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Festival Gazzetta Trento Day 2: Diaz e Donato, una storia oltre l’atletica

Al Festival dello Sport di Trento, Donato e Diaz hanno raccontato una storia di umanità e atletica oltre i risultati

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Il Festival della Gazzetta dello Sport di Trento
Il Festival della Gazzetta dello Sport di Trento (©1000cuorirossoblù)

Dopo un sabato pomeriggio ricco di eventi e protagonisti, anche domenica Trento è stata teatro di bellissimi racconti, estremamente avvincenti, narrati proprio da chi li ha vissuti in prima persona. Ecco quindi i due panel relativi all’atletica che abbiamo seguito durante il Festival dello Sport organizzato, per la settima edizione consecutiva, dalla Gazzetta Dello Sport.

Donato e Diaz: una storia che travalica lo sport

Medaglia di bronzo a Parigi nel salto triplo, Andy Diaz è un ragazzo nato a Cuba, che per motivi personali (legati alle difficoltà di Cuba) arriva qualche anno fa in Italia, senza nulla: niente soldi, contatti o altro, solamente con un paio di scarpe chiodate. Per giorni dorme in strada, è irregolare nel territorio italiano ma ha un sogno che si chiama Fabrizio Donato. Andy non è proprio uno che non conosce l’atletica; è andato ai mondiali del 2019 in Qatar e spera di fare il salto di qualità. Ed è proprio Fabrizio Donato che Diaz chiama dopo alcuni giorni in Italia.

Donato è la bandiera del salto triplo italiano grazie alla sua carriera infinita e ai suoi numerosi piazzamenti internazionali, tra cui un bronzo olimpico a Londra 2012. Diaz ci ha anche gareggiato contro senza riuscire nemmeno ad avvicinarlo; dell’italiano apprezza soprattutto la tecnica e la velocità.

Quando Andy chiama Fabrizio i due quasi non riescono a capirsi per il gap linguistico che li separa. Dopo poco, agli occhi di Donato, è però chiaro che quel ragazzo che telefona chiede aiuto, prima di tutto dal punto di vista umano. il triplo, qui, non centra.Al telefono Fabrizio gli dice di rendersi prima di tutto regolare per il territorio italiano, così da allontanare tutte le beghe del caso. Poco dopo ecco che Diaz lo richiama, stavolta con il permesso di soggiorno in mano. Donato, consultandosi con la famiglia (una moglie e due figlie), decide di portarlo in casa sua, di adottarlo come un figlio, togliendolo dalla strada.

Poi arriva l’atletica. Fabrizio lo studia e capisce gli errori che non consentono ad un ragazzo così dotato fisicamente di saltare determinate misure. Comprende che è la rincorsa ad essere troppo lenta, gliela corregge e Diaz migliora costantemente, fino ad arrivare al bronzo olimpico di Parigi.

Questa è una storia va oltre lo sport, oltre i risultati, i centimetri e i secondi. Qui Donato, con tutti i rischi che ne potevano derivare, ha deciso di ospitare uno sconosciuto: ha optato per il lato umano, ascoltando il cuore. I due, durante il convegno, si commuovono più volte nel ricordare questi momenti, regalando, a noi spettatori, occhi lucidi inaspettati.

Fabbri e Crouser: è show a Trento

Regalano battute, sketch quasi involontari e un diffuso buonumore i due lanciatori di peso più forti del mondo. Uno, Ryan Crouser lo è di fatto. Quello di Parigi 2024 è per l’americano il terzo oro consecutivo alle Olimpiadi, solo Al Oerter e Carl Lewis sono riusciti a fare tanto nell’atletica olimpica. L’altro, Leonardo Fabbri, nonostante il deludente risultato parigino, è Campione d’Europa in carica, argento ai mondiali di Budapest 2023 e un lanciatore che avvicina l’incredibile muro dei 23 metri (il peso pesa oltre 7 kg, se vogliamo ragionare sul gesto atletico).

I due si raccontano e tra Hobby, risultati mancati, sogni e tanto altro donano a tutti gli spettatori presenti a Trento un’ora estremamente varia, piacevole e interessante.

 

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