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Bologna FC

Ciao Marione, grande tifoso rossoblu – 31 ott

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Proprio qualche giorno prima della partita contro l’Ambrosiana (come la chiamava lui), un grande tifoso del Bologna (e un pezzo di Bologna) ci ha lasciato, l’amico e oste Mario Mengoli. Giorni difficili per noi tifosi che avevano già visto l’addio del poco più giovane Paride Tumburus.   Mario era da un pò che non veniva allo stadio ma anche negli ultimi periodi i suoi occhi sempre più affaticati avevano un lampo quando ti chiedeva “…e al Bulagna… ?” . Mario apparteneva ad un mondo nel quale i 4-4-2, i 3-5-2, le ripartenze, i tiri di esterno piede ed in generale l’ esasperato commento tecnico alle partite non faceva parte del gioco. Il calcio è pancia, emozione,  se non lo vivi dal vero meglio immaginarlo ascoltandolo per radio  o attraverso i racconti pittoreschi degli amici. Così come un buon vino. Non gli interessava se era biologico o biodinamico, ma doveva essere buono e bevendolo capivi la terra, il lavoro, la fatica, e l’arte che c’erano dietro quella bottiglia. Non serviva scriverlo sull’etichetta.  Mario era così, schietto, genuino, a volte ruvido, ma sempre curioso di emozioni ed emozionante era entrare in quell’ osteria.  Vogliamo ricordarlo e salutarlo con affetto riproponendovi una nostra intervista di circa 3 anni fa a questo grande Personaggio con la P maiuscola.  Ciao Marione.

 

Un tifoso d’eccezione: l’amico e oste Mario Mengoli.

Approfittando della sosta di tutti i campionati (a parte l’inglese, ma lo vediamo la prossima volta) oggi voglio parlare insieme al mio caro Amico Petisso di un Personaggio con la P maiuscola che ha il diritto di occupare tutto lo spazio della puntata di oggi: il grandissimo tifoso rossoblù Mario Mengoli, più conosciuto a tutti come l’oste dell’osteria della Marieina in via San Felice a Bologna.

Mario ha cominciato a lavorare nell’osteria dagli anni ’40 (quando la famiglia Mengoli rilevò il locale) e ha portato poi avanti l’attività da solo come Sovrano indiscusso del locale fino al 30 dicembre 2008, quando complice anche un calo di avventori, ha deciso di chiudere l’osteria, aprendola solo per gli amici, rito che si compie normalmente la domenica mattina.

Innumerevoli volte io e il buon Petisso ci siamo rifugiati in questa fantastica osteria dove varcando la soglia di ingresso si entra letteralmente in una “quarta dimensione” dove il tempo si è fermato. Una specie di monumento (come lo definisce giustamente Mario) pieno di oggetti, cimeli, testimonianze, foto e quant’altro ancora lì tutto uguale come la prima volta che entrai in quel posto, circa 25 anni fa….tutto nella stessa posizione con i soliti amici e il loro tavolo riservato, il primo entrando sulla destra.

E’ un salto temporale impagabile (in piena sindrome di Peter Pan) che fa sì che il nostro corpo e la nostra mente ringiovaniscano di colpo mentre l’ansia da prestazione (che questo mondo richiede sempre più frequentemente e senza tregua facendoci correre all’impazzata senza sapere dove si va il più delle volte) svanisce come d’incanto davanti a una domanda sul nostro Bologna da parte di Mario, un bicchiere di buon vino e un pezzo di formaggio.

Tante guide hanno parlato di Mario e della sua osteria: all’ingresso, domanda obbligatoria, “vino bianco o rosso?” (carta dei vini, cos’è?!?!) e solo pochi fortunati (tra cui i sottoscritti) avevano la libertà di avvicinarsi alla scaffalatura a scegliere la bottiglia da bere. Il tavolo, a parte quello degli amici, non poteva essere scelto ma ti veniva assegnato e non si poteva obiettare. Da mangiare? Un po’ di crescenta al prosciutto, formaggi e qualche affettato, serviti su un piatto che veniva appoggiato vigorosamente sul tavolo con sopra 2 tovagliolini di carta (non si sa mai…) e per dolce la brazadèla (ciambella).

Mitiche le volte in cui gli veniva chiesta una Coca Cola e rispondeva in modo un po’ brusco apostrofando in dialetto che non eravamo in gelateria. Acqua? In casi eccezionali e comunque del rubinetto.

