveva aggirato, senza toccarlo, Manfredonia che si portava al piccolo trotto dentro l’area. Il giocatore all’improvviso barcollava e cadeva in avanti. Era rimesso sulla schiena dal compagno di squadra Desideri, che aveva avuto subito la percezione della gravità del malore. Manfredonia aveva una piccola reazione, poi perdeva i sensi. Gioco fermo, agitazione e paura sia in campo che tra gli oltre 27.000 spettatori. Accorsero i medici delle due squadre, Alicicco e Nanni: massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca. Minuti di grande tensione in campo. Si pensò a una congestione dovuta al freddo intenso (-5°). Lionello venne trasportato all’ambulanza che in 6-7 minuti raggiunse il vicino Ospedale Maggiore. Le notizie seguenti parlarono di collasso. Alla mezz’ora di gioco, quando l’altoparlante annunciò che Manfredonia si era ripreso, scrosciò un fragoroso applauso. Ma in tribuna le notizie apparvero invece drammatiche. Il presidente giallorosso Viola aveva abbandonato lo stadio per recarsi all’ospedale. Intanto nel suo letto d’ospedale Manfredonia aveva ripreso per qualche attimo conoscenza, per poi ripiombare in coma dopo un secondo arresto cardiaco. Il professor Bracchetti, che lo prese immediatamente in cura, parlò di «choc cerebrale».
Grazie alle cure mediche prestatele Lionello si riprese completamente uscendo vincitore da questa terribile partita ma, a soli 33 anni, dovette ritirarsi dall’attività agonistica.
Ironia della sorte. Manfredonia aveva debuttato in Serie A il 2 novembre 1975 in Lazio-Bologna 1-1 e chiudeva la sua carriera sempre opposto alla squadra rossoblu quattordici anni dopo.
Ma passiamo al calcio giocato. La vittoria che il Bologna credeva di avere già in tasca, svaniva ad un minuto dalla fine a causa di un pasticcio difensivo. Un rinvio di Stringara picchiava su Voeller: la palla schizzava a Rizzitelli che l’alzava su Cusin in uscita disperata, infilandola in rete. La rete del pareggio apriva una serie di proteste: Iliev affermava che l’autore del gol era in fuorigioco; qualche altro giocatore rossoblu assicurava che Voeller aveva deviato col braccio.
Indubbiamente c’era una buona dose di fatalità nella rete del pareggio. Ma c’era stata di più in quella del vantaggio rossoblu al 51′: il cross di Stringare per Waas, dopo una sgroppata di Marronaro, era malamente intercettato in spaccata da Nela il quale, nel tentativo di anticipare l’attaccante tedesco, spiazzava il proprio portiere: un clamoroso autogol. La Roma, partita alla grande nei primi 5′, fino al grave episodio di Manfredonia, accusava la botta e appariva stordita. Il Bologna ne approfittava, attuando un pressing asfissiante. Spingeva con Marronaro, Waas, Bonini, e soprattutto con Luppi scatenato: il terzino era il migliore in campo. Proprio Luppi al 67′, dopo una lunga fuga sulla destra, porgeva a Waas un pallone per il raddoppio. Il tedesco era prontissimo a tirare, ma Cervone respingeva col corpo il tiro ravvicinato. Poteva essere il gol del ko.
Il tabellino della partita:
BOLOGNA – ROMA 1-1
MARCATORI: Nela (aut.) 51′, Rizzitelli 89′.
BOLOGNA: Cusin, Luppi, Villa, Stringara, Iliev, Cabrini, Marronaro, Bonini, Giordano, Bonetti, Waas (Geovani 86′). – All. Maifredi.
ROMA: Cervone, Berthold, Nela, Di Mauro, Manfredonia (Pellegrini III 5′), Comi, Desideri, Conti, Voller, Giannini, Rizzitelli. – All. Radice.
ARBITRO: D’Elia di Salerno
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