Bologna FC
IL GRILLO PENSANTE – E’ iniziata l’era di Vincenzo Italiano
Tra Atalanta e Liverpool si è vista una squadra coraggiosa e con le idee chiare: sotto le Due Torri è ufficialmente iniziata l’era di Vincenzo Italiano?
Nello scorso weekend le ombre di Atalanta e Liverpool si allungavano minacciose, quasi diaboliche, sul cammino bolognese appena rischiarato dalla prima vittoria stagionale. Espugnare Monza era missione prioritaria ma altrettanto cruciale è comprenderne il significato: in Brianza è stata messa una pezza sull’imminente crisi oppure il primo (reale) tassello su cui edificare il nuovo corso targato Italiano?
Dea e Reds non sono esattamente i giudici più compiacenti a cui affidare tale sentenza, i rischi di naufragare erano chiari come inchiostro sulla neve; i rossoblu hanno però impugnato saldamente la penna senza l’intenzione di scarabocchiare ed il romanzo di questa stagione ha finalmente avuto inizio. Con un intro promettente.
Le prime conferme del nuovo Bologna
L’anticipo (di può ancora definire così?) del sabato sera è di quelli imperdibili: Atalanta e Bologna sono le ultime arrivate al tavolo dei grandi e, soprattutto i felsinei, devono ancora dimostrare di non essere imbucati. La gara è giocata a ritmi elevati, si percepisce l’agonismo da livello europeo, e l’occasione è propizia per celebrare il nuovo bomber cittadino: dopo Como e Monza un’altra compagine lombarda è vittima di Santiago Castro che sigla la terza rete consecutiva. Tre indizi fanno una prova. L’erede di Zirkzee si è palesato.
La fiera di Gasperini è notoriamente difficile da domare, Lucumì complica la faccenda rimediando un’espulsione sanguinosa ad inizio ripresa; in superiorità numerica gli ospiti gettano nella mischia tutte le bocche da fuoco a disposizione ottenendo, in extremis, la divisione della posta. La perla di Samardzic dimostra che soltanto una prodezza individuale avrebbe potuto sbloccare una situazione in cui i rossoblu, sebbene con sofferenza, si erano difesi con ardore e organizzazione. Sensazioni positive nonostante la vittoria sfumata.
Nella storica serata di Anfield sorge definitivamente il Bologna di Italiano
Nel momento esatto in cui al Dall’Ara è riecheggiato il triplice fischio, la mente di ogni singolo tifoso rossoblu è volato immediatamente oltre Manica. Dopo 4 giorni si sarebbe giocata la partita (forse) più importante degli ultimi 60 anni di storia pallonara bolognese. Nel tempio di Anfield. Roba da far tremare i polsi, il solo fatto di veder accostato il nome Bologna a quello del Liverpool emoziona abbastanza da ripagare di tanti anni deludenti.
E il bello è che la truppa rossoblu si dimostra tutt’altro che l’armata Brancaleone ipotizzata dagli scettici. Il Liverpool segna presto ma Freuler e compagni, sospinti da oltre tremila bolognesi inebriati dall’epico appuntamento, rispondono senza traccia di timore reverenziale. Soltanto i legni della porta avversaria e uno strepitoso Alisson negano il pareggio ad un sorprendente Bologna. Un Bologna tanto coraggioso e intraprendente da poter guardare dritto negli occhi i più blasonati avversari.
Alla fine si materializza il più classico dei risultati all’inglese ma, per una volta, si tratta di un semplice dettaglio. Se i primi vagiti di una “nuova” squadra si erano uditi al Dall’Ara pochi giorni prima, a Liverpool è stata tracciata la linea di confine. Thiago Motta è stato relegato al passato, è sorta ufficialmente la creatura di Italiano.
Parma cruciale per concretizzare il periodo positivo
Contemplati i confortanti progressi di un gruppo che sta mostrando personalità, è il momento di tramutare in punti i meritati applausi. In fin dei conti soltanto un trionfo in otto gare ufficiali, decisamente troppo poco. Il derby col Parma è un piatto troppo ghiotto per non essere aggredito con l’intento di farne un sol boccone.
L’avversario è comunque temibile e Italiano lo sa. La linea verde ducale sta esponendo in vetrina pezzi di pregio destinati ad infiammare le prossime sessioni di mercato, non tragga in inganno il momento di flessione. In gioventù gli alti e bassi sono più frequenti. I tre punti sono l’unica opzione per certificare un periodo di crescita che, con un certo fastidio diffuso, s’interromperà con l’inopportuna pausa per le nazionali. Fermarsi ai box dopo una vittoria renderebbe un po’ più sopportabile l’attesa verso la successiva trasferta di Genova.
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