Tantissimi gli aneddoti legati a questa osteria che è un patrimonio di tutta la città: una città che non se ne rende conto di tale ricchezza, così abbagliata da pseudo locali chiamati con nomi improbabili, sicuramente non bolognesi (cos’è un lounge? ti chiederebbe giustamente Mario) tutti arredati nello stesso modo freddo e senza personalità che trovereste in tutte le parti del mondo, come l’Ikea del resto (ci viene anche in mente il bar Otello, luogo di aggregazione dei tifosi rossoblù recentemente diventato un locale con macchinette di videopoker….).

Un cenno doveroso su Mario e le donne, sempre viste un po’ di traverso nell’osteria, come testimoniano alcuni articoli di giornale appesi alle pareti…”sono la rovina dell’umanità!” si sente ogni tanto da dietro al bancone e non sai mai bene dove finisce lo scherzo e comincia il suo pensare…famosa la sua battuta “ti sei mai chiesto perché la suocera detesta la nuora? Perché conosce l’articolo!!” … sentita in dialetto fa ancora più effetto. Un rapporto strano che visto che Mario è felicemente sposato con una signora dolcissima.

Venendo a noi, dopo questa doverosa prefazione, siccome gli auguri di Natale a Mario sono sacri, qui di seguito vi proponiamo la breve chiacchierata con Mario avuta qualche giorno fa.

Beto: Quando è stata la prima partita del Bologna che hai visto?

Mario: E’ stato nel ’35, avevo 6 anni, il Bologna vinse 5 a 1

Beto: Con chi giocava?

Mario: Ahhhh, vai te a saperlo…

Beto: Il giocatore più forte che hai mai visto giocare a Bologna…

Mario: Mi ricordo quell’anno che Fedullo andò via da Bologna, c’era Ferrari in lista gratuita (ndr veniva dalla Juve, uno dei giocatori più scudettati di sempre) venne qui a giocare e vincemmo lo scudetto!!! Che roba…

Petisso: Altri giocatori?

Mario: Andreolo, Cerasoli, Reguzzoni….che giocatori…. Mi prendete alla sprovvista….

Beto: Mi ricordo anni fa di una conversazione che avemmo, penso per i 40 anni dell’ultimo scudetto, che mi dicesti che Dall’Ara non ti piaceva…

Mario: Per forza, vendeva quelli buoni e prendeva quelli mediocri (ndr allora di quelli degli ultimi 20/30 anni cosa dovremmo dire??!??)

Petisso: Ce l’hai ancora l’abbonamento?

Mario: L’ho avuto per tantissimi anni, distinti centrali, fila 14, da qualche anno me lo guardo in tv, mi muovo poco, ma che bella la vittoria di Napoli!!

 

A questo punto Mario si siede e comincia a parlare a ruota libera dell’osteria…

Un monumento! Ecco cos’è sto posto, mica una bottega, guarda quelle lampade fatte a mano…quanta gente è passata…Pasolini, era seduto lì, lì (e indica una sedia)…Pavarotti…c’è la dedica là dal telefono…

Petisso: E giocatori?

Mario: Pochi…

A questo punto arriva un suo amico e cominciano a parlare delle loro storie legate al locale e, come nello stile dell’osteria, ci facciamo da parte per lasciarli ai loro ricordi, sempre però pronti ad intervenire con grande piacere nel momento in cui ci lanciano uno sguardo di complicità.

Dal tavolo degli amici, tutti riuniti a fare delle chiacchiere, uno si alza anzitempo e saluta per andare verso casa, a quel punto dal tavolo si alza una voce che suona come una sentenza senza appello “Se ti hanno dato un orario, è giusto rispettarlo!”…e giù tutti a ridere. Quante ne abbiamo sentite di battute così…

Tipo quando nell’attiguo tavolo degli amici ferveva un’accesa discussione su quale tipo di culatello fosse il migliore ed ognuno faceva sfoggio delle sue esperienze e competenze… quello di Zibello, no, quello di Colorno…. Ma va là, ho assaggiato quello di Roccabianca….finchè tale “Il Postino” interrompe con educazione il dibattito sentenziando “il miglior culatello è quello di Nadia Cassini”. Risata generale, brindisi e via con un altro argomento.

Dopo un po’ si sente Mario che dice “Signori, la legge!”: questo è il segnale convenuto che la festa è finita e tutti lasciano il locale, non senza prima aver sistemato le proprie vettovaglie portate da casa e ovviamente fatto gli auguri al grande Marione.

Questo racconto è un inno alla bolognesità e ai tempi passati che devono comunque rimanere nostri, perché chi non si guarda indietro ogni tanto, non fa molta strada nel futuro.

Ti vogliamo bene Mario!

 

Dedicato a Ezio grandissimo Personaggio dell’osteria sempre nei nostri cuori (quando salutava per andarsene la sua massima era “Ragazzi, un saluto e, se avete bisogno di qualcosa… compratela!!”).

 

Beto e Petisso (23/12/2012)

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