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Stelle del passato – Genoa: tante bandiere e un grande bomber
Il prossimo avversario del Bologna sarà il Genoa. Scopriamo insieme alcuni dei giocatori più iconici di questa società.
In questo weekend, il Bologna giocherà in trasferta a Marassi contro il Genoa di Alberto Gilardino. Il grifone, oltre ad essere la squadra più antica della Serie A, ha avuto in dote tantissimi calciatori di livello assoluto. Andiamo a vedere alcuni di essi.
Giovanni De Prà, genoano vero
L’ex portiere giocò con la maglia rossoblù cavallo tra gli anni ‘20 e gli anni ‘30. Giovanni De Prà fu uno dei portieri più forti della sua epoca. Anche grazie alle sue prestazioni, il Genoa vinse due scudetti nel 1923 e nel 1924. Collezionò in totale 143 presenze con la sua squadra del cuore, portando a casa anche 48 clean sheet. Leggendario fu il suo rifiuto alla Juve a fine anni ‘20, arrivato proprio a causa del suo amore per il Genoa.
Nel 1972, pochi anni prima della sua morte, ricevette il premio Fronda d’Oro, destinato proprio a chi onorava la Liguria in giro per il mondo. Con la maglia della nazionale partecipò anche a diverse edizioni dei giochi olimpici, vincendo la medaglia di bronzo nel 1928 ad Amsterdam.
Domenico Criscito, una bandiera del Genoa
“Mimmo” Criscito è stato probabilmente il giocatore che più di tutti è stato legato alla maglia del Grifone. La lunga storia tra Criscito e il Genoa cominciò nel 2003, quando il terzino esordì in Serie B giocando per 8 minuti nell’ultima giornata di campionato. Dopo un’esperienza alla Juventus, tornò nel 2006, diventando uno dei protagonisti del ritorno dei rossoblù in Serie A. Dopo di che ci fu un’altra stagione alla Juve e poi il ritorno in Liguria, dal 2008 al 2011. In questo periodo esordì anche in campo europeo, grazie alla partecipazione alla Coppa Uefa 2009/2010.
Poi passò diverse stagioni all’estero prima dell’ennesimo ritorno a “casa” nel 2018. In queste quattro stagioni diventò il calciatore più rappresentativo della squadra e realizzò la bellezza di 20 gol complessivi. Un addio turbolento lo portò in MLS nell’estate 2022, poi ecco l’ennesimo ritorno a Genova a gennaio, nel tentativo di riportare la squadra in Serie A dopo la fresca retrocessione. Una volta riuscito nel suo intento decise di ritirarsi dal calcio giocato. Un addio caratterizzato dall’ultimo gol in maglia rossoblù, arrivato all’ultima giornata nella vittoria per 4-3 sul Bari, con la fascia di capitano al braccio.
Marco Rossi, una carriera in rossoblù
Se Criscito è ricordato per essere stato un giocatore che è tornato spesso a vestire questa maglia, per Marco Rossi il discorso è esattamente l’opposto. Da quando, nel 2003, si trasferì per la prima volta al Genoa, non cambiò più squadra. La sua avventura con il Grifone cominciò in Serie B, due anni dopo arrivò addirittura la retrocessione in C1. Da qui però ecco una doppia promozione che portò i rossoblù alla conquista della Serie A nel 2007, traguardo che Rossi raggiunse con la fascia da capitano al braccio.
Da qui disputò altre 6 stagioni prima di annunciare il ritiro dal calcio giocato nel 2013, dopo una stagione in cui giocò poco rispetto ai suoi standard a causa di un infortunio al ginocchio. Collezionò 298 presenze complessive e realizzò 32 gol in 11 stagioni. Dal 2019 è diventato manager del suo Genoa, dimostrando per l’ennesima volta il suo forte attaccamento alla società. Al momento del suo ritiro il club decise di ritirare la sua maglia, la numero 7, in segno di riconoscenza per un giocatore che è rimasto fedele nel bene e nel male.
Diego Milito, la definizione di “stella”
L’attaccante argentino in realtà non ha militato per molti anni nel Genoa. La sua avventura ligure si è suddivisa in tre stagioni differenti: 2003-2004, 2004-2005 e 2008-2009. Nella sua prima avventura rossoblù giocò due anni in Serie B collezionando 33 gol in 59 presenze, più un gol in Coppa Italia. Da qui passò alla Real Saragozza, dove militò per tre stagioni prima di fare il suo ritorno a Genova.
La stagione 2008-2009 fu quella che consacrò definitivamente Diego Milito. Con 24 gol e 6 assist in 31 presenze divenne fondamentale per la qualificazione della squadra in Coppa Uefa. In estate, l’Inter decise di fare spesa proprio dal Grifone prendendosi le due pedine più importanti di quella squadra: Thiago Motta e proprio Milito. Il resto è storia: nella stagione successiva, l’attaccante argentino divenne il principale artefice del Triplete nerazzurro.
Nonostante una permanenza piuttosto breve al Genoa, l’impronta lasciata da Milito fu incredibile.
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