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Bologna FC

Lezioni di Italiano – La Chiesa al centro del Villaggio (di fango)

A Bologna Via Andrea Costa è la via che porta allo Stadio Dall’Ara, ma è anche la via dove si sono avuti i peggiori danni cittadini. In mezzo a questa via c’è una chiesa: San Paolo di Ravone. Da lì, un epicentro del disastro alluvionale, parte il nostro racconto.

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Volontari a Bologna che spazzano via il fango (©Davide Centonze x Più Stadio)
Volontari a Bologna che spazzano via il fango (©Davide Centonze x Più Stadio)

A Bologna, ci sono  950 metri che separano lo Stadio Dall’Ara dalla chiesa di San Paolo di Ravone e per percorrerli tutti occorrono circa una decina di minuti. Questo è quello che il Presidente del Milan, Paolo Scaroni, potentissimo uomo della finanza italiana, attualmente anche Presidente del Consiglio di amministrazione di Enel, non una società qualunque, non sa e forse non saprà mai.

Bene in quei novecentocinquanta metri ci sta tutta l’essenza della motivazione del rinvio non solo di una semplice partita, ma anche della sottolineatura che squadra e città sono spessissimo identità coincidenti.

San Paolo di Ravone, al centro di Via Andrea Costa

Se volessimo segnalare un epicentro del disastro che si è abbattuto nel week end scorso sulla nostra città, possiamo dire che il punto esatto è quello. Per tutta la settimana scorsa è stato il punto da dove centinaia di persone, armandosi di pale, secchielli e secchi, si sono mossi per liberare le strade e zone limitrofe dal fango.

Fino ai viali da una parte, fino allo Stadio dall’altra (anche se, è bene ricordarlo, tutta la città e l’hinterland bolognese sta combattendo contro i danni dell’alluvione). Raccontare solo di una via piuttosto che un’altra risulterebbe manchevole di rispetto per un’intera zona dove, dopo una settimana, si continua a spalare fango, liberando appartamenti, cantine e attività. Centinaia di volontari hanno incessantemente lavorato per ripulire l’intera zona, esempio meraviglioso di una solidarietà convinta.

Tantissime ragazze e ragazzi per Bologna

Il supporto e l’aiuto viene dal “basso”. Studenti universitari (ma non solo) si sono radunati per aiutare senza tregua per riappropriarsi degli spazi cittadini, violentati dall’acqua e segregati dal fango. Si incominciano a riaprire le strade e la circolazione inizia a diventare più fluida. Oggi, dopo l’ordinanza dell’altro giorno, si riaprono i parchi e i centri sportivi, domani le scuole di ogni grado.

La vita ricomincia a fluire, grazie anche ad un giovanile rigurgito giovanile di energia positiva. E per una volta non importa se il calcio si è fermato: un città sta ripartendo, grazie alla solidarietà di tantissimi. E’ questo è il messaggio più bello che, ancora una volta, Bologna riesce a raccontare al mondo.

